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  1. #21
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di 4ecast
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    Predefinito Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    Provo a dare un mio contributo in questo ottimo td

    Ho letto un po’ di roba qua e là e sono arrivato alla conclusione che ci siano 2 grandi cause per una stessa conclusione.
    La prima è l’anomalia positiva delle SST atlantiche tropicali, tra l’Africa nordoccidentale, le regioni settentrionali dell’America Latina e i Carabi, rappresentata abbastanza bene dal famoso WHWP.
    Questa anomalia è presente da circa un anno. Associata ad una oscillazione multidecadale atlantica positiva, AMO+, può essere messa in relazione con una forzante di matrice subtropicale a tutte le quote tra l’Oceano Atlantico, l’Africa nordoccidentale e l’Europa. In figura è da osservare il flusso meridionale alla superficie isobarica di 850 hPa e l’altezza del geopotenziale sul piano isobarico al limite della tropopausa.





    Questa situazione è correlata al pattern East-Atlantic + ed ad una NAO debole. Come si vede dalla tabella, il primo è in modalità positiva da aprile, mentre la seconda è stata positiva in 6 degli 11 mesi considerati.

    Codice:
                STANDARDIZED NORTHERN HEMISPHERE TELECONNECTION INDICES
    yyyy mm   NAO   EA    WP   EP/NP  PNA  EA/WR  SCA   TNH   POL  PT    Expl. Var.
    2006  4   1.24  1.32  0.43 -1.21  0.45 -0.71 -0.22-99.90 -1.98-99.90   24.5
    2006  5  -1.14  1.49 -0.26 -0.17 -1.27 -0.98 -0.07-99.90 -0.09-99.90   32.4
    2006  6   0.84  0.16 -1.13 -0.20 -1.06 -1.34 -0.56-99.90 -0.18-99.90   46.2
    2006  7   0.90  1.61 -1.61 -0.41  1.83  0.63 -0.60-99.90  0.83-99.90   81.7
    2006  8  -1.73  0.10 -0.43 -0.58 -1.41 -1.07  1.48-99.90  0.43 -0.22   52.6
    2006  9  -1.62  2.13  0.23  0.02  0.42  0.03  0.46-99.90  2.52  0.36   55.0
    2006 10  -2.24  1.12  0.35  1.03 -0.84  0.06  0.74-99.90 -0.79-99.90   71.0
    2006 11   0.44  2.10 -2.07 -0.27 -1.39 -0.12 -0.69-99.90 -1.01-99.90   55.3
    2006 12   1.34  1.14  1.27-99.90  1.86  1.56 -0.20  0.53  0.12-99.90   82.8
    2007  1   0.22  1.89  1.90 -1.27  0.72 -0.06 -2.74  1.18 -0.35-99.90   82.2
    2007  2  -0.47  1.75  0.63  1.16 -0.09  0.92  0.57  0.93 -1.33-99.90   50.8

    La seconda causa riguarda le SSTA pacifiche e in special modo l’accoppiata ENSO+/PDO-. El Nino, con un episodio moderato, ha modificato la circolazione atmosferica fra la regione equatoriale sudamericana, quella tropicale africana, inibendo fortemente i moti convettivi sulle regioni settentrionali dell’America Latina ed in Atlantico equatoriale. Gli effetti sono stati quelli di alisei generalmente incostanti ma deboli a gennaio ed incremento della radiazione ad alta lunghezza d’onda che viene dispersa nello spazio a causa del suolo più caldo, associata quindi a cieli limpidi o meno nuvolosi già dall'etate scorsa. Per questi ed altri motivi, sui accennava steph nei precedenti post, gli effetti sulle SSTA si sono potuti trasferire dal Pacifico all’Atlantico mantenendo ed intensificando in inverno l’anomalia delle SST atlantiche tropicali, cui si è accennato prima. Inoltre El Nino ha evidenziato la ”anomalia orientale della MJO” con indebolimento nelle fasi orientali 7 ed 8 per lo scarso supporto degli alisei nell’area orientale pacifica e nell’area atlantica. Tali fasi avrebbero spinto una maggiore ondulazione del jetstream in Europa mediterranea. Ma, al contrario, poiché l’anomalia orientale delle onde di Kelvin si è manifestata fin dalla fine dell’estate scorsa, essa ha di fatto contribuito a mantenere un elevazione abnorme e quasi di “tipo estivo” della linea di convergenza tropicale, ITCZ, provocando non poche intrusioni dell’alta subtropicale di matrice africana o oceanica sui nostri comparti.



