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  1. #71
    pippy70
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    a proposito di Enso...nessuna novita'????
    ENSO monitoring graphs

  2. #72
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da pippy70 Visualizza Messaggio
    a proposito di Enso...nessuna novita'????
    ENSO monitoring graphs
    E' iniziata la nina 2010-11

    A giorni aggiungo qualche considerazione e occhio al td di Blizzard
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  3. #73
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da Cloover Visualizza Messaggio
    Ottimo TD come al solito Domani me lo rileggo con calma.Riguardo al quesito ne avevo discusso qlc giorno fa con 4ecast ed eravamo arrivati alla conclusione che in presenza delle medesime forzanti multidecadali(Ap index)l'evoluzione stratosferica può operare un forcing anche contrario invertendo o rafforzando il pattern.........Non so se ti interessa integrarlo nella tua analisi 'notte
    Sì, sono d'accordo che la stratosfera è importante, una sorta di tramite che - modulando la troposfera - può favorire o meno determinate configurazioni sull'intera stagione. Ma negli ultimi anni, spesso, era la troposfera a guidare e la dispersione di onde verso l'alto ha prodotto specifiche anomalie nella stratosfera che poi non sempre si sono propagate in modo efficace verso il basso. Non so se c'entri il minimo solare, alcuni studi propendono per un generale debole coupling in anni di debole attività solare (soprattutto se accompagnati da QBO+ e Nina), ma l'effetto "B&D" è sempre da tenere in debita considerazione.
    Già nella seconda metà di novembre, una significativa parte dei possibili cambiamenti nella tendenza barica superficiale (e nella circolazione media meridionale in troposfera) sul NH possono essere attribuiti alla stratosfera e allo stato del nascente VPS. D'altra parte, molti cambiamenti nella tendenza barica superficiale in area polare ad inizio inverno sono associati a dinamiche troposferiche, come sto anche cercando di mostrare nei post sull'Artico.
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  4. #74
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da Sandro58 Visualizza Messaggio
    Ottimo il contributo di Stefano !!!
    Riguardo al 2007 (ma anche il 2010 per esempio) andrei a guardare il fatto che gli accadimenti ENSO hanno senz'altro avuto un forte impatto slla zona artica. Quell'anno ci fu Nino veloce e fortino e QBO positiva e la zonalita' ne risulto' accentuata. Al contrario il Nino 2010 sincrono a QBO negativa e minimo solare ancora notevole ha dettato un approfondimento (inimmaginabile per altro) della AO.

    Tornano anche a me le maggiori correlazioni tra AO di ottobre e AO invernale rispetto che novembre. Il busillis secondo me va cercato li, quel mese e' immediatamente seguente i minimi artici di settembre e quindi ha le anomalie al top e l'ingerenza sulla bassa troposfera al top .... in novembre si comincia a calare, quindi credo che l'azione + forte e anomala di questi anni sia in quel mese e questo POSSA determinare una spina durante la crescita del VP e quindi un indebilimento verso la fase invernale.

    Stefano, un occhio al 1998, l'accellerazione artica e' nata li, li il vero climate step, credo dovuto alla concomitante andata in fase di massima della AMO.
    Credo che non hai tutti i torti. Cmq negli ultimi anni è entrato in gioco anche lo stato precario della copertura glaciale estiva, in questo specifico caso una specie di feedback positivo (?)
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  5. #75
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    Citazione Originariamente Scritto da steph Visualizza Messaggio
    La prima cosa che ho fatto - per vedere se e come ci sia un possibile effetto fra anomalie termiche autunnali nella bassa troposfera polare e successivi inverni europei - è il plotting dei compositi delle anomalie termiche polari a 850 hPa in ottobre e novembre (ho scelto i 2 mesi centrali del periodo sett-dic) che precedevano (A) 10 inverni europei particolarmente miti risp. (B) freddi, tutti più o meno connotati da AO/NAO+ risp. AO/NAO- (c'è una forte correlazione fra l'AO e la NAO e fra questi 2 indici e le anomalie termiche su scala continentale europea). Ho deliberatamente escluso gli anni post-2000, in ragione del possibile climate shift accennato.

