Bene.....speriamo tenga nel periodo più buio per i ghiacci!!!
che succede al polo sud...?
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Meteocattolica.eu / Meteogabiccemare.eu : Osservatorio Meteorologico di Cattolica e Gabicce Mare
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Tre parametri, più di altri, sono importanti nel delineare il comportamento estivo del pack artico, in ordine alla possibilità che tenga (fusione limitata) o che continui il trend al ribasso (fusione accentuata):
Ø Su scala pluriennale la ben nota connessione età dei ghiacci-rapporto volume/area(V/A)-spessore;
Ø Su scala interannuale il precondizionamento invernale/primaverile generato dal tipo di circolazione dominante nel precedente inverno dell’emisfero boreale (segnatamente l’indice AOinv) e le anomalie termiche indotte nell’atmosfera artica primaverile (STAprim);
Ø Infine, decisiva è pure la stagione estiva: nella fattispecie risultano importanti dapprima, ad inizio stagione (JJ), la combinazione data da grado di copertura glaciale (GCG) e flusso di radiazione solare incidente DSRF (che possiamo anche inferire dall’OLR: OLR+ significa suoli più caldi e quindi basso GCG e/o molte aree libere da ghiaccio all’interno del pack, ma significa pure cieli più sereni e quindi maggior DSRF). In seguito (JA) è invece più importante il flusso di radiazione nell’IR e quindi il tipo di circolazione dominante e i pattern atmosferici associati (AO, SNAO, pattern meridionali, PNA…), per i motivi già spiegati numerosi post fa.
La combinazione dei primi 2 fattori ci porta a prime parziali conclusioni discordanti: ci sono elementi positivi come l’AOinv solo di poco positivo (+0.26 nella media dei 3 mesi, ma +0.80 a gennaio, il mese con la correlazione più alta con l’estensione glaciale del successivo mese di settembre) e cmq meno positivo degli ultimi 2 inverni e STAprim in generale positive ma non in modo uniforme e non ovunque nel bacino, piuttosto concentrate sulle sponde euro-asiatiche del bacino
bilanciati da elementi negativi come la continua riduzione del rapporto V/A e dello spessore glaciale dato da perdita di ghiacci pluriennali a favore di sottili ghiacci annuali o biannuali.
La conseguenza: un estensione glaciale (E), ad inizio estate, sempre inferiore alla media ma più o meno simile a quella dell’anno scorso e superiore a quella di 2 anni fa, un’area (A) sempre inferiore alla media e superiore a quella degli ultimi critici 2 anni. (vedi precedente post di Sandro).
Dalla differenza fra E e A si ha la superficie libera da ghiaccio all’interno del pack (più è grande la differenza, maggiore saranno le aree libere da ghiaccio), mentre il rapporto A/E esprime il GCG medio all’interno del perimetro glaciale.
La situazione appare già oggi abbastanza precaria: sia i numeri che, ad es. come vedremo dopo, l’anomalia dell’OLR di giugno ci dicono che quest’anno, nonostante quanto detto prima, ci sono parecchie zone già libere da ghiaccio. La situazione appare cmq migliore rispetto al critico 2007 e più o meno simile all’anno scorso. Simile perché, se da un lato ci sono un po’ meno aree libere da ghiaccio, quest’anno i cieli artici sono stati più sereni e meno nuvolosi rispetto al giugno 2008, con un conseguente DSRF più elevato.
Veniamo quindi al terzo parametro: giugno quest’anno, come detto, è stato decisamente meno nuvoloso dell’anno scorso (ma cmq più dell’estremo 2007), con una conseguente OLR positiva associata ad un generale campo di anomalia barica superiore alla media (soprattutto sul comparto euro-americano) alimentato da miti venti meridionali dai mari di Beaufort e di Chuckchi verso il bacino artico.
Cosa dire sul prosieguo? Difficile fare proiezioni, anche perché settembre è ancora lontano e d’altra parte risulta arduo, ad oggi, prevedere che tipo di circolazione emisferica dominerà nei prossimi 2 mesi.
