Non ti preoccupare, so bene quanto sia difficile far passare la giusta sfumatura dietro un messaggio, quindi non ti preoccupare, la prendo come un confronto sano e costruttivo, nulla di più
Io in generale posso ritenermi d’accordo con Walter, quando dice che ora lo sci deve essere usato come un ponte per un nuovo modello di turismo e di attività, assolutamente. Si deve sfruttare la massa che viene attirata dallo sci per fare conoscere altri modi di vivere la montagna.
Il problema essenzialmente delle montagne piemontesi è che sono aree depresse, al di fuori della Val Susa e poche eccezioni quali Limone, Prato, DomoBianca, Alagna e Macu. Ma non parlo di impianti di sci, ci sono zone come ti dicevo dove non prende nemmeno il telefono, dove devi fare 10 km per prendere un pezzo di pane, è questo il problema. Possono andare bene a me o a te, perché amiamo la montagna, ma non vanno bene ai turisti che sceglieranno invece altre località dove esiste un bar, un centro benessere, dove c’è qualche servizio… ecco il vero problema.
Per quanto riguarda lo sci in generale, posso dire che secondo me non morirà così in fretta: esistono tecniche quali snowfarm che sono molto utili, si preserva la neve creando mucchi e coprendoli con teli, per poi stenderla all’inizio della stagione successiva. Livigno, Riale, Cogne o Cervinia stanno già sfruttando questa tecnica; in più esistono dei cannoni che sono in grado di produrre neve fino a 15 gradi, ad esempio erano sfruttati sul ghiacciaio dello Stelvio la scorsa stagione estiva… insomma, alternative ci sono, lasciando stare quanto sia etico o invernale il concetto di neve prodotta con 15 gradi. A mio parare saranno tutt utilizzate, perché l’indotto dello sci supererà tranquillamente i costi di produzione dlela neve con tali tecniche
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