Il link al testo comleto è presente dal primo giorno nel mio post di apertura.
Mann et al. 2008 (vedi ultimo grafico postato):
tra 934 A.D.(-0.37°C) e 966 A.D. (+0.32°C) le temperature del NH aumentarono di ben 0.69°C in soli 32 anni!.....ed Erik il Rosso iniziò a preoccuparsi per gli orsi polari
Detto questo, l'eccezionalità del GW attuale non è in discussione.
Ciao![]()
Ultima modifica di Berto80; 13/09/2008 alle 21:04
Prima di rispondere punto per punto, una premessa d'obbligo altrimenti, soprattutto i più giovani qua dentro, non riescono a focalizzare il problema.
La mia generazione aveva poche idee del clima passato: spezzoni, racconti episodici, cronache. Una delle poche cose che si sapeva è che nel Medio evo aveva fatto molto caldo e, successivamente, molto freddo. Il tempo attuale non era tanto caldo, ma appariva tale perché eravamo in uscita da un periodo freddo (la PEG). Questa era la visione dominante quando uscì l'hockey stick. Il quale, come detto sopra, sosteneva che oggi faceva molto più caldo di qualunque periodo negli ultimi 1000 anni (ivi compreso il caldo Medio Evo) e che PEG e Optimum in realtà erano modeste oscillazioni.
In un clima di dibattiti AGW, l'ipotesi che oggi facesse molto più caldo che in passato divenne sicuramente un cavallo di battaglia di coloro che sostengono l'attuale fase di riscaldamento come eccezionale. Perché, se oggi fa un caldo eccezionale, è possibile che eccezionale ne sia la causa. Donde l'AGW. Se, viceversa, le attuali temperature rientrassero più o meno in un range millenario, allora potremmo attendere un po' prima di preoccuparci.
La visione che l'HS di Mann andava a criticare era infatti una visione che ogni tanto fa capolino. Precisamente questa:
tratta da un recente (un anno fa) articolo di Battaglia
http://www.galileo2001.it/materiali/..._battaglia.php
(fig.1)
Come si vede, l'Optimum risultava (e risulta) ancora più caldo di oggi. Il papà di questa ricostruzione, come Steph ha ricordato sempre qui dentro, è il pionieristico studio di Lamb del 1965, dal quale si può trarre questo grafico, al quale sono però stati aggiunti (in rosso) i valori degli ultimi decenni.
Noto per inciso una cosa che non è stata presa in considerazione. Il lavoro di Lamb è quello che "inventò" l'ottimo medievale. Ma lo collocava al 1200, e l'anno 1000 risultava in media se non (per i decenni precedenti) sottomedia. Ci ritorneremo dopo perché noto che ci si riferisce a "questo" optimum indifferentemente se sia stato nel 950 o nel 1200.
Ma proseguiamo.
Quando uscì l'HS la visione tradizionale (quella sopra riportata e alla quale alcuni come Battaglia sono rimasti fedeli) subì un fiero colpo. Il lavoro di Mann fu successivamente (come accade per ogni lavoro scientifico) rivisto da altri e un metodologico, uno statistico se non ricordo male, individò delle pecche nello studio. Pecche che ne inficiavano i risultati. Questo divenne allora il controcavallo di battaglia degli scettici i quali, sostenendo che il lavoro di Mann fosse da buttare, riesumarono la visione tradizionale di Lamb. E, per molti negazionisti, la cosa si fermò lì.
Negli anni 2000 furono condotti molti altri studi, tra cui altri dello stesso Mann (stavolta privi degli errori precedenti, e quindi corretti), tutti protesi a dare una risposta alla BIG QUESTION, ovverossia: faceva più caldo nel MedioEvo o fa più caldo oggi? Tutti questi studi hanno ricevuto il placet ufficiale dall'Accademia delle Scienze Americane (2006) che riprodusse il grafico che ho allegato sopra e che si pronunciò a favore dell'eccezionalità del caldo attuale. Ergo, quella che era la risposta di Mann alla Big Question risultava fondata.
Conclusione: oggi la scienza non dubita più che oggi faccia più caldo che nel Medio Evo. E che, anzi faccia parecchio più caldo.
Questa premessa era indispensabile per capire un po' i punti della discussione. Vengo adesso a risponderti.
No, non è affatto un errore di traduzione. E' un'espansione perché il grafico da te postato riprende gli spaghetti di quello dell'Accademia e ne aggiunge altri. Lo "espande" nel senso che non si limita a quelle 4 o 5 curve ma, a quelle, ne aggiunge altre.
Qui non hai proprio capito: il grafico in allegato è quello allegato da me, quello che compare in allegato al mio messaggio. Quel grafico è stato, come ben dovresti sapere, postato qui dentro e qui dentro dibattuto assai spesso.
