Michele, sono incredibili sti plot
non avevo mai plottato l'anomalia delle precipitazioni
sembra notarsi chiaramente l'effetto della risalita della fascia degli anticicloni permanenti
notare poi come i due ventenni siano contraddistinti da anomalie di segno contrario
http://www.predazzo-meteo.it/index.php
Predazzo Wunderground
always looking at the sky
Nivofilo-Precipitofilo-Perturbazionofilo-Depressionofilo-Ostrosciroccofilo-Anticaldofilo-Antianticiclonicofilo
Quando a volte Konrad posta certe carte e scrive certe cose tanti di noi si mettono quasi a ridere..
Magari sbaglierà i modi..
Ma per la miseriaccia se ha ragione.
Questi plot di Gian ne sono una prova lampante.
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1950-1980
non potevano mancare i confronti sulla pressione al livello del mare
Ritorno nel forum e trovo questo post bello e tragico nello stesso tempo.
Bello perché, che le cose stessero prendendo 'sta piega (cioè con un anticiclone traslato a Nord di una decina di gradi in via, se non permamente, almeno troppo stabile), lo si sospettava fortemente, dopo anni di configurazioni a senso unico. Ma vederlo spiattellato con tanto di dati e grafici aumenta la fondatezza dei sospetti.
Ma tragico. Perchè ravviva un altro sospetto che ho da diverso tempo. E cioè che, se il riscladamento globale pone un aumento (diciamo) medio di un grado, la nostra zona sud europea, per una serie di configurazioni geografiche, finirà per essere colpita in maniera più pesante della media. E se altrove i mutamenti climatici per un po' potranno essere, appunto, mutamenti, da noi rischiano di essere stravolgimenti.
E, infine, dulcis in fundo. Ormai, con la merla in arrivo tra un mese e la meno 5 a Capo Nord, mi faccio poche illusioni sul resto dell'inverno. Avremo incursioni, passate, artigliate. Ma la stagione, nella media, mi sembra delineata.
Il problema che sto cominciando a pormi (ma fate finta che non abbia scritto nulla) è invece cosa accadrà quest'estate. Perché se le configurazioni che ci troviamo in testa dal primo settembre fossero iniziate il primo giugno, sapete, sì, cosa avrebbero portato?
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
quoto tutto il tuo discorso
ho sottolineato in particolare due punti
le nostre zone, ed in particolare quelle sottovento alla catena alpina, vivono in maniera drammatica questo cambiamento
tempo fa dissi che secondo me siamo un laboratorio di studio dei cambiamenti climatici
la prossima estate si prospetta davvero preoccupante
d'inverno queste situazioni sono in gran parte mascherate dalle inversioni termiche, ma in estate sono prepotenti e spossanti
la nina sembra non aver influito minimamente (o forse ha evitato che avvenisse di peggio)
l'origine? secondo me il global warming
il riscaldamento globale "immagazzinato" all'interno delle masse oceaniche può essere deleterio
ciao
Son d'accordissimo anche su questo. Molto spesso tendiamo a pensare che la meteo sia un fatto di aria e che più su guardiamo più ne capiamo. Può essere, ma più spesso ancora la meteo è un fatto di acqua, di mare, la batteria termica del pianeta. E che invece di guardare sempre più su dovremmo cominciare anche a guardare giù, sotto i nostri piedi.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
In parte si era già affrontato il discorso in un bel topic di Andrea Corigliano:
http://forum.meteonetwork.it/showthread.php?t=37342
Il mio commento di allora era stato questo:
Nel frattempo ho però approfondito alcuni aspetti.Originariamente Scritto da Blizzard
Come già detto el Nino, rispetto a la Nina, favorisce un ingrossamento della cella di Hadley, andando in pratica a favorire il sostentamento di un coriaceo anticiclone subtropicale sul Mediterraneo.
Questa configurazione è ben rappresentata dal pattern East Atlantic, il quale ha come centro delle anomalie positive proprio il mediterraneo:
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Ebbene come potete notare dalla timeseries dell'indice vi è stato un cambio netto di segno proprio nel 1977, l'anno di svolta per le sorti configurative europee:
A cosa è dovuto questo cambio netto di segno?? Vi è una correlazione col cambio di segno di altri indici??