    Vediamo:
    (A)
    Immagine


    (B)
    Immagine


    Più o meno, direi che la situazione corrisponde a quanto avevo ipotizzato nel precedente post. Anomalie termiche positive (negative) nella bassa troposfera artica tendono ad essere seguite da inverni freddi (miti) in Europa.

    La mappa delle correlazioni fra anomalie termiche autunnali artiche e AO invernale corrobora questa situazione, in particolare è ottobre il mese meglio correlato (con l'AO di gennaio).

    Immagine


    Immagine


    Ora: come interpretare la situazione relativamente nuova dell'ultimo decennio?

    Queste le anomalie termiche:

    Immagine


    Una simile forte ed estesa anomalia va analizzata in dettaglio, magari trovando qualche prerogativa. In effetti, analizzando i singoli autunni (carte non postate), si notano alcuni anni con forte anomalia positiva, spesso sui bordi continentali/insulari adiacenti al mar glaciale artico (2002 e 2003 centro dipolare su Groenlandia/Alaska, 2005 su Russia europea e Siberia centrale, 2006 su Siberia orientale, 2007 fra il mar siberiano orientale e i mari di Kara e Barents, 2008 su Siberia e su Canada con una striscia più fresca fra Alaska e Groenlandia, 2009 fra il core del mar glaciale artico e quello di Barents mentre il 2004 è l'unico anno a non presentare una vera e propria area relativamente uniforme di anomalie +).

    Ques'anno, finora, la configurazione delle anomalie termiche si avvicina maggiormente a quella del 2008, pur se in un contesto più forte.

    Immagine



    Come mai, dunque, nel lotto di questo decennio, a parità di condizione forzante, abbiamo avuto inverni in Europa dalle caratteristiche molto molto diverse, come ad es. 2006/07 e 2007/08 da un lato risp. 2005/06 e 2009/10 dall'altro?
    Prima ipotesi: lo shift climatico ipotizzato è in atto proprio in questi ultimi anni, magari dopo un annata artica estrema come il 2007 (ricordo che l'inverno 2007/08 fu sì molto mite in Europa e quasi da record in Scandinavia ma al contempo fu assai gelido in Asia centrale e magari, in quel caso, gli effetti sono semplicemente "slittati" più all'interno del grande continente euroasiatico; d'altra parte ci sono molti altri fattori che condizionano la variabilità stagionale delle ML). Una sorta di tipping point...

    Seconda ipotesi: altri fattori associati alle temperature troposferiche autunnali polari che fanno "da ponte" fra queste anomalie e la situazione invernale europea.

    Proprio di quest'ultima ipotesi parlerò domani nell'ultimo post.
    Aspetti dinamici come SLP, GPT e venti zonali e meridionali sono ovviamente molto influenzati da tali anomalie termiche nella bassa troposfera, ad es. contengono i contributi baroclini forniti dai gradienti modificati dello spessore fra le superfici isobariche.
    Siccome però sono quantità che vengono influenzate anche da molti altri fattori (ad es. i contributi barotropici che riflettono la variabilità interannuale del VPS), ci si può aspettare una maggior variabilità interannuale anche in un contesto di generale riscaldamento autunnale come l'ultimo decennio.

    Vediamo dunque cosa è successo in questo decennio nella bassa troposfera artica tardo-autunnale.
    Le seguenti 2 carte rappresentano il plot del profilo latitudinale delle anomalie termiche (prima carta) risp. dei GPT (seconda carta) nella sezione asiatico/americana dell'area (90E-90W, il comparto pacifico), quella con le anomalie termiche + più spiccate e frequenti:






    Si notano bene le anomalie termiche + già discusse nel precedente post e anche il notevole gradiente S-N nelle anomalie dei GPT, gradiente che si oppone a quello della media climatologica che favorisce il ben noto flusso di venti zonali occidentali associati al VP.

    Qui invece le anomalie del GPT a 850 hPa, si nota il core dell'anomalia sul comparto pacifico dell'Artico.




