Se riesco a ricostruire il passato con i modelli allora con gli stessi posso provare a vedere il futuro. E' un esercizio matematico molto banale.
Naturalmente dato che non conosciamo del tutto la sensibilità climatica all'equilibrio (che non è una costante fisica, ci tengo a precisarlo, dipende anche dal contesto geoclimatico) e ancor meno conosciamo quale sarà l'evoluzione delle emissioni nei prossimi anni, non possiamo avere un unico risultato, come quando si prolunga una retta per scoprire in un grafico cartesiano per quali altri punti passerà. Avremo diverse possibilità, in ogni caso il fatto che tutto il mazzo delle ensemble vada per il riscaldamento, anche lo scenario migliore, la dice tutta sulla tendenza per il futuro: un ineluttabile e inevitabile riscaldamento.
Se le tieni ben distinte, perchè allora scrivi quanto segue?Infatti le ho tenute ben distinte.
Che c'entra questo con il clima del futuro? Quello che stai esprimendo è appunto un evento meteorologico, non climatico.Io intendevo sapere se in una data località pioverà o meno, non fare lo spiritoso, o non capisci quello che si scrive.
Che il mondo andrà incontro a un riscaldamento di N gradi è certo in pratica, non conosciamo quel N. In ogni caso la relazione fisica per cui all'aumento dei gas serra corrisponde un riscaldamento resta valida, in assenza di altri fattori che riescano a tamponare questa relazione (e non ce ne sono al momento né ce ne saranno, gli unici di fatto che potrebbero riuscirci sono eventuali potentissime eruzioni vulcaniche, impatto di asteroide o guerra atomica con conseguente inverno nucleare, fattori astronomici di Milankovich che però per le prossime decine di migliaia di anni non avranno effetti raffreddanti sul clima terrestre).Infatti, è quello che intendo, non voglio squalificare nulla, dico solo che bisogna stare attenti a spacciare per certezze assolute i risultati dei modelli perché non c'è nessuna certezza dei risultati
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