    La PDO- invece viene messa maggiormente in relazione con la situazione stratosferica QBO+/SF- (Solar Flux). La PDO-, associata a PNA molto debole, ha contribuito all’instaurarsi di un grande forcing aleutinico con blocking barici tra il golfo d’Alaska e le Montagne Rocciose avviando un coupling tropo-stratosferico associato a ripetuti episodi di Canadian Warming, di cui il primo evidenziatosi già ad ottobre. Questo ha portato in accordo alla teoria di Baldwin e Dunkerton (http://www.phys.ocean.dal.ca/people/...tler/waugh.pdf) allo stratcooling di novembre e prima metà di dicembre con approfondimento del vortice polare. Il massimo di correnti stratosferiche zonali a novembre, associate a QBO+, e la fase di minimo solare ha fatto sì che da allora il vortice polare conservasse quella forza iniziale fino a febbraio (AO: N=0.521, D=2.282, J=1,99). I successivi Canadian Warmings poi sono sfociati in splits del vortice polare nel finale dell’inverno, ma sempre con asse Artico Canadese-Siberiano e il core canadese, generalmente, più forte ha impresso un’accelerazione zonale in troposfera tra l’Atlantico e l’Europa.



    Non escludendo la concomitanza di altri fattori meno influenti, queste sono secondo me le principali concause per un inverno che alla fine è risultato il più caldo degli ultimi 200 anni
    Andrea

  2. #22
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    Predefinito Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    Infatti mi chiedevo quali fossero i motivi di un pattern EA++ cosi' prolungato.....
    Ricordo che l'EA++ significa in sostanza una certa intensificazione del getto polare in medio atlantico. Cio' cosa comporta ?? Che l'alta sub tropicale s'indebolisce e shifta piu' a sud ?? Cosa cambia a livello tropicale ???

  3. #23
    Burrasca L'avatar di steph
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    Predefinito Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    Teleconnessioni parte 1: il ruolo dell’ENSO e dell’EAJ





    Dal punto di vista teleconnettivo, la stagione è stata assai interessante. Ma, pure in questo caso, ha complicato parecchio lo scenario predittivo.

    Il fenomeno forse più importante, in troposfera, è stato il tardivo ma improvviso ritorno del Nino.
    Mentre spesso comincia a manifestarsi durante la primavera boreale, quest’anno ha posticipato l’inizio di 2-3 mesi. Ma, appena si è innescato, ha poi conosciuto un rapido e massiccio incremento, finendo poi per toccare l’apice della sua fase matura con circa un mese di anticipo rispetto al solito (fra novembre e dicembre).

    Le SSTA in zona Nino 3 erano neutre ad inizio estate, ma già fra agosto e settembre l’anomalia misurava +0.7 °C, un aumento così rapido e netto mai verificatosi negli episodi di Nino degli ultimi 50 anni fra questi due periodi.



    Gli effetti non hanno tardato a manifestarsi. Sull’Europa, comunque, il tipico segnale autunnale dell’ENSO+ entrante (precipitazioni cospicue su Europa meridionale) è apparso solo parzialmente (penisola iberica occidentale e mediterraneo orientale).




    Sulle regioni affacciate sul Mediterraneo Occidentale (MO), questo effetto smussato potrebbe essere stato indotto dalle SSTA nordatlantiche al largo del Portogallo (da tempo positive): sappiamo, da alcuni studi (per es. Mariotti et al, 2002, dal quale ho estratto la seguente carta), che l’effetto precipitativo autunnale del Nino emergente sul MO è favorito in presenza di SSTA- in quell’area.

