Edifici pubblici sicuri, servono 50 miliardi - Il Sole 24 ORE
Certo che se poi gli edifici ristrutturati fanno la fine della scuola di Amatrice, prima di iniziare i lavori bisogna porsi qualche domanda. E le possibili risposte non sono incoraggianti.......
WEBCAM MEZZOGORO (FE): http://meteomezzogoro.altervista.org/mezzogoro-1.html
Rete MyMNW: http://my.meteonetwork.it/station/ero148/index.php
Bei tempi quando la meteorologia non si era ancora trasformata in metopolitica. Gran bei tempi...........
Vorrei fare una proposta/riflessione.
Cosa fanno nella Tornado Alley gli americani? Costruiscono case antitornado in cemento? Bhe non tutti, alcuni preferiscono farsele e rifarsele in legno. Ma cosa hanno tutti in comune? Un bunker con i controcosiddetti dove rifugiarsi.
Allora mi viene in mente una cosa simile.
Costa troppo mettere in sicurezza interi edifici? Bhe allora perchè non rendere sicura una o piu stanze?
I punti di raccolta durante gli eventi calamitosi già ci sono. Allora facciamo il punto sicuro di raccolta. Rendere una stanza a prova di crollo, ingabbiandola, chiudendola in una cella monoblocco, rivestendola di qualche materiale....un locale grande proporzionalmente al numero di occupanti con prese d'aria, viveri etc etc come avviene per i bunker antitornado.
Chissà quanto potrebbe costare ai privati.
Sarebbe fattibile secondo voi?
Provate a "fantasticare" con me...
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So che sono sempre polemico, e mi dispiace per la scuola collassata e gli altri edifici pubblici lesionati. Ma guardate che le costruzioni moderne hanno retto bene al sisma - o quantomeno non sono crollate - come si evince proprio ad Amatrice, dove ad essere distrutto è stato il borgo storico e non il borgo moderno. Vedere la 5a foto:
In pictures: Aerial shots of earthquake-hit Italy - BBC News
Aggiungo il già citato caso di Norcia, dove non ci sono stati danni di rilievo né vittime, a seguito degli interventi post-1979 e post-1997. A me sembra che ci sia una certa isteria sulle costruzioni antisismiche in Italia, derivando da un caso particolare (es. la scuola crollata) un caso molto più generale ma quasi totalmente ingiustificato. Non è che i progettisti ed i costruttori italiani siano tutti mezzi baluba e mezzi delinquenti, salvo ovviamente i pochi casi in cui purtroppo questo capita.
Il problema insomma non sono le costruzioni moderne, generalmente fatte a norma. Il problema è mettere in sicurezza i tanti edifici storici (ma non sempre artistici) di cui è ricca l'Italia; dove burocrati e soprintendenti spesso si mettono di traverso, oltre naturalmente alle già citate difficoltà finanziarie (interventi relativamente costosi, abitanti spesso vecchi o poveri ecc.)
Proprio stamattina ho sentito dei 50 miliardi per gli edifici pubblici, in più hanno stimato tra i 90 e 300 miliardi per l'edilizia privata.
Ora, e mi rivolgo in particolare a Tore, ne hanno spesi 127 in 50 anni, e come detto per l'Irpinia, il grosso di questa fetta non è stata ricostruzione ma chiamiamolo eufemisticamente "rilancio economico".
Aggiungiamoci poi il fatto che ciò che spendi in prevenzione, vedi Norcia, vuol dire salvare vite umane, solo parzialmente ti protegge il patrimonio edilizio. La ricostruzione a Norcia implicherà una grossa spesa, perchè se una parete non cade ma si incrina la devi buttare giù tutta quanta e ricostruirla.
Inoltre mi permetto di fare le mie considerazioni sulla scuola "crollata", di cui non conosciamo l'entità dei danni subiti (perchè dalle foto che ho visto si vede solo un'ala crollata ma il resto in piedi) e soprattutto non sappiamo nulla del tipo di ristrutturazione. Perchè mettere in sicurezza non vuol dire garantire che non cada; ieri sentivo un ingegnere esperto in antisismica che spiegava che mettere in sicurezza è equivalente a mettere su un'auto cinture airbag, stai più sicuro ma non vuol dire che non corri rischi.
Non è stato un 7 ma sempre un 6.0, e da quel che leggo, su un bruttissimo terreno ad Amatrice.
I magistrati hanno aperto le inchieste, mi sembra doveroso aspettare prima di crocifiggere chi ha ristrutturato.
Fattibile, tutto è tecnicamente fattibile: sarebbe in sostanza una sorta di panic room rinforzata, un rifugio appunto. Ma nel caso del terremoto non avresti probabilmente il tempo di raggiungerla, dato che il tutto avviene nel giro di pochi secondi, cedimenti strutturali inclusi. Anche rinforzare alcune stanze, di fronte al collasso dell'edificio, potrebbe non avere grande senso. Meglio a quel punto fare interventi minori (briglie, catene ecc.) che garantiscano almeno che l'edificio non collassi, permettendo la sopravvivenza ai suoi abitanti, anche se poi dovesse risultare inagibile.
A Norcia non mi risultano grandi danni, qualcosa di più invece in frazione Castelluccio: sbaglio?
Giusta la considerazione sul terreno, ma anche quello andrebbe considerato nella "messa in sicurezza". D'altra parte, se è il terreno "sbagliato", bisognerebbe avere il coraggio (e la possibilità) di demolire e ricostruire altrove. Inutile avere edifici perfetti se il terreno cede:
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Condivido quasi in toto, tranne per il fatto che non ci siano danni di rilievo. Tra verifiche e ristrutturazioni credo proprio che anche Norcia contribuirà alla spesa di ricostruzione.
Terremoto, danni a Norcia e Cascia: abitazioni evacuate - Corriere dell'Umbria
A me dei soldi frega poco. Se vogliono ci sono. A Norcia hanno speso soldi ma devono spenderne altri? Bhe chi se ne frega! Se il risultato ottenuto è 0 morti e 0 feriti a me basta quello.
Ad Amatrice ora quanti soldi serviranno per ricostruire tutto daccapo dopo aver perso 250 e piu vite umane? Si dovrebbero fare delle stime del prima e del dopo.
Cioè spendo X per evitare che il palazzo collassi, salvo vite umane e poi risistemo il palazzo lesionato spendendo Y.
Oppure non spendo una beata mazza per la sicurezza, crolla tutto, perdo 300 persone ma spendo Z per ricostruire.
Poi confronto X+Y con Z e vedo cosa mi "conviene" fare e poi mi chiedo "Qual è il valore economico delle 300 persone decedute?"
....
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