
Originariamente Scritto da
ilbonardi
Prima che sconvolgenti scoperte di raffigurazioni alto-medievali del bacino superiore del Ghiacciaio del Rodano senza ghiaccio con qualche walser a zonzo in maglietta e braghe corte mi costringano a farmi frate ne approfitterei per tentare di fissare qualche punto metodologico, e non.
1) i transiti tra nord e sud delle Alpi, in corrispondenza di alcuni passaggi di elevato significato economico, erano già dal Medioevo (ma soprattutto dal Basso Medioevo) relativamente intensi. Gli stessi erano tra l'altro resi possibili dall'esistenza, a livello locale, di manodopera, pagata dalla/e comunità, con il compito di mantenere costantemente percorribili, anche d'inverno, le principali vie di comunicazione (nelle Alpi centrali i cosiddetti
rotéri o
rotteri ...; da rompere, la neve ovviamente). Era prassi e necessità, quindi, muoversi su neve o, del caso, su ghiaccio: estate e inverno. Ciò era valido per i walser come per ogni altro gruppo umano (i walser, ancorché mitizzati da una certa letteratura, non erano né dei né semidei ...) che, insediato nelle Alpi, avesse la necessità di spostarsi o spostare merci.
L'esistenza o l'intensità dei transiti intralpini in una data area non costituisce di per sé prova storica di un certo status climatico o di un altro.
2) la colonizzazione di alcune alte terre alpine da parte dei walser può aver trovato terreno fertile in un clima di certo più mite rispetto a quello della PEG (ma non di necessità più mite dell'attuale). Ma
l'origine delle colonie walser, a nord come a sud delle Alpi, è da considerarsi come un fatto di natura squisitamente politico-economica : nella maggioranza dei casi, il frutto di una "chiamata" signorile testimoniata da atti scritti (che anche in questo caso, peraltro, non fu prerogativa dei soli walser, seppure va dato loro atto di aver costituito sistemi che oggi definiremmo "sostenibili" in contesti ambientali decisamente difficili).
................
4)
le ricostruzioni di Christian Pfister sul PCM in area centroeuropea e alpina sono a oggi tra le più precise e attendibili. Derivano dalla maggior banca dati documentaria tematica (sia per il PCM sia per la PEG) esistente al mondo (la sua …).
5) le considerazioni di Le Roy Ladurie sono un esempio paradigmatico di metodo storico e altresì scientifico: all’equazione deterministica “risalita latitudinale di una coltivazione = riscaldamento climatico” si sostituisce quella, opposta e apparentemente assurda, “risalita latitudinale di una coltivazione = raffreddamento climatico” in virtù della presa in esame dei fattori umani (qui di tipo economico, ma in altri casi di carattere culturale, sociale o psicologico) che hanno interagito, sovrapponendovisi, con quelli ambientali. Qualcosa di analogo potrebbe essersi verificato in Valtellina con l’espansione altitudinale del vigneto durante la PEG.
In un conteso antropico, difficilmente (se non in situazioni estreme) i mutamenti climatici danno vita a nuove forme di organizzazione del territorio senza che l’uomo ne sia parte attiva, con risultati finali che, di conseguenza, possono mascherare la natura del cambiamento climatico. Come insegnava lo stesso Le Roy Ladurie quarant’anni fa,
la storia del clima la si fa con materiali climatici e non con gli effetti, presunti, di presunte variazioni climatiche.

Segnalibri