    Correlazione fra precipitazioni sul Mediterraneo centro-occidentale in autunno (SON) e SSTA (da Mariotti et al., 2002)

    Tuttavia è mia convinzione che ci sia dell’altro. Tenendo in considerazione la simultanea persistenza del pattern EA (da mesi bloccato su valori +), credo che si possa guardare anche alla modalità un po’ inconsueta nella quale il Nino ha manifestato i suoi effetti sull’Europa lo scorso autunno.

    Già a fine estate il fenomeno causava una ridotta convezione nella bassa troposfera sul Sudamerica in zona equatoriale (à precipitazioni sul nordest brasiliano sottomedia e OLR sulla stessa regione sopramedia).







    Questo, solitamente, comporta, al di sopra di tale zona in alta troposfera, una riduzione della divergenza orizzontale con relativa ridotta vorticità. Il susseguente treno d’onde Rossby (baroclino in area tropicale e barotropo in area extra-tropicale) che normalmente, in conseguenza di una sorgente di rafforzata vorticità, si propaga verso est/nordest, in questo caso è quindi stato inibito. Effetti di tutto ciò: ridotta subsidenza in area subtropicale nordatlantica e HP subtropicale meno forte.

    In genere questa situazione tende a favorire LP fra medio Nordatlantico ed Europa sudoccidentale, ev. NAO-, spesso SCAND+.

    In effetti fra settembre e ottobre si sono manifestati periodi di NAO- e SCAND+. Tuttavia la LP è rimasta confinata al largo delle coste iberiche.
    Questo non ha fatto altro che indurre la reiterata risalita di HP di matrice nordafricana sul Mediterraneo centro-occidentale (soprattutto sul piano barico di 500 hPa), in tipico pattern EA+ (forse favorito anche da una situazione di ENSO+ moderato accompagnata da SSTA- in area WP).




    Ricapitolando: il pur insolito (per tempistica e intensità) inizio del Nino ha condizionato lo schema configurativo barico autunnale sull’Europa, a partire dalla tipica ridotta convezione in area equatoriale sudamericana per poi diffondere la sua influenza verso l’area euroatlantica. Tuttavia, da noi, i suoi effetti sono stati smussati dalla contemporanea presenza di SSTA+ del Nordatlantico orientale al largo delle coste europee, cosa che ha attirato, come una calamita, la persistente e anomala area di LP.

    Fra l’altro, alcuni studi (come quello di Pohlmann e Latif, 2005, dal quale ho preso la carta che segue) mostrano una buona correlazione positiva (soprattutto invernale) fra SSTA sul Nordatlantico orientale (dalle zone equatoriali alle medie latitudini) e il pattern EAJ.


    A sin.: SLPA in DJF (rosso: +, blu: -); a des.: corrispettive SSTA (in blu:-) che sostengono la correlazione (da Pohlmann e Latif, 2005).

    Infine, dunque: favorito da ENSO+ moderato [1] con SSTA- in area WP [2], SSTA+ sul Nordatlantico orientale [3] e persistenza di una vasta area di LP sul medio Nordatlantico orientale, il decisivo pattern EA+ non ha potuto far altro che imperversare per mesi.


    Durante la prima parte dell’inverno (ND), cmq, il Nino ha fatto sentire il suo effetto tipico, connotato, solitamente, da NAO+, forte zonalità (ancorché alta) e ridotti periodi di blocking nordatlantici.

