Sicuramente il Plastik sul sensore non ce lo metterei. Ma è sufficiente mettere un velo di scotch di carta sul sensore quando si spruzza il plastik sulla scheda ed il gioco è fatto.
Sì, per ottenere una curva quanto più corretta (è complicata), è necessario fare le prove saline. Se invece ci si accontenta di una stima teorica, la formula (variabile in base al valore misurato, come potrai notare), assume un comportamento esponenziale che prevede che l'errore a 50% sia nullo e salga da ambo i lati allontanandosi da tale valore esponenzialmente fino all'errore E a 0% e 100% di UR. E' un comportamento verosimile, anche se sicuramente non "ESATTAMENTE CALIBRATO" alla singola unità in nostro possesso.
Esatto. E’ per questo che gli eventuali circuiti di controllo di un sensore vengono realizzati in base a misure eseguite in laboratorio, con procedure standard. E’ impensabile, a posteriori, concepire una formula correttiva che, ammettendone l’efficacia, avrebbe validità solo con le stesse situazioni con le quali è stata formulata, sia a livello di “risposta” del sensore che di installazione ambientale dello stesso.
Ciao, Alessandro.
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La pressione atmosferica non è in alcun modo mai stata, nel range atmosferico, fattore da considerarsi nel calcolo di UR(RH) o temperatura. Non ha mai interferito in alcun modo con le misure che io sappia
Io mi riferivo non al calcolo dell'umidità in se stessa, so benissimo che la pressione non ha alcun valore in questo caso, intendevo dire che chi ci può dire che la linearità del sensore non venga alterata dalla variazione della pressione? era solo un esempio![]()
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Quoto al 100%, qui si parla di camere climatiche!![]()
d'altronde questa modifica va vista nell'ottica di correggere un errore grossolano senza avere ovviamente la sicurezza di arrivare al valore "reale", ma solo a riallineare il risultato al fine di renderlo perlomeno "plausibile"
vista in questo modo può essere una buona soluzione
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Esattamente, vedo che hai colto la politica nella quale viene pensata la correzione. Teniamo conto che oltre tutto stiamo parlando di sensorini "domestici" su stazioni che sono ben lontane da offrire il 100% di precisione, come scritto chiaramente sul libretto illustrativo LaCrosse. Tirar fuori test impressionanti in camere climatiche e quant'altro, cosa che probabilmente non ha mai fatto nemmeno LaCrosse stessa, mi sembra ridicolo.
Il tentativo è quello di rendere la curva d'errore igrometrica "un pò più piatta", ridurre l'errore. E' chiaro che questa curva cambierà forma, ma esisterà sempre. E' anche probabile che introducendo la correzione dell'aberrazione rilevata, magari andremo a correggere lievemente (dell'ordine magari di 1% RH) dei valori corretti, perchè ripeto, ogni unità ha una sua curva d'errore ed è impossibile se non con prove sperimentali da esprimere matematicamente.
Ripeto, tale correzione è utile solo se pensata per ridurre (o meglio linearizzare) la curva d'errore.
Ora vedo di modificare il sorgente al volo e vediamo come si comporta la mia curva igrometrica in risposta alla variazione![]()
Hai esposto in modo chiaro e comprensibile l’idea di apportare una “correzione matematica” e sono convinto che ci riuscirai.
La La Crosse non fa nessun test, è a sua volta utilizzatrice del componente (il sensore).
In sede progettuale si tende sempre ad impiegare un componente sfruttandone le performance migliori, indipendentemente dalla “classe” e dalla qualità. In altre parole, un intelligente impiego di un sensore, tipo quello utilizzato dalla La Crosse, deve limitarsi nel range di linearità della curva. Ecco come si spiega che la stragrande maggioranza di stazioni La Crosse effettua misure di umidità comprese tra il 20% e l’80%.........
Quindi, solo per “sincronizzarci” sulla discussione, la tua idea si prefigge di correggere una misura falsata, della quale solo una minima parte è inficiata dalla precisione del sensore.
Ciao, Alessandro.
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E' quello che proposi io di fare tempo fa quando se ne parlò le prime volte. Anzi, precisai di mettere un velo di carta e poi sopra uno scotch (meglio evitare cmq la colla dello scotch per carrozzieri) per eliminare ogni rischio di collaggio inquinante.
Certo.
Davis Vantage Pro2 wireless. LaCrosse WS 2300 cablata con schermo artigianale autoventilabile.
"L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"
Bene ragazzi, modifica apportata al codice. I dati vengono salvati dalla stazione ogni 15 minuti in un database mysql. Il codice salva direttamente il mysql i dati modificati. La UR viene visualizzata con la modifica da me apportata e il punto di rugiada ovviamente è calcolato in base alla nuova UR.
Per vedere come si comporta in nottata vi do naturalmente gli estremi un'altra volta. Vi ricordo che il sensore è posto sul tavolo del mio terrazzo a 15 metri d'altezza dal suolo senza schermo solare (in arrivo entro venerdì), ergo al mattino risentirà sicuramente di insolazione (sebbene domani sarà nuvoloso).
La stazione di riferimento di Pavia è una Davis Vantage Pro 2 con sensori posti sul tetto in estrema periferia (quasi campagna). I miei valori di UR leggermente inferiori e le temperature superiori sono inficiati, vi ricordo, da queste differenze.
MIA STAZIONE: http://www.knob.it/meteo
GRAFICO UR MIA STAZIONE (appena resettato alle 20.00): http://www.knob.it/meteo/humidout.php
STAZIONE DI RIFERIMENTO PAVIA: http://old.centrometeolombardo.com/V...izza/Pavia.htm
E' esattamente quello che penso anch'io. Quello che mi chiedo è perchè mai sta cosa non l'abbiano fatta quelli della LaCrosse o chi per loro.E' possibile che intervengano in maniera limitata perchè ogni sensorino ha una sua curva d'errore per cui intervenendo con una correzione pesante ad uno andrebbe bene mentre ad un altro uscirebbe fuori magari un valore superiore al 100% in caso di saturazione?
Invece, se ognuno intervenisse per proprio conto, otterrebbe una calibrazione di fino perchè "cucita" addosso al prorio sensore. Sbaglio?
Davis Vantage Pro2 wireless. LaCrosse WS 2300 cablata con schermo artigianale autoventilabile.
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