Sì, corretta. Come non ti dovrebbe sfuggire esiste la correttezza ed esiste la veridicità. La prima è condizione necessaria, ma non sufficiente, della seconda. Perché la correttezza si riferisce ai procedimenti usati, ai dati considerati ed è una premessa del fatto che le conclusioni siano vere. Ma non una garanzia. Altrimenti non ti spiegheresti come mai, alla stessa domanda, si possa dare, in sede di dibattito scientifico, una pluralità di risposte differenti. Una sola di quelle (o forse nessuna) sarà quella giusta. Ma tutte sono corrette. Poi, se successivamente vengono prese in considerazioni altre variabili e, sempre correttamente, si giunge a conclusioni differenti non è una dramma: è il sale del dibattito scientifico. Se ti dovessi fare un elenco, nel mio campo (l'economia), di quante risposte esistono ad una domanda banale come "di quanto sono aumentati i prezzi delle case nell'ultimo decennio", per non parlare di "perché sono aumentati i prezzi delle case nell'ultimo decennio?" rimarresti stupito. Eppure tutte le varie risposte sono "corrette". Qualcuna vera, qualcuna sbagliata, ma tutte metodologicamente corrette.
Anch'io ti dico: vedi sopra.
Meno male: ne sono felice. Perché, vedi, cercando di capire il motivo dell'astio nei miei confronti sono andato a cercare quale potesse essere il motivo. E ho trovato un thread del gennaio 2007.
http://forum.meteonetwork.it/showthr...ght=divergenza
Manco a dirlo anche allora si parlava di ricostruzioni di temperatura. In quel thread, all'idea che oggi potesse far più caldo che nel Medio Evo, tu ti scompisciavi dalle risate.
"Questo è dunque il motivo per cui l' Optimum Climatico Medievale oggi, secondo queste fallaci ricostruzioni, sembrerebbe meno caldo del periodo attuale!"
messaggio 33 di pagina 4. E proseguivi, sempre nello stesso messaggio, rincarando la dose
"Insomma, la parte più numerosa e rumorosa della comunità scientifica sta allarmano il mondo sulla base di dati ottenuti da un termometro sballato, un termometro che inevitabilmente non è in grado di rispondere linearmente alle variazioni di temperatura."
oppure
"Ad avvalorare tutto ciò vi sono anche più e più testimonianze storiche riguardanti passi alpini aperti durante l'OCM ed ora chiusi dai ghiacciai, o la terribile siccità che per un ventennio a cavallo del 1150 afflisse le regioni alpine abitate dai Vallesi e che li costrinse ad emigrare. Testimonianze scritte sempre riguardanti il OCM di mietiture avvenute in Febbraio. Viti in Inghilterra, Vichinghi che nel 10° secolo approdavano nella terra verde, la Groenlandia ( poi abbandonata al sopraggiungere della Piccola era glaciale a metà del 13° secolo)…"
Al che io, che fino a quel momento non avevo parlato, ribattei (messaggio 61, quotando Gio) che non capivo come un neolaureato potesse mettere in dubbio (tra l'altro con irrisione) il lavoro di fior di scienziati che avevano convinto la stessa Accademia delle Scienze (quindi già allora avevo allegato il grafico). Non solo: ti facevo notare come alcune delle ricostruzioni non prendevano come parametro gli anelli degli alberi ma, per quanto riguarda la BIG QUESTION, arrivavano alla medesima risposta.
Sono lietissimo che tu ora abbia cambiato idea. Non capisco però perché te la pigli con me, che quell'idea ho sempre sostenuto.Tra l'altro: se ora sei finalmente convinto che Mann TI dia ragione a proposito dell'OCM, sarei curioso di capire più o meno quando c'è stato. Nel 950? O nel 1150 anno della siccità? Nel 1200, come dice Lamb, o, invece, come scrivi tu, in quel momento INIZIA la PEG? E questa, quando inizia? Nel 1400-1500 come dicono Lamb e Battaglia o nel 1250 circa come dicevi tu?
In ogni caso, si tratta di una questione marginale: che sia 950, 1150 o 1200, il risultato, ai fini della BIG QUESTION, non muta.
Oggi fa più caldo che nei 1000 anni precedenti. E, aggiungo: parecchio più caldo.
Ultima modifica di Jadan; 14/09/2008 alle 14:53
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
E del repentino riscaldamento attuale cosa mi sapete dire? C'è stato nel passato un incremento simile?
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"L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"
Quindi, se ho capito bene e interpretato bene i grafici, si aggiunge una nuova linea, che sul Medio Evo è leggermente più alta di quelle delle altre ricostruzioni dell'Accademia USA; in pratica si vede un ME un po' più caldo, ma in sostanza non cambia gran che: resta sempre un riscaldamento rilevante ma che non pare aver interessato tutto il globo; i luoghi comuni dell'Ighilterra piena di vigneti e della Groenladia boscosa restano comunque improbabili.