    Poi, però, le cose non hanno coinciso con le attese. Invano si è più volte sperato in un cambio drastico, partendo per es. dal presupposto che, nella seconda parte dell’inverno (JFM), il Nino di solito tende a favorire NAO- con Atlantico basso e poi periodi di blocking.

    http://forum.meteonetwork.it/showpos...9&postcount=15

    Spesso il tramite fra Pacifico, Nordamerica e zona euroatlantica è il pattern PNA (che mostra una buona anticorrelazione con la NAO) in tipica configurazione PNA+.
    Ma quest’anno lo schema non ha funzionato (e solo ora, a primavera già iniziata, le cose stanno drasticamente cambiando…).
    Ad inizio anno, si è presentata un’ennesima possibilità di sblocco della situazione: infatti ciclo solare al minimo con QBO ancora + a 50 hPa tendono ad indurre, spesso, il pattern TNH+. Quest’ultimo, presente principalmente sul Nordamerica solo in inverno e nemmeno ogni anno in modo significativo, solitamente provoca un’intensificazione della LP canadese (di solito fra baia di Hudson e l’isola di Baffin), quest’anno puntualmente verificatasi e che ha ingenerato (con l’aiuto della stratosfera) interessanti colate di aria artica sugli States.


    Pattern TNH- (da Mo e Livezey, 1986)

    Sull’Europa può indurre un irrobustimento dell’HP in zona Mare del nord, situazione che però quest'anno non si è verificata (notare sulla carta la profonda SLPA- sulla Scandinavia).
    Quest’anno, evidentemente, non c’erano i prerequisiti necessari nemmeno per un estensione dell’effetto di quest’altro pattern da noi.



    Al di là del fatto che non è sempre facile inquadrare la dinamica climatica e il sistema oceano-atmosfera in rigidi schemi interpretativi, ci si può chiedere come mai sia finita così quest’anno.
    4ecast (nel precedente post #21 di questo TD) e matt69 http://forum.meteonetwork.it/showpos...8&postcount=32
    han cercato di rispondere a questa domanda, suggerendo interessanti ipotesi interpretative.

    Da par mio, ci tornerò a breve nella mia ultima parte (in cui parlerò di PDO e di circolazione atmosferica e di SLPA fra Nordpacifico e Nordatlantico).

    To be continued…..





    Ultima modifica di steph; 26/03/2007 alle 23:28
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  4. #24
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    Wink Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    Pagine climatologiche da incorniciare che solo in questo forum si possono trovare.....

  5. #25
    Burrasca L'avatar di steph
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    Predefinito Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    Teleconnessioni parte 2: PDO, Nordpacifico e Nordatlantico

    Riprendo dalla domanda posta nel mio precedente post: quali sono i principali motivi che hanno frenato anche i pur deboli tentativi, da parte della circolazione troposferica in area euroatlantica, di acquisire una maggior predisposizione a scambi meridiani?

    Al di là dei vari altri motivi precedentemente già analizzati (quali NAO e situazione stratosferica), è mia opinione che ci si debba soffermare almeno ancora su 3 punti: la PDO (e la compresenza del Nino in una fase di PDO-, peraltro già ben analizzata da 4ecast e mat69 nei post segnalati), l’”altalena” fra la semipermanente aleutinica e islandese (anticorrelate) e la circolazione zonale sul settore euroatlantico ad inizio inverno.

    Cominciamo con la PDO.

    Sebbene la maggior parte degli ENSO+ avvengano in fase pluriannuale di PDO+, non è cmq raro trovare anche ENSO+ nella fase opposta, come quest’anno. Ancora una volta, il tramite sono le SSTA, in questo caso sul Nordpacifico.

    Sappiamo che PDO+ (PDO-) implica SSTA- (SSTA+) sulla parte nordoccidentale dell’oceano e SSTA+ (SSTA-) nel Golfo d’Alaska.
    Il primo caso (che, ripeto, implica una maggior frequenza di El Nino) getta anche le migliori condizioni basilari per l’affiorare del pattern PNA+ (correlazione con le SSTA nel Golfo d’Alaska molto alta), caratterizzato da forte ondulazione e buoni scambi meridiani trasferiti, mediante il noto meccanismo del treno d’onde Rossby barotropo, dal Pacifico al Nordamerica e infine verso l’Europa. In caso opposto (SSTA- nel Golfo d’Alaska, tipiche della fase PDO-) questo pattern stenta ad emergere e, se lo fa, ha una bassa persistenza.

