"Una NAO persistentemente negativa può favorire il wave break del VPS ed indebolirlo con conseguente predisposizione del pattern AO-, introducendo così una sorta di feedback che si ripercuote sul segno della stessa NAO e sulle SSTA atlantiche."
Dipende dalle Lp sul Nord Atlantico qua c'è una configurazione barica che potrebbe fare al caso nostro. Ma il vortice polare corre e fanno tempo a rimescolarsi in superficie le acque nordatlantiche.
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Qua tra le Lp sul Labrador ed Islanda, c'è una configurazione barica a mo di croce, che connette Hp delle Azzorre con un'altra altapressione polare presente sopra l'artico canadese..
Queste configurazioni rendono stabili le situazioni di blocco. La presenza alta (in latitudine) di queste basse pressioni, garantisce un'allentamento poi della corda zonale.
Ultima modifica di Sandro; 04/01/2023 alle 15:14
Corretto a livello di diagnosi, ma per ora mi limiterei a chiamarlo raffreddamento stratosferico (SC) e non ESE cold, di per sé l'evento non ha caratteri di eccezionalità (il NAM dovrebbe essere attorno a 2,3/2,5 e le wz sono ovviamente altissime e accelereranno anche per la compressione imposta dalle quote superiori, che si stanno invece scaldando con innesco imminente dei primi probabili upper-warming). Non ci sono invece effetti troposferici in termini di trasferimento di vorticità potenziali. O meglio, ci sono stati ma la quantità di moto angolare trasmessa in troposfera è modesta e non in grado di imporre stabilmente un cambio di segno negativo->positivo all'AO, non so dire il motivo, ma che ciò sia dovuto all'estensione e alla posizione del SH è una spiegazione che mi convince molto poco. Dello scarso impatto dell'ESE abbiamo testimonianza dal fatto che il rimbalzo dell'AO è stato poca cosa e molto transitoria e dovremmo già essere nuovamente in AO-. Ergo "touch-down" ancora non ne abbiamo visti e dunque per ora non possiamo rifarci alla letteratura corrente su ESE e (pre)condizionamento. Persiste invece quell'incognita che segnalo ormai da metà dicembre, ossia che una eventuale nuova contrazione del VPS dopo la metà di gennaio, possa produrre una nuova impennata del NAM e che l'impulso che ne sortirebbe possa trasmettersi a una troposfera più propensa, per una banale questione di assetto d'onda, ad accogliere il travaso di velocità potenziali e di momento angolare. Capitasse salteremmo direttamente a fine prima decade di febbraio...Va anche detto che lo prevedevo come esito (molto ipotetico) di un MMW di tipo displacement che ovviamente non ci sarà... per cui non ho idea di cosa potrà succedere di qui a metà mese, ma il bello della meteorologia, se si trascende dalla ricerca forzosa di neve o di freddo, sta proprio nell'incertezza...
Ultima modifica di galinsog@; 04/01/2023 alle 14:46
Insomma non eccezionale, una situazione così ibrida non si è mai quasi vista.. Sempre bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
AO- si fanno come dire, più rapide le oscillazioni, c'è più velocità. Mentre in AO+ sono ampie le oscillazioni del vortice. Maggiormente rispetto la fase negativa di AO, c'è più forza di trascinamento ed appiattimento delle onde planetarie.
Si pensa che nel pleistocene vi fosse una Lp semipermanente nel Mediterraneo in grado di risucchiare aria gelida durante l'Inverno. E vi fossero ben quattro onde planetarie ad interagire con il VP durante l'Inverno.
Questo per dire che anche con un VP forte come annate passate può accadere di tutto..
Lo chiamano polar vortex in USA..
Oggi sono a Sestola e ci sono 12/14 gradi a 1000 MT..
Vuol dire, che se una discesa polare in Nord America i GM la vedono sino al Messico quasi, può capitare qualche evento gelido e prolungato sull'Europa.
E' solo questione di tempo. A meno che il clima non si stia scaldando ancora, e questa fase sia paragonabile all'Optimum climatico olocenico. Ma dubito..
Ultima modifica di Sandro; 04/01/2023 alle 14:12
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