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
~~~ Always looking at the sky~~~
Ammetto molto umilmente di essere sorpreso per la cosa, tuttavia non avendo i dati e il testo con la tabella dati da te riportati, nè indicazioni se trattasi di dati limitati a un sito o la media globale, nè informazioni su come sono stati ricostruiti, è difficile dire qualcosa in merito.
Mi sembra tuttavia strano che prima si parli per anni sulla qualità delle interpolazioni lineari piuttosto che delle stime Montecarlo sugli eventi rari di una serie storica, per poi arrivare a spaccare il centesimo di grado del singolo anno. A quando il mese, giorno e ora?
Non so nemmeno dirti se Erik il Rosso forse un ambientalista convinto o meno.
Tuttavia c'è moltissima confusione sugli eventi climatici legati al personaggio.
Te ne riporto alcuni, poi copio & incollo una breve biografia tratta dall'enciclopedia britannica.
Groenlandia - Terra verde FALSO
La Groenlandia venne chiamata così da Erik non perchè effettivamente fosse a lui apparsa verde, ma per il semplice fatto che lui voleva stabilire lungo le coste delle comunità, e trovò il fatto di chiamarla "terra verde" un ottimo strumento pubblicitario per invogliare la gente ad ascoltarlo.
E' lui stesso che lo dice nelle sue memorie, non io.
Erik e amici arrivarno in Groenlandia e coltivarono ogni ben di Dio - FALSO
Erik e i suoi amici per sopravvivere si dedicarono principalmente alla pesca, alla caccia e all'allevamento, i cui prodotti venivano venduti in Scandinavia per poter acquistare grano e beni vari.
Erik e coloni dovettero scappare dalla Groenlandia per il cambio climatico - IN BUONA PARTE FALSO
Erik, come moltissimi altri coloni, morirono a causa di un'epidemia di peste negli anni immediatamente successivi al 1000 AD.
Ci furono inoltre guerre con gli Inuit, ma soprattutto la colonia fondata da Erik svanì col tempo dopo una lunga decadenza, legata al fatto che era comunque stabilita su un territorio lontano dai grandi traffici, scomoda per tanti motivi e per ultimo l'arrivo di epoche ulteriormente più rigide non fecero altro che convincere ad andarsene anche gli ultimi rimasti.
ERIK THE RED
Erik the Red (950–c. 1003) (Old Norse: Eiríkr rauði; Icelandic: Eiríkur rauði; Norwegian: Eirik Raude) founded the first Nordic settlement in Greenland. Born in the Jæren district of Rogaland, Norway as the son of Þorvaldr Ásvaldsson (Thorvald Asvaldsson), he therefore also appears, patronymically, as Erik Thorvaldsson (or as Eiríkr Þorvaldsson). The appellation "the Red" most likely refers to his hair colour which was obviously red.[1]
Exiles
Erik the Red had to flee Norway because of "some killings", as The Saga of Eric the Red recounts. He and his family settled in Iceland. The Icelanders then exiled Erik for several murders around the year 982. According to The Saga of Eric the Red, his neighbour Thorgest borrowed a shovel and when it did not come back to Erik, he sought an explanation. When Thorgest refused to return it, Erik stole the shovel back. In the following chase, he killed Thorgest. A second crime laid at Erik's door occurred when he insisted upon revenge for the deaths of his slaves who had "accidentally started a landslide" on Valthjof's farm. Valthjof murderously punished the slaves for this misfortune. Erik did not take kindly to this and so slew Valthjof. The Icelanders eventually convicted Erik of these murders and banished him from Iceland. This event led him and a group of followers to travel to the lands nearly 500 miles west of Iceland.
Discoveries
Even though popular history credits Erik as the founder of Greenland, earlier Norsemen both discovered and tried to settle it before him. Tradition credits Gunnbjörn Ulfsson (also known as Gunnbjörn Ulf-Krakuson) with the first sighting of the land-mass. Nearly a century earlier, strong winds had driven Gunnbjörn towards a land he called "Gunnbjarnarsker" ("Gunnbjörn's skerries"). But the accidental nature of Gunnbjörn's discovery has led to his neglect in the history of Greenland, with Erik the Red thought of as the discoverer.
After Gunnbjörn, Snaebjörn Galti had also visited Greenland. According to records from the time, Galti headed the first Norse attempt to colonize Greenland, an attempt that ended in disaster.
In this context, about 982, Erik sailed to a somewhat mysterious and little-known land. He rounded the southern tip of the island (later known as Cape Farewell) and sailed up the western coast. He eventually reached a part of the coast that, for the most part, seemed ice-free and consequently had conditions — similar to those of Iceland — that promised growth and future prosperity. According to the Saga of Erik the Red, he spent his three years of exile exploring this land. He named this land "Greenland" because he wanted to attract other people to it. The first winter he spent on the island of Eiriksey, the second winter he passed in Eiriksholmar (close to Hvarfsgnipa). In the final summer he explored as far north as Snaefell and in to Hrafnsfjord.