    Quest’anno è andata così. Solo a dicembre sembrava potesse affiorare questo pattern così caro a noi europei (soprattutto se in presenza di NAOdeb-à implicherebbe blocchi atlantici stabili). Già a fine mese, però, questo pattern tendeva a neutralizzarsi, ritornando leggermente + solo nell’ultima decade di gennaio, in contemporanea con una breve fase di NAO- (difatti questo è stato l’unico periodo di blocco atlantico e di colata polare sull’Europa).




    In fin dei conti: si è assistito ad una sorta di via di mezzo fra il prevalere dell’ENSO+ (à che favorisce PNA+) e della PDO- (à che sfavorisce PNA+).

    Le persistenti SSTA- nel Golfo d’Alaska (indotte probabilmente dalla duratura fase di HP aleutinica di novembre) hanno finito per condizionare parecchio lo schema circolatorio fra Nordpacifico e Nordatlantico, rafforzando, da dicembre in poi (e con l’aiuto “orografico” delle Rocky Mountains), una zonalità nordatlantica che già a novembre (complice lo stratcooling) aveva iniziato a manifestare il suo risveglio.

    Val la pena osservare che, a livello di SSTA sul Nordpacifico orientale e tenendo conto un po’ anche delle SSTA Nordatlantiche (caratterizzate dalla fase pluriannuale dell’AMO+), ci sono almeno 3 casi precedenti che assomigliano un po’ a questo inverno: 2 già citati più volte (mi pare da Blizzard), 1 simile soprattutto per andamento della PDO mensile fra scorsa estate ed inverno (con una provvisoria risalita autunnale e una caduta da novembre/dicembre).

    I primi 2 anni sono il 1951/52 e il 1994/95, il terzo il 1942/43 (anche se in realtà aveva una debole Nina, ma, come detto, l’ho preso in esame per il simile andamento stagionale della PDO).

    PDO su base trimestrale (dati NOAA) nel 2006/07


    PDO mensile nel 1942/43 (dati NOAA)







    Evidente l’analogia con le SLPA invernali di quest’anno.




    Anni con Nino moderato e PDO+ danno luogo, sin da fine autunno/inizio inverno, ad una maggior attività della LP aleutinica. Durante la seconda parte dell’inverno emergono poi frequenti blockings nordatlantici [1]; questo, fra l’altro, è un tipico segnale degli effetti del Nino sull’Europa durante la seconda metà dell’inverno.

    http://forum.meteonetwork.it/showpos...9&postcount=15

    Ma quest’anno, con un Nino in PDO-, questa fase bloccata non si è verificata. E, per converso, ecco che a novembre la semipermanente aleutinica s’indebolisce a tal punto da permettere la diffusione di un potente HP bloccante stazionato sulle isole, ad ovest dell’Alaska. 2-3 mesi dopo (fra J e F), la semipermanente islandese si mostra nel pieno della sua vigoria.

    È possibile ipotizzare un legame fra queste due situazioni sfasate nel tempo e distanti nello spazio (considerato anche [1])?



    La risposta è affermativa. Alcuni studi (come quello di Honda et al., 1999, dal quale ho tratto la precedente immagine), mostrano come fra LP aleutinica e LP islandese vi sia una significativa anticorrelazione, sincronica soprattutto fra febbraio e marzo, e diacronica invece fra fine autunno/inizio inverno (ND) e pieno/fine invenro (JF), con un lag temporale quindi di 2-3 mesi.
    Se si ha HP sulle Aleutine a N, è probabile che a JF si assista ad un rafforzamento della LP islandese, e viceversa.
    E in effetti quest’anno la correlazione sfasata (o diacronica) ha funzionato in pieno.








