E' proprio la frase da me evidenziata che rappresenta un'apertura di mente, un progresso, capacità di mettersi in discussione ed accettare nuove realtà, nuovi cambiamenti. In Italia, più che in altre nazioni, ciò è ancora più difficile e così si dice: "Non abbandonare mai la strada vecchia, se non si conosce quella nuova". A volte la paura di cambiare od esprimere nuove vedute, o addirittura di cercarle genera insicurezza. Tale insicurezza e mancanza di fiducia genera un fenomeno che ormai nei mass media è utilizzatissimo e si chiama "crisi". Anche nel riscaldamento globale apparentemente inarrestabile potrebbe intervenire "una perturbazione" che metta in crisi le previsioni. Anche nel periodo dei "The roaring twenties", gli Usa conobbero un periodo di forte crescita economica che si interruppe drammaticamente nel 1929. Tali inversioni di rotta potrebbero essere dovuti probabilmente al superamento del livello di sostenibilità che porterebbero conseguenze a catena che paradossalmente farebbero invertire la rotta di un fenomeno. A volte anche l'economia sa essere caotica così come lo è la meteo. Questo sarebbe un mio parere.![]()
Uhm. Ma qual'è il nesso tra rallentamento dell'attività solare, ed aumento delle precipitazioni? Le radiazioni solari causano anticicloni sull'italia? E l'anno passato con inverno abbondantemente sopramedia ed estate completamente siccitosa dove lo mettiamo? Non mi pare così semplice azzardare una diretta connessione tra macchie solari (o mancanza di) e "brutto" tempo.
Insomma, sono d'accordo che sia probabile che le teorie del global warming vengano messe in discussione a causa della mancanza di assiomi in grado di prevedere la modificazione di alcuni parametri fondamentali. Bisogna però prestare attenzione a collegare facilmente fenomeni empirici locali ad una situazione così generalizzata.
Ultima modifica di Fdg; 07/03/2009 alle 08:49
Inverno 2016?" Che l' HP si ammali di PRIAPISMO !!"
Cassano M: PET
“Mai discutere con un cretino..dopo 5 min non si capisce + chi sia tra i due”
Ecco l'articolo del Colonello
06/03/2009
Primavera 2009 fresca e piovosa?
Con febbraio si è chiuso, dal punto di vista meteo-climatico, l'inverno 2008-2009, un inverno che ha mostrato finalmente... i muscoli tanto da risultare il più piovoso e il più nevoso almeno degli ultimi 30 anni, un inverno insomma simile a quelli che le persone non più in tenera età ricordano di aver vissuto negli anni ‘60-'70. Le cause di un inverno così anomalo rispetto a quelli degli ultimi 20 anni, sono da ricercarsi in una attività solare eccezionalmente debole e in atto ormai da più di un anno e mezzo, un evento che negli ultimi 100 anni si era verificato solo altre 3-4 volte. Con queste premesse quali sono le prospettive per questa primavera? Ebbene è probabile che anche la primavera 2009 sia mediamente più piovosa e un po' più fredda di quelle degli ultimi 20-30 anni. I motivi che fanno propendere per una primavera 2009 fresca e piovosa sono essenzialmente due: da una parte l'evidenza che l'attività solare è in questo momento ancora quiescente e quindi, almeno nel mese di marzo, è altamente improbabile che possa riprendere fino a raggiungere livelli tali da modificare il quadro attuale del clima sulla nostra penisola. Il secondo motivo è un po' di carattere più generarle: se nella atmosfera vi sono attualmente in atto uno o più forcing ( da parte del sole e/o da parte di altri fattori non noti) che nell'ultimo anno hanno fatto sì che il clima sia diventato più fresco (anche a livello mondiale) e più piovoso (almeno sull'Italia), ebbene è credibile che tali forcing continuino ad agire almeno anche nei prossimi 1-2 mesi, perché è poco probabile possano scomparire nel nulla da un giorno all'altro, per essere sostituiti da forcing di segno opposto.
Mario Giuliacci - Centro Epson Meteo - 6.3.2009
Da: http://www.meteo.it/Clima-Previsioni...6-305584-57757
Inverno 2016?" Che l' HP si ammali di PRIAPISMO !!"
Cassano M: PET
“Mai discutere con un cretino..dopo 5 min non si capisce + chi sia tra i due”
Ringrazio il colonnello per il suo intervento che mi ha fatto molto piacere.