When Erik returned to Iceland after his term of banishment had expired, he brought with him stories of "Greenland". Erik purposely gave the land a more appealing name than "Iceland" in order to lure potential settlers. He explained, "people would be attracted to go there if it had a favorable name". Ultimately he did this, though, to gain favor among people, as he knew full well that the success of any settlement in Greenland would need the support of as many people as possible. His salesmanship proved successful, as many people (especially "those Vikings living on poor land in Iceland" and those that had suffered a "recent famine") became convinced that Greenland held great opportunity.
After spending the winter in Iceland, Erik returned to Greenland in 985 with a large number of colonists and established two colonies on its southwest coast: the "Eastern Settlement" or Eystribyggð, in modern-day Julianhåb, and the "Western Settlement" or Vestribyggð, close to present-day Godthåb. (Eventually, a Middle Settlement grew up, but many people suggest this settlement formed part of the Western Settlement.) The Eastern and Western Settlements, both established on the southwest coast, proved the only two areas suitable for farming. During the summers, when the weather conditions favored travel more, each settlement would send an army of men to hunt in Disko Bay above the Arctic Circle for food and other valuable commodities such as seals (used for rope), ivory from tusks, and beached whales (if they had good luck). In these expeditions they probably encountered the Inuit (Eskimo) people, who had not yet moved into eastern Greenland.
Eystribyggð
In Eystribyggð, Erik built the estate Brattahlíð, near present-day Narsarsuaq, for himself. He held the title of paramount chieftain of Greenland and became both greatly respected and wealthy. The settlement venture involved twenty-five ships, fourteen of which made the journey successfully; of the other eleven, some turned back, while others disappeared at sea.
The settlement flourished, growing to over 3000 inhabitants spread over a considerable area along Eriksfjord and neighboring fjords. Groups of immigrants escaping overcrowding in Iceland joined the original party. However, one group of immigrants which arrived in 1002 brought with it an epidemic that ravaged the colony, killing many of its leading citizens, including Erik himself.[2] Nevertheless, the colony rebounded and survived until the Little Ice Age made the land marginal for European life-styles in the 15th century (shortly before Christopher Columbus's voyage to the Canary Islands in 1492). Pirate raids,[3] conflict with Inuit moving into the Norse territories, and the colony's abandonment by Norway became other factors in its decline.
Erik's descendants
History records that Erik and his wife Þjóðhildr (Theodhild) had four children: a daughter, Freydís, and three sons, the explorer Leif Eiríksson, Þorvald (Thorvald) and Þorsteinn (Thorstein). Erik himself remained a follower of Norse paganism, unlike his son Leif and Leif's wife, who built the first Christian church in the Americas on their farm. (Despite speculation, it seems unlikely that Leif pioneered the introduction of Christianity to Greenland.)
Leif Ericson became the first Viking to explore the land of Vinland (part of North America). Leif invited his father on the voyage, but according to legend Erik fell off his horse on his way to the ship and took this as a bad sign, leaving his son to continue without his company. Erik died the winter after his son's departure.
Allevamento soprattutto. Il quale allevamento, come ricorda Diamond, fu causa del collasso del fragilissimo ecosistema groenlandese. Questa pare la spiegazione più convincente (insieme ad eventuali epidemie) del perché si estinse quella comunità. Il freddo può aver avuto la sua parte, ma non dimentichiamo che mentre in Groenlandia c'erano i vichinghi, c'erano anche gli inuit. I quali inuit camparono anche dopo l'estinzione dei vichinghi. Il fatto che i vichinghi preferino rimanere attaccati ai loro sistemi di vita li uccise: avessero imparato dagli inuit sarebbero ancora là. Invece con gli inuit erano continue scaramucce e guerricciole.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Anche la storia dei vigneti inglesi va letta con cautela, non è necessariamente un indicatore climatico, ci sono anche motivi di ordine diverso che possono far scegliere una coltivazione piuttosto che un'altra e comunque la vite si coltiva anche oggi: tra il Galles il sud dell'Inghilterra
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
Marco, hai ragione. Ma non dimentichiamoci (non tu, altri) che OGGI, a parte i vigneti in Inghilterra, stanno producendo vino in Svezia. Con uve lì maturate e vendemmiate.
In Inghilterra, OGGI, stanno piantando gli ulivi. I produttori di Champagne stanno comporando vigneti in Inghilterra perché sospettano che in capo a 10 anni NON riusciranno più a produrre champagne in Champagne.
Questa è la realtà odierna...
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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