Citazione Originariamente Scritto da steph Visualizza Messaggio
Torno sulla questione PNA: in questo intervento mi limiterò a discutere dell’influenza barica che il pattern PNA ha sul comparto euro-atlantico, quindi non parlerò (per il momento) della sua previsione invernale.
Lo farò sulla scorta di due interessanti paper che ho appena letto.
Roberta Quadrelli e John M. Wallace, in due paper del 2004, hanno proposto un’interessante lavoro inerente i principali patterns di variabilità della circolazione invernale extratropicale nordemisferica.

Il loro lavoro ha permesso di ottenere, attraverso la classica metodologia statistica dell’analisi dei componenti principali (PCA, una procedura mediante la quale un dataset spaziotemporale è decomposto nelle sue principali configurazioni), due modalità principali di anomalie della pressione media mensile invernale (DJFM) al suolo e sulla superficie isobarica di 500 hPa. Quasi il 50% della variabilità climatica del NH è spiegata, sinotticamente, tramite questi due leading modes (PC1 e PC2).



Queste due modalità sono praticamente coincidenti con due pattern molto noti:

. il PC1, strutturato in modo da avere i centri d’azione disposti geograficamente sui paralleli e con dipoli latitudinali fra zona polare e medie latitudini/aree subtropicali, risulta essere in sostanza la fotocopia del NAM, sia nella sua versione regionale (NAO) che emisferica (AO). Forse si avvicina di più a quest’ultimo, vista la presenza di un segnale barico anche nel Pacifico.

. il PC2, strutturato in modo da avere i centri d’azione disposti geograficamente sui meridiani e con dipoli longitudinali fra Nordpacifico centro-orientale e Nordamerica continentale (ma con altri centri secondari anche in area euro-atlantica), risulta essere in sostanza la fotocopia del PNA.
In area euro-atlantica c’è una certa rassomiglianza, nella sua fase positiva, con il WR “Atlantic Ridge” di Cassou oppure con un mix fra i WR ATH e EUL.






Nella sua fase negativa, invece, sembra un po’ simile alla variante Scandinavian/Russia High (SCAND+) del WR EUH.



Ecco anche una tabella che mostra (fra fine anni 50 e il 2000) quali delle 12 decadi invernali (DJFM) era accompagnata da un indice elevato (nero) o basso (grigio) del PC1 (sopra) e del PC2 (sotto):


Notare, per il PC1, il progressivo passaggio da una prevalenza della fase negativa (AO/NAO-) negli anni 60 ad una prevalenza di quella positiva (AO/NAO+) negli anni 90.
Non si intravvede, invece, una chiara tendenza nella frequenza delle fasi del PC2, anche se sembra di scorgere una certa prevalenza, nei due mesi invernali centrali, della fase negativa (PNA-) nel decennio metà 60 - metà 70 e invece una leggera prevalenza di quella positiva (PNA+) in seguito, forse a causa del cambio della variabilità multidecadale oceanica della PDO (come già detto in precedenti post).

Ora: quale legame c’è (se esiste) fra i due PC? E che influenza hanno sul nostro continente?

Sappiamo bene quel è l’influenza dell’AO/NAO. Meno evidente quella del PNA.

Per risolvere questa questione e rispondere adeguatamente alla domanda posta da Fabry18 (post# 121), utilizzo questa interessante carta tratta da uno dei due lavori citati.




È una rappresentazione vettoriale dei coefficienti di regressione delle SLP medie mensili (predittando) sui due PC (predittori) delle SLPA invernali mensili. In altre parole: a seconda di come variano i due pattern (che, ricordo, sono sostanzialmente l’AO/NAO e il PNA), la carta mostra come varia la SLP media mensile. Al PC1 (AO/NAO) è stata data la componente cartesiana delle x, al PC2 (PNA) quella delle y.
La lunghezza del vettore è proporzionale all’ampiezza della regressione (più è lungo, maggiore è la variazione della SLP su una specifica zona in funzione dei due PC).

In sostanza, e semplificando, posso avere le seguente 8 principali possibilità:
1) PC1 positivo à AO/NAO+
2) PC2 positivo à PNA+
3) PC1 negativo à AO/NAO-
4) PC2 negativo à PNA-
5) PC1 e PC2 positivi à AO/NAO+ e PNA+
6) PC1 e PC2 negativi à AO/NAO- e PNA-
7) PC1 negativo e PC2 positivo à AO/NAO- e PNA+
8) PC1 positivo e PC2 negativo à AO/NAO+ e PNA-



La carta ci mostra 5 principali aree sensibili (nel NH) ai due PC, le prime tre assai conosciute, le ultime due assai interessanti:

1) le zone polari: ovviamente, come ci si aspetta, abbiamo un’anticorrelazione con l’AO/NAO (la SLP è alta se l’AO/NAO è negativa, e viceversa);

2) le zone subtropicali e soprattutto delle medie latitudini euro-atlantiche: ovviamente abbiamo una correlazione con l’AO/NAO (la SLP è alta se l’AO/NAO è positiva e viceversa), ma spicca anche una leggera componente verticale sulle medie latitudini dell’Europa occidentale (SLP alta favorita un po’ anche da PNA positivo e viceversa);

3) il Nordpacifico al largo delle coste nordamericane: ovviamente, di nuovo come previsto, abbiamo un’anticorrelazione con il PNA (la SLP è alta se il PNA è negativo e viceversa);

4) l’area europea russo-scandinava: qui il vettore ci dice che la SLP è anticorrelata sia all’AO/NAO che al PNA (SLP alta in occasione sia di AO/NAO negativa che di PNA negativo e viceversa);

5) il Nordatlantico al largo e a sudovest delle isole britanniche: qui domina una componente opposta a quella presente sulla Scandinavia (SLP alta in occasione sia di AO/NAO poositiva che di PNA positivo e viceversa). Ovviamente a nordovest di UK e a sud dell’Islanda, è già dominante la componente negativa del PC1 (anticorrelazione con l’AO/NAO: SLP alta in occasione di AO/NAO negativa e viceversa).


davvero molto molto molto interessante. Notare che i due principali modi di oscillazione invernale ben poco facciano sulla pressione del nord america e come un PNA+ sia in grado di influenzare almeno alla pari della NAO/AO la pressione sul comparto atlantico-europa.

Mille grazie per questo spunto Stefano.