
Originariamente Scritto da
mat69
Nel corso della prossima settimana si completeranno e chiuderanno gli effetti, con intensità intermittente ma costanti, di una fase contrassegnata da un vortice polare molto forte in media stratosfera e forte alle altre quote tranne che in alta stratosfera.
Cattura.JPG
Il blocco attualmente in essere verrà ancora una volta smantellato nel corso della prossima settimana dall'ennesimo rinforzo delle velocità zonali che a loro volta seguono una compressione bilaterale della massa del
vps insufficiente a causarne la destrutturazione.
Dovremmo tuttavia essere arrivati all'esaurimento dell'anomalìa che, per motivi stagionali, ha abbandonato le quote medio alte della stratosfera ed ha resistito ad oggi ancora alle quote medie (30/50/70 hpa).
Dopo la breve compressione strato quindi con effetti sull'accelerazione zonale visibile anche in troposfera verso la metà della prossima settimana, ripartono i flussi di calore e la componente dinamica va a sommarsi, a partire dalle quote alte e medio alte della stratosfera, alla componente stagionale o radiativa.
L'insieme di questi due elementi porta oggi un'analisi sul lungo termine del modello
ecmwf che depone a favore della realizzazione del break down del
vps visibile già a 10 hpa:
ecmwf_z10_anom_nh_240.png
La realizzazione di questa dinamica, qualora portasse all'inversione dei venti zonali fino a 60°N integrerebbe gli estremi di un riscaldamento maggiore, tuttavia per potersi dichiarare un Final Warming Major (o dinamico) occorre che tale inversione si realizzi successivamente a 30 hpa come da indicazioni del FUB.
La rottura del
vps a scendere è una duplice conseguenza derivante sia dalla componente t-s ove gli eddy fluxes nel momento in cui trovano uno strato antizonale non possono oltrepassarlo e quindi agiscono via via nei piani sottostanti, sia dalla componente s-t che deriva dalla spinta dai piani alti verso il basso dello strato antizonale a partire da dove il
vps si sia riformato poiché isolato dagli apporti di calore derivanti dalla troposfera.
Ora, è del tutto evidente che la dinamica stratosphere/troposphere, in caso di Final Warming sia necessariamente più lenta e che parta dai piani ove il
vps, benché debole abbia la possibilità di riformarsi.
Se inoltre parliamo di Final Warming, il
vps deve riformarsi al di sotto dei 30 hpa (oppure anche a 30 hpa ma non deve superare comunque per breve tempo i 4-5 m/s) trasferendo verso il basso lo strato antizonale che deve poi esaurirsi in troposfera.
Nei prossimi giorni vedremo se arriveranno conferme di questa dinamica distruttiva del
vps sulla quale il modello Italo-britannico insiste da diversi giorni.

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