Ho appena letto il suo articolo e mi permetto di allegare un grafico che mostra come negli anni 60-70, proprio in concomitanza degli inverni ben più freddi rispetto a quelli vissuti nell’ultimo ventennio, l’attività solare abbia mostrato segni di debolezza: quegli anni sono capitati tra due minimi solari intervallati da un massimo decisamente sottotono. Ci avviamo di nuovo verso un periodo simile che, sulla scala temporale del clima, può definirsi “limitato” o si tratta di una perturbazione più intensa tale da innescare, per esempio, un nuovo “Dalton Minimum”? Non possiamo ancora saperlo.
macchie.JPG
Aggiungo infine una riflessione.
Il compito dello scienziato è studiare, passo dopo passo, il sistema che gli è stato affidato, per capirne le dinamiche ed i meccanismi che lo regolano. Studiare un sistema significa “vivere insieme ad esso, senza mai abbandonarlo”. È lo scienziato che deve adattarsi al sistema e, in base ai dati che il sistema fornisce, elaborare ipotesi e teorie sul suo comportamento futuro, sempre pronto però a rimettere tutto in gioco quando quello stesso sistema dà segni di cambiamento che non collimano con le tesi gettate fino a quel momento.
Quando si studia il complesso, ritrattare non è sinonimo di incompetenza (anche se l’immaginario collettivo lo pensa), ma significa essere consapevoli e di avere preso confidenza con ciò che si sta studiando: significa, cioè, avere assimilato il problema ed avere capito i limiti di indagine. Il sole, FORSE, ci offre l’opportunità di un reset ideologico, proprio quando una parte degli scienziati è arrivato a credere che è il clima ad adattarsi alle teorie sul suo cambiamento fin qui impostate.
Buona giornata
![]()
non sarebbe la prima volta !Originariamente inviata da andrea.corigliano
Il sole, FORSE, ci offre l’opportunità di un reset ideologico, proprio quando una parte degli scienziati è arrivato a credere che è il clima ad adattarsi alle teorie sul suo cambiamento fin qui impostate.
Buona giornata
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max +42°c 14/8/03 / min -13°c 7/2/91- T a n o G. -Castelferretti , frazione a circa 5 km a s/o di Falconara Marittima (AN)
Premessa: argomento molto interessante ed affascinante, poi concordo con gran parte del disocrso generale fatto in apertura, a parte:
- il diretto feedback locale/regionale (come suggerito da Fenrir, ma ci sarebbe cmq da dire molto a tal proposito, perché per es. è fisicamente ipotizzata un'associazione fra forza del vento solare/intensità dell'attività geomagnetica del sole e propensione a "reazione" barica e idrodinamica sul Nordatlantico...);
- il titolo (quale crisi del GW?), vedi post di Campy.
Tuttavia siamo qui anche per riflettere a tutto campo. Non vorrei quindi fare la parte dell'advocatus diaboli, ma, se rimaniamo solo al grafico delle sunspots (e senza considerare quel che dirò dopo), a me pare di scorgere una strana associazione.
Perché:
[1] i picchi sono più alti (salendo) proprio nel periodo di relativo raffreddamento delle T globali (metà anni 40 - metà anni 70).
[2] letta così, in modo veloce, sembrerebbe che l'andamento della T globale preceda quello delle suspots. Riduzione delle sunspots fra fine XIX secolo e primi decenni del XX secolo, mentre le T globali salgono.
Max delle suspots: cicli 18-19 (anni 50-60), nel pieno del raffreddamento del XX secolo.
E ancora: riduzione dei picchi di sunspots fra i cicli 21 e 23 (anni 80-00), prioprio mentre le T globali si impennano
Poi un'altra cosa: se ci affidiamo alla Total Solar Irradiance (TSI), la più recente ricostruzione (Leif Svalgaard 2007), mostra questo andamento:
[1] la TSI, ad ogni minimo, raggiunge circa un valore costante, oggi come nel minimo di Maunder: non c'è più il trend di fondo presente nelle vecchie ricostruzioni;
[2] Le Sunspot sono sottostimate più si va indietro nel tempo.
~~~ Always looking at the sky~~~
il numero 5...intanto con molta probabilità il sole torna spotless oggi, -2 al ciclo 17...
interessante inoltre questo articolo sulla determinazione del numero di wolf...
http://daltonsminima.wordpress.com/2...umero-di-wolf/
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