    Non sempre, cmq, questa correlazione si verifica, soprattutto ci sono diversi casi di LP aleutinica vigorosa ad inizio inverno che non si accompagnano ad indebolimento della LP islandese (e relativi blocking) 2-3 mesi dopo.
    Questi sono spesso casi nei quali le westerlies nordatlantiche sono talmente vigorose e ripetitive da persistere per buona parte dell’inverno.

    Il compianto prof. Baur, già negli anni 50-70, aveva scoperto una regola empirica che, sulla base di osservazioni risalenti fino al 1766 (!), mostrava la seguente caratteristica: quando nella prima metà di dicembre in Europa centrale (Berlino come stazione di riferimento) la STA presenta uno scarto positivo di almeno 2 °C e contemporaneamente la circolazione atmosferica prevalente sull’Europa è zonale (correnti da W o da WSW/WNW), allora questa configurazione tenderà a persistere o a ripetersi spesso per tutta la stagione invernale.

    Cercando di testare questa regola negli ultimi 60 anni, ho selezionato (Reanalisi NCEP dal 1948) quegli anni che rispettavano le 2 condizioni di cui sopra. Poi plottato le SLPA dell’intero inverno. Ecco cosa ne è uscito:



    regola rispettata in pieno!

    E il 2006/07 rientra a pieno titolo in questa regola.





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  6. #26
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    Predefinito Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    Tra i tanti post di rianalisi che hai proposto, questo merita una citazione particolare. Grandissimo
    E' giusta la conclusione di questo topic di reanalisys con l'osservazione del prof. Baur, già esposta in un tuo post di novembre, che si è dimostrata come l'unica realizzatasi appieno tra tante note stonate, alla prova dei fatti
    Andrea

  7. #27
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    Predefinito Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    I miei più sinceri complimenti.
    Da applauso.
    Marco Giazzi, Presidente MeteoNetwork

    Esiste quindi la possibilità di creare una realtà completamente nuova partendo da zero ma con forze nuove che abbiano voglia di divertirsi e lavorare. (Marco Giazzi, 27 Marzo 2002)

  8. #28
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    Predefinito Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    Citazione Originariamente Scritto da Jerry Visualizza Messaggio
    I miei più sinceri complimenti.
    Da applauso.
    Non posso che quotare la risposta del Presidente.
    Pagine di meteorologia autentica.
    Da conservare.
    Applausi a scena aperta.


    http://www.predazzo-meteo.it/index.php
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  9. #29
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    Predefinito Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    Citazione Originariamente Scritto da steph Visualizza Messaggio
    Teleconnessioni parte 2: PDO, Nordpacifico e Nordatlantico

    Riprendo dalla domanda posta nel mio precedente post: quali sono i principali motivi che hanno frenato anche i pur deboli tentativi, da parte della circolazione troposferica in area euroatlantica, di acquisire una maggior predisposizione a scambi meridiani?

    Al di là dei vari altri motivi precedentemente già analizzati (quali NAO e situazione stratosferica), è mia opinione che ci si debba soffermare almeno ancora su 3 punti: la PDO (e la compresenza del Nino in una fase di PDO-, peraltro già ben analizzata da 4ecast e mat69 nei post segnalati), l’”altalena” fra la semipermanente aleutinica e islandese (anticorrelate) e la circolazione zonale sul settore euroatlantico ad inizio inverno.

    Cominciamo con la PDO.

    Sebbene la maggior parte degli ENSO+ avvengano in fase pluriannuale di PDO+, non è cmq raro trovare anche ENSO+ nella fase opposta, come quest’anno. Ancora una volta, il tramite sono le SSTA, in questo caso sul Nordpacifico.