    La mappa del profilo latitudinale delle anomalie dei venti zonali corrispondenti al settore pacifico dell'Artico mostra un prevedibile ed evidente rafforzamento dei venti orientali (anomalia negativa nei venti zonali), soprattutto nella sezione attorno a 75N e in tutta la colonna troposferica, in forte contrapposizione alla media climatologica (a parte lo strato superficiale).






    L'effetto di questa anomalia produce un incremento della magnitudine dei venti orientali polari superficiali e uno spostamento verso nord e al contempo riduce i venti occidentali in quota.
    In sostanza: si manifesta una vasta fascia di componente negativa dei venti zonali nella parte superiore della troposfera, fascia che si estende dall'arcipelago artico canadese, al mare di Beaufort e fino alla Siberia attraverso lo stretto di Bering.




    Se proviamo a plottare i compositi dell'anomalia dei venti zonali artici a 700 hPa degli autunni che precedevano i 10 inverni europei freddi del precedente post, notiamo qualcosa di interessante.



    La fascia di anomalia negativa si estende dall'Alaska alla Siberia passando per Bering e poi spiraleggia a tenaglia verso la Groenlandia settentrionale contenendo zone di anomalia positiva.


    Per il caso degli autunni che precedevano i 10 inverni miti, la configurazione si mostra in maniera sorprendentemente analoga e speculare!



    Vediamo anche che, di nuovo, ci sono buone correlazioni con l'AO invernale, soprattutto nella parte siberiana, e di nuovo soprattutto fra il mese di ottobre e l'AO di gennaio (in questo caso la correlazione è discreta anche sul sud dell'Alaska).







    Situazione 2010:

    anomalia dei venti zonali polari a 700 hPa fino a ieri l'altro e del solo mese di ottobre...



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  6. #76
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di 4ecast
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da 4ecast Visualizza Messaggio
    Dopo i post di analisi di Steph, Sandro, Cloover e Il Priaforà (su cui ritornerò) quasi mi vergogno ad attualizzare le dinamiche previste, in particolar modo da GFS ma non solo....

    Dopo la fase dal Rodano di venerdì p.v., Atlantico Basso con due depressioni umide che vengono risucchiate sulla linea di convergenza (vedi post precedente) collocata assai più ad est di qualche giorno fa, diciamo sulle coste orientali spagnole.
    La prima riesce, secondo GFS00 di stamattina (ma anche GFS18z), a tirare giù parte del gelo di provenienza artico-siberiano e stazionante tra Francia e UK:

    Immagine


    Siamo ancora ben lontani dall'inquadrare esattamente dove farà sconquassi la linea di convergenza, tanto che altri modelli la vedono più a nord e sono fortemente alluvionali per tirreniche, nord e isole.

    Impressionante questa, la metto più per folklore che altro perchè si intravede una bomba atlantica ormai sul sud-ovest Mediterraneo che potrebbe intercettare il gelo artico-continentale (ancora visibile la -40°) su nord Francia:

    Immagine
    Le GEM avranno un sussulto nelle performance dei prossimi giorni ?
    A vedere come battono la stessa strada pare di si.




    La linea di convergenza tra il flusso umido sub-tropicale e l'aria artica saranno i Pirenei e la porta di Carcassona sarà costretta agli straordinari

    Guardate anche come le ENS ECMWF consacrino questa strada. Il flusso basso atlantico entra dritto dritto da Gibilterra, pronto ad esplodere sul settore Baleari/G. Leone al contatto con il gelo ormai stazionante sul golfo di Biscaglia/Bretagna/UK



    Questa linea di confluenza è molto pericolosa, attenzione
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  7. #77
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Guardate come in questa mia analisi modellistica del 10 novembre, le GEM avessero già inquadrato in modo superlativo il long (sempre ammesso che vada così, ma ormai siamo a 96h...): niente antizonalità alta

    i tre possibili "step"

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  8. #78
    Vento teso L'avatar di Sandro58
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Stefano, non credo che siamo sulla linea giusta.

    Ti spiego il motivo: le tue analisi sui venti zonali hanno una buona validita' come indagine "fenomenologica" ma non si inquadrano in logiche climatiche di alcun tipo.

