Era abbastanza esteso, si trattava del terzo lago d'Italia per estensione, e del più esteso nel centro Italia. Non era profondissimo (in media nei secoli la sua profondità massima poteva variare tra i 13 ed i 27 metri), ma aveva un regime delle acque molto irregolare, avendo un immissario (il fiume Giovenco), ma nessun emissario, solo degli inghiottitoi. Era un lago chiuso, e le zone circostanti (soprattutto a sud) erano paludose e spesso soggette ad inondazioni.
Per questo, già ai tempi dei Romani, si costruì un canale artificiale che potesse (scavando una galleria sotto la montagna che lo congiungesse alle acque del fiume Liri-Garigliano) regolarne la portata, ma poi il canale non fu più manutenuto, dalla caduta dell'impero Romano, quindi tutto tornò come prima.
Poi, molto tempo dopo, arrivò il banchiere Torlonia, scavo una nuova galleria (più in basso rispetto a quella scavata ai tempi dell'imperatore Claudio) e così, con l'aiuto di una fitta rete di canali, ne comportò il prosciugamento totale. Il suo scopo era ovviamente quello di diventare latifondista.
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