    Sappiamo che PDO+ (PDO-) implica SSTA- (SSTA+) sulla parte nordoccidentale dell’oceano e SSTA+ (SSTA-) nel Golfo d’Alaska.
    Il primo caso (che, ripeto, implica una maggior frequenza di El Nino) getta anche le migliori condizioni basilari per l’affiorare del pattern PNA+ (correlazione con le SSTA nel Golfo d’Alaska molto alta), caratterizzato da forte ondulazione e buoni scambi meridiani trasferiti, mediante il noto meccanismo del treno d’onde Rossby barotropo, dal Pacifico al Nordamerica e infine verso l’Europa. In caso opposto (SSTA- nel Golfo d’Alaska, tipiche della fase PDO-) questo pattern stenta ad emergere e, se lo fa, ha una bassa persistenza.

    Quest’anno è andata così. Solo a dicembre sembrava potesse affiorare questo pattern così caro a noi europei (soprattutto se in presenza di NAOdeb-à implicherebbe blocchi atlantici stabili). Già a fine mese, però, questo pattern tendeva a neutralizzarsi, ritornando leggermente + solo nell’ultima decade di gennaio, in contemporanea con una breve fase di NAO- (difatti questo è stato l’unico periodo di blocco atlantico e di colata polare sull’Europa).




    In fin dei conti: si è assistito ad una sorta di via di mezzo fra il prevalere dell’ENSO+ (à che favorisce PNA+) e della PDO- (à che sfavorisce PNA+).

    Le persistenti SSTA- nel Golfo d’Alaska (indotte probabilmente dalla duratura fase di HP aleutinica di novembre) hanno finito per condizionare parecchio lo schema circolatorio fra Nordpacifico e Nordatlantico, rafforzando, da dicembre in poi (e con l’aiuto “orografico” delle Rocky Mountains), una zonalità nordatlantica che già a novembre (complice lo stratcooling) aveva iniziato a manifestare il suo risveglio.

    Val la pena osservare che, a livello di SSTA sul Nordpacifico orientale e tenendo conto un po’ anche delle SSTA Nordatlantiche (caratterizzate dalla fase pluriannuale dell’AMO+), ci sono almeno 3 casi precedenti che assomigliano un po’ a questo inverno: 2 già citati più volte (mi pare da Blizzard), 1 simile soprattutto per andamento della PDO mensile fra scorsa estate ed inverno (con una provvisoria risalita autunnale e una caduta da novembre/dicembre).

    I primi 2 anni sono il 1951/52 e il 1994/95, il terzo il 1942/43 (anche se in realtà aveva una debole Nina, ma, come detto, l’ho preso in esame per il simile andamento stagionale della PDO).

    PDO su base trimestrale (dati NOAA) nel 2006/07


    PDO mensile nel 1942/43 (dati NOAA)







    Evidente l’analogia con le SLPA invernali di quest’anno.



    Un doppio applauso a steph!!

    Il primo per l'analisi davvero completa sui motivi del "fallimento" della stagione appena trascorsa. Siamo riusciti a imparare qualcosa di importante anche a posteriori......qualcosa a cui faremo molta attenzione i prossimi anni (a iniziare dalla regola empirica di Baur ).


    Il secondo per l'ottimo approfondimento sulla PDO. Ottima anche la spiegazione dell'interazione tra PNA (condizionato da ENSO e PDO) e NAO nel predisporre azioni bloccanti in Atlantico. Il tassello che forse mancava al mio tentativo di spiegare perchè la PDO- avesse influenzato negativamente le sorti dell'inverno 2006/07.


    http://forum.meteonetwork.it/showpos...7&postcount=12


    [CENTER]--> Marco <--

    ***...Always Looking At The Sky...***

    ""[URL="http://dailymotion.alice.it/video/x3ov8b_peak-oil-how-will-you-ride-the-slid_tech"]How Will You Ride The Slide[/URL]""


    [B] Don't panic. But if you panic, be the first.
    [/B]
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  10. #30
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    Predefinito Re: Diagnosi sulla previsione invernale

    Mi sono appuntato tutto ! Il prossimo inverno saremo vigili a tutte questi predictors esposti in questo topic.....Comunque io sono un convinto assertore che molto è dipeso dalla maledetta QBO+ associata al minimo solare....;-)

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