La risposta è sì. Si tratta ovviamente della PDO, che, come spiegato sopra nell'intervento quotato, regola in un periodo di tempo più lungo la distribuzione e l'intensità degli eventi ENSO.
A sua volta la PDO sembra correlata al ciclo di Hale, uno dei tanti cicli solari, il quale ha durata doppia rispetto al più conosciuto ciclo delle macchie solari.
Per fare maggiore chiarezza vi posto l'astratto di un bell'articolo di Daniele Campello (il "Neo" che fino a qualche tempo fa scriveva pure qui):
http://www.meteotriveneto.it/modules...hp?storyid=183
******
PDO:
Nel 1996 lo Scienziato Steven Hare ha mostrato l’esistenza di una seconda oscillazione nel Pacifico dopo l’ENSO: Il PDO (Pacific Decadal Oscillation). Di questa teleconnessione si conoscono due fasi:
- fase calda, positiva, al nord-est del Pacifico le acque sono più fredde del normale. Ma la temperatura dell'oceano lungo il Nord America occidentale è calda così come lungo l'equatore del centro dell'America fino all'isole Marchesi.
- Nella fase fredda, negativa, il PDO somiglia ad un arco di acqua calda che va dal nord al sud del Pacifico passando vicino al Giappone con temperatura dell'oceano lungo il Nord America occidentale fredda), e che normalmente avvolgono una grande zona di acqua fredda vicino all'equatore.
Sebbene il PDO si sviluppi in due fasi, una negativa (fredda) e una positiva (calda) che durano circa 20-30 anni, si riscontrano parecchie similitudini confrontando tale indice teleconnettivo con il ciclo magnetico del sole. Nel grafico sottostante ho voluto comparare l’andamento del PDO con il MEI; in seguito ho evidenziato le fasi opposte di entrambi i grafici. Il risultato ottenuto conferma in primo luogo il forte collegamento tra il PDO e l’ENSO e di conseguenza l’influenza precisa che il ciclo di Hale esercita su entrambi gli indici.
Il PDO ha conosciuto una fase fresca dal 1900 al 1924 e dal 1947 al 1976, e una fase calda dal 1925 al 1946 e dal 1977 al 1997.
Da questa analisi possiamo trarre delle considerazioni molto importanti anche in visione futura:
Dovremmo andare incontro ad un PDO di segno negativo (PDO freddo) e di conseguenza verso un periodo caratterizzato da episodi più frequenti de La Niña ed episodi più rari e meno intensi de El Niño. Se questo trend sarà confermato, darà una forte spallata a chi sostiene il progressivo riscaldamento causato dall’effetto serra, che secondo una buona parte degli studiosi è la causa principale dei frequenti episodi di El Niño degli anni 80-90.
Inoltre, vale la pena tener conto che il minimo del ciclo di Hale coincide con la fase fredda del PDO e con un cambiamento avvenuto anche nel nostro clima dal 2000 in poi: la “continentalizzazione” del nostro clima, che vede l’alternanza di periodi freddi e caldi e una scarsa zonalità in generale.
*****
La speranza è che, nel caso avvenga un'inversione del segno della PDO, si riesca almeno a creare una sorta di compensazione alla situazione attuale.
D'altronde è praticamente impensabile che si possa ritornare alle realtà di un tempo, dato che, come ha spiegato qualcuno che non ricordo, il GW crea un aumento diffuso delle altezze geopotenziali.
Il confronto è spaventoso.....manca il periodo DJFM, ma penso che non si discosti molto.
1950-1977
1978-2005
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***...Always Looking At The Sky...***
""[URL="http://dailymotion.alice.it/video/x3ov8b_peak-oil-how-will-you-ride-the-slid_tech"]How Will You Ride The Slide[/URL]""
[B] Don't panic. But if you panic, be the first.
[/B]
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cerco di trovare il bandolo della matassa dall'interessante analisi che hai postato
in pratica la causa dovrebbe essere ricercata nel ciclo di Hale?
ciao
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