Nell’outlook del CS si era paventata la possibilità che quest’estate potessero emergere diversi periodi connotati da SNAO/AO+, il che tenderebbe, soprattutto ad agosto, a calmierare un’eventuale partenza anticipata della fusione. Tuttavia giugno, finora, ha visto la prevalenza di AO- e le proiezioni sul breve non vedono un drastico mutamento del pattern.
C’è anche da dire che l’inizio del Nino in corso potrebbe anche favorire una persistenza del pattern PNA+, il che si tradurrebbe in maggior propensione ad incursione di aria mite dal settore nordamericano verso l’Artico, stante la predisposizione prettamente meridionale di un simile pattern.
Alla luce di quanto scritto sopra, cmq, ci sono buone possibilità che a settembre dovremo fare i conti con la continuazione del trend che sembrerebbe essersi innescato negli ultimi anni, pur se, al momento, non me la sentirei di pronosticare un tris dell’anomalia estrema verificatasi nel 2007 e nel 2008.
Insomma: l'estate artica 2009 potrebbe anche chiudersi meglio del 2008, anche se forse di poco. Il che lascerebbe contenti un po' tutti: quelli che vedono il bicchiere mezzo pieno (sarebbe il secondo anno di fila con riduzione meno forte rispetto alla precedente), quelli che lo vedono mezzo vuoto (il trend di lungo periodo continuerebbe) e quelli che semplicemente vedrebbero un bicchiere riempito a metà (migliorare dopo l'estremo 2007 e il quasi altrettanto estremo 2008 sarebbe un po' come vincere un campionato a 3 squadre, avendo la squadra nettamente più forte...:D).
Ultima modifica di steph; 03/07/2009 alle 16:04
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Una cosa probailmente ci da' la conferma che l'area e' maggiore (minori aperture) quest'anno, almeno sopra l'80° parallelo: la temperatura e' sottomedia e inchiodata allo 0° nonostante la lunga fase di AO-:
Comunque l'azione calda dalla Siberia degli ultimi giorni ha prodotto un discreto disgregamento della banchisa da quelle parti. Buono invece in area canadese:
http://iup.physik.uni-bremen.de:8084...SRE_visual.png
Ma semplicemente perché la cumulata non rappresenta fisicamente la risposta climatica ad una sollecitazione esterna o anche interna al sistema. Per es. la cumulata si porta dietro anche il peso di fattori lontani nel tempo e i dati di inizio serie.
D'accordo che la maggiore o minore frequenza di Nino/a possano anche influenzare un po' e -diciamo così - aggiungere bias (in un senso o nell'altro) al rumore di fondo della variabilità interannuale. Ma in realtà gli effetti dell'ENSO tendono a smorzarsi dopo 1-2 anni (se non protratto), anche se sono ben consapevole della tua teoria (e di Tisdale...) a proposito dei climate step e del Nino98...
Perché mai, che so, il Nino del 1986 dovrebbe agire ancora oggi e invece non dovrebbe farlo, ad es., la Nina del 1999?![]()
E poi guarda un po', se proprio vuoi approfondire la questione ENSO (perché questo è un fenomeno dinamico, non ha solo a che fare con le SSTA), guarda un po' l'indice SO (che ti dice anche come varia nel tempo la forza della cella di Walker, degli alisei, dell'upwelling, della distribuzione delle zone di convezione profonda....). Ebbene: al di là della sua fluttuazione in un range che esclude trend significativi, quel che più balza all'occhio è la crescita barica osservata sul Westpacific (Darwin) a scapito di sostanziale stabilità nel pacifico centrale (Tahiti), tant'è che se, come proposto da questo lavoro di Mitchell e Wallace (che però si ferma al 2003), proviamo a vedere come varia l'indice ipotetico che somma la pressione standardizzata di Darwin a quella di Tahiti si vede un trend al rialzo abbastanza spiccato....
The Southern Oscillation Index, the difference between standardized sea-level pressure between Tahiti (18°S, 150°W) and Darwin (12°S, 131°E) (hereafter denoted TN – DN) [...]
The upward trend in (TN + DN) during the second half of the 20th century is quite striking.
mah, non ne sarei così sicuro, a ben guardare...Hai notato che la realta' STA FORNENDO il trend crescente + forte a 850hpa ??? E hai notato che TUTTI i modelli delle forzanti solare e GHG vedono il trend + alto dover avvenire in alta troposfera ???
