C'ho la falla nel cervello
Andrei piano con queste considerazioni. Anzitutto è da chiarire di quanto le temperature medie aumenteranno, quale scenario seguiremo? E questo scenario siamo sicuri avrà la pendenza più "elevata" del range previsto?
In secondo luogo sappiamo già che un cambiamento significativo avrà luogo nei prossimi decenni, perchè l'umanità non smetterà mai di emettere perchè semplicemente gran parte vuole svilupparsi economicamente e ne ha anche il sacrosanto diritto, non è figlia di alcun dio minore. Negli ultimi 30 anni le emissioni globali sono aumentate praticamente soltanto a causa dell'enorme sviluppo cinese, i dati e i grafici lo dimostrano, a riprova che l'Occidente comunque non ha aumentato la produzione di CO2 e anzi ha iniziato a produrne meno.
Detto ciò, lo sforzo da compiere è cercare di collaborare a livello mondiale, venendo anche incontro alle istanze di sviluppo di quella parte di mondo che vuole crescere, facendo però in modo che lo faccia non come successo in Cina.
Per il resto potremo solo adattarci, adattare le coltivazioni, adattare metodi, creare bacini idrici per affrontare le siccità, sistemi idraulici più adatti per indirizzare le correnti fluviali e prevenire alluvioni, costruire abitazioni più termosostenibili in vista dell'estate.
Ma finchè non si comprende, a livello mondiale, che lo sforzo deve essere condivido e universale, allora non ci tocca che guardare la nave affondare, anche se a dire il vero lo scenario attualmente in corso non sembrerebbe così tragico (corrisponde al 4.5 o qualcosa di più, ma ci sono margini di miglioramento).
Ciao.
Forse non hai capito ciò che ho scritto, perché non ho confrontato il 1996 e il 1981 ma li ho citati come annate appartenenti ad un'unica, grande ascesa che accomuna quei due anni tra loro e a quello corrente.
Il succo era questo.
- Se nel 1981 fosse esistito il sito del NOAA per consultare i grafici della temperatura media globale, ne avremmo aperto uno e avremmo constatato di trovarci in cima, nel punto più alto della rampa che parte dal 1880 o 1860 che sia.
Avremmo dunque scoperto di trovarci in una situazione fino ad allora inesplorata, essendo essa ''svettante'' rispetto al passato.
- Se avessimo ripetuto la stessa identica operazione nel 1996 cosa sarebbe cambiato? Niente. Avremmo ugualmente constatato di trovarci nel punto più alto e, fino a quel momento, inesplorato della stessa rampa che includeva il 1981.
- Cosa succede adesso, nel 2022, quando consultiamo i grafici della temperatura media globale? La stessa cosa. Siamo su per giù nel punto più alto e, fino a prima, inesplorato di quella stessa rampa di lancio che includeva il 1981 e il 1996.
Quindi si apre un bivio:
1) o comprendiamo una volta per tutte che, nella piega presa dal trend dal 1977, quasi ogni anno preso in esame è la vetta più alta della linea fino a quel preciso momento
2) oppure fissiamo una soglia di ''normalità'' sì GW/no GW completamente arbitraria, che però sfonda inevitabilmente nella fallacità della metafora che ho usato nel mio primo post, cioè: dopo 9 anni di vita che cresco in statura, cosa mi fa dire che sto crescendo solo da 1 anno? Cosa mi fa dire che tra 50 e 120 cm non crescevo, mentre da 120 a 130 sì?
Devi dirmi tu, sulla base di evidenze scientifiche, quand'è stato quel momento di discontinuità in cui il ghiaccio è diventato irrecuperabile.
Se lo faccio io, guardando i grafici della temperatura media globale, non mi faccio problemi a farlo corrispondere al 1977, anno di inizio di una rampa ben più vecchia dei 25 anni di cui parli.
Il resto del tuo post sinceramente mi pare oscillante tra il semplicistico (una pentola mi pare un esempio troppo semplice) e il ''ma che ne sanno i 2000''.
Nel senso, come nei social vanno di moda pagine commemorative di minestroni di decenni completamente diversi tra loro e rilegati solo dal fascino del passato (tutto fighissimo di default rispetto al presente, dai '50 ai '90), mi pare che la stessa cosa la stia facendo tu con le annate dal punto di vista climatico globale.
I genitori di voi 50enni avrebbero perfettamente potuto dire la stessa cosa del clima da voi conosciuto, magari asserendo che gli inverni di buona parte dei Settanta, un po' di Ottanta e un pezzettone di Novanta erano fetecchie immani rispetto a quelli conosciuti da loro.
Dunque qual è il punto di perdita di normalità? Lo chiediamo a voi o a loro?![]()
Completamente d'accordo ....ma si sa, il mio amico forumistico di lunga data, forever, è il top fra nostalgico e pessimismo....io di anni ne ho quasi 60, e posso dire che non ho alcuna nostalgia degli inverni anni 70, m9lto meglio i primi 12 anni 2000 oltre che gli 80....i 60 ovviamente non li ricordo, anche se mia mamma mi raccontava del gran freddo invernale..
Saranno stati anche ciofeche ma i bilanci glaciali alla fine erano quasi sempre positivi, aiutati certamente da semestri estivi meno estremi
Per le Alpi e l'Appennino è impossibile non ricordare i nevosissimi inverni 1976-1977 e 1977-1978. Per l'Appennino, il 1977-78 fu un anno da record per la quantità di innevamento residuo presente sulle montagne alla fine dell'estate, ma anche il 1975-76 non fu malvagio, al contrario di gran parte dell'Europa
Complessivamente, fu un decennio favorevole anche a molti ecosistemi forestali nazionali, così come i precedenti anni '60. Non è un caso che gran parte dei giovani faggi che si vedono nei nostri boschi appenninici risalgano proprio ai quegli anni.![]()
Ultima modifica di Enrico_3bmeteo; 29/10/2022 alle 07:06
Bilancio di massa Grand Etrèt 2022.jpg
A proposito di ghiacciai, ottimi termometri climatici, ecco il bilancio del ghiacciaio di Etrèt (Valsavaranche - Gran Paradiso) preso dalla stanza di glaciologia. Il 2022 si conferma l'anno horribilis, peggiore di gran lunga del 2003. Credo che per trovare qualcosa di simile si debba risalire agli anni Quaranta del XX secolo....
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Si parlava di inverni/semestri freddi ...avendoli vissuti confermo ciò che ha detto Alessandro, fanno eccezione l'incredibile marzo 71 e il 78/79 ....erano i semestri caldi molto diversi, quelli si è quelli portavano poi a bilanci di massa positivi, ma gli inverni spesso si nevosi in quota ma per le pianure spesso gran ciofeche.
Perdonami, ma io non valuto la bontà di un semestre freddo in base a quante nevicate fa in pianura o vicino casa mia, oppure in base ai record di inversione termica o minime stellari
Tutte le mie valutazioni si basano sugli effetti che ha il clima sugli ecosistemi. Se poi a Roma non dovesse nevicare per 100 anni non significherebbe che gli inverni sono diventati ciofeche
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Vero. Molti appassionati amano la neve ed il freddo per cui un inverno di eccezionale accumulo nevoso in montagna, come fu il 1976-77, che significa anche imponenti riserve idriche disponibili nelle stagioni successive, diventa un inverno ciofeca se non vedono la neve nel proprio orticello
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