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L'OLR dipende da temperatura, copertura nuvolosa, umidità e composizione chimica dell'atmosfera (e dunque opacità), non vedo da cos'altro possa dipendere.
L'OLR dipende da un mare di cose tra cui le nuvole, l'opacita' e la temperatura.
Io non parlo di come funziona teoricamente, ma di come STA FUNZIONANDO. Si sta scaldando di piu' la fascia a 850hpa senza se e senza ma. I modelli NASA danno per raddoppio CO2 aumenti forti nella medio-alta troposfera.
I modelli NASA danno aumento relativo nella tropo medio-alta per raddoppio CO2 cosi come per qualsiasi altro fattore che amplifica il riscaldamento troposferico tropicale, e questo è un aspetto di natura fisica ed è un feedback negativo dell’adiabatica satura indotta.
Ergo: non dipende dalla causa.
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Un po' ?D'accordo che la maggiore o minore frequenza di Nino/a possano anche influenzare un po' e -diciamo così - aggiungere bias
Ma come fai a pensare che una anomalia MEDIA ENSO su 30 anni (76-2003) di 0,4° superiore ai 30 anni precedenti non abbiano un effetto CLAMOROSO ???
Facciamo un ragionamento da ingegneri (spannometrico):
forcing.JPG
In pratica se un qualcosa (PDO ? Ovvero cambio della circolazione generale dei venti tropicali e del funzionamento medio di Walker) va a portarsi (di colpo col 76, in 4 anni si sta su livelli nuovi) su nuovi livelli di funzionamento rispetto alle fasi precedenti come vuoi che reagisca l'atmosfera ?
- avra' piu' H2O a disposizione, MEDIA, oscillante secondo i cicli ENSO e quindi maggiore effetto serra
- il clima andra' riscaldandosi gradualmente rispetto al periodo precedente
Non mi servono studi o studioli, e' logico e lapalissiano !!!!
Il discorso del Climate Step e' una EVIDENZA nei dati e potrebbe dipendere da molti fattori ma comunque si hanno condizioni che:
- sparano una onda climatica in distribuzione (in troposfera, in stratosfera di riflesso, in zone oceaniche, IPWP per esempio ecc...).
- portano un forte e anormale afflusso di H2O in atmosfera aumentando l'effetto serra e quindi imponendo feedback positivi (ghiacci per esempio)
I suoi effetti vanno smorzandosi nel tempo:
climate-step.JPG
Sulla troposfera non mi interessano i modelli, guardo solo la realta':
tropo.png
E la realta' dipende dalla MEDIA dei forcing tropicali e questa carta ci dice che la risposta ai vari forcing in troposfera si e' tradotta in aumento soprattutto sugli 850hpa (diffuso su tutti i paralleli).
Certo i modelli pensano ad aumento nella zona tropicale e quindi la risposta climatica ad Hotspot tra 250 e 500 hpa, ma la realta' ci dice che la zona tropicale NON ha questa tendenza, almeno negli ultimi anni e la zona dei 500hpa e' un NormalSpot !
Situazione artica al 5 luglio.
La fase di AO- da inizio giugno con frequenti afflussi caldi dalla siberia centrale ha prodotto forti scioglimenti in zona artica siberiana.
Come al solito allego gli ultimi 3 anni e le zone di maggior sofferenza relativa di ognuno:
2007: siberia tutta in fortissima sofferenza, sparito il ghiaccio di Hudson prima del tempo. Canada abbastanza sofferente ma non come il 2008:
asi-n6250-20070705-v5_nic.png
2008: canada in fortissima sofferenza e zona siberiana ovest. Bene invece in siberia centro-est
asi-n6250-20080705-v5_nic.png
2009: sofferenza in siberia centrale e leggera sofferenza in quella orientale. Bene in ovest. Male le coste est groenlandesi, molto meglio di 2008 e 2007 in canada.
asi-n6250-20090705-v5_nic.png
Outlook sul minimo di settembre:
SEARCH : Study of Environmental Arctic Change
2 lo vedono inferiore al 2007
1 uguale al 2007
4 inferiore al 2008
8 superiore al 2008
Messi malaccio è...
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