    Se osservi l'andamento delle anomalie di venti zonali sulla zona (ho provato 67.5-75 per ottobe e 70-80 per ottobre-novembre) nei vari periodi climatici otteniamo delle situazioni che non hanno una logica correlativa tra questo aspetto e le fasi climatiche successive invernali.

    Guarda qui:
    climindex.93.45.119.17.327.1.6.39.png
    climindex.93.45.119.17.327.1.2.41.png

    Abbiamo un andamento che vede anomalie positive in zona sia per il periodo "freddo" degli anni 60 che quello caldo e zonale a cavallo del 1990, questo periodo di anomalie negative fa pan-dam con il periodo di climate change del 76, a cavallo di quel periodo.

    Non ci siamo.

    Serve qualcosa di piu' sincronico alle fasi climatiche.

  9. #79
    Burrasca L'avatar di steph
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    Predefinito Re: L' Atlantico Basso, i Blocchi Alti e il Reiterarsi delle Dinamiche

    Citazione Originariamente Scritto da Sandro58 Visualizza Messaggio
    Stefano, non credo che siamo sulla linea giusta.

    Ti spiego il motivo: le tue analisi sui venti zonali hanno una buona validita' come indagine "fenomenologica" ma non si inquadrano in logiche climatiche di alcun tipo.

    Se osservi l'andamento delle anomalie di venti zonali sulla zona (ho provato 67.5-75 per ottobe e 70-80 per ottobre-novembre) nei vari periodi climatici otteniamo delle situazioni che non hanno una logica correlativa tra questo aspetto e le fasi climatiche successive invernali.

    Guarda qui:
    climindex.93.45.119.17.327.1.6.39.png
    climindex.93.45.119.17.327.1.2.41.png

    Abbiamo un andamento che vede anomalie positive in zona sia per il periodo "freddo" degli anni 60 che quello caldo e zonale a cavallo del 1990, questo periodo di anomalie negative fa pan-dam con il periodo di climate change del 76, a cavallo di quel periodo.

    Non ci siamo.

    Serve qualcosa di piu' sincronico alle fasi climatiche.
    Ma io sto dicendo solo 3 cose:

    1) che l'amplificazione artica autunnale di questi ultimi anni sta modificando la dinamica atmosferica nella troposfera polare, ispessendo le superfici isobariche e alzando i gpt. Di riflesso, "rallentando" la normale circolazione occidentale dei venti zonali data dal VP.

    2) che questo effetto si ripercuote sulla troposfera della successiva stagione invernale, favorendo un indebolimento del VP o una sua maggior propensione alla plurilobazione.

    3) poi ho provato a vedere se ci sono segnali premonitori, e considerando i compositi degli inverni più rigidi risp. più miti direi che qualcosa si possa vedere (sia in ordine alle anomalie termiche in bassa troposfera sia a quelle dei venti zonali *su specifiche fasce* dello strato troposferico artico superiore).

    Che gli anni 60 o la fine dei 70 avessero quel tipo di anomalia dei venti zonali poco importa: la mia è un'indagine fenomenologica su *questo* specifico e nuovo regime climatico della zona artica e, parallelamente, un'analisi predittiva.

    Completo il discorso, dicendo che all'interno del campione degli anni 2000 considerati, ci sono differenze anche notevoli. Mentre le anomalie termiche risultano abbstanza omogenee (tranne forse il 2004 e cmq con i centri delle anomalie + di anno in anno ruotanti attorno al bacino), il discorso dei venti zonali è, come detto, assai più complesso: ci sono diverse differenze spiegabili perlopiù - come detto - con l'influenza, sulle dinamiche, apportate da contributi barotropici che riflettono la variabilità inerannuale del VPS: il 2006/07 è un ottimo esempio al riguardo. Forte, in quel caso, l'influenza dello stratcooling tardo-autunnale e la propagazione in basso (effetto "B&D").
    Ma c'erano già alcuni segnali troposferici in ottobre: nonostante un'anomalia termica della bassa tropo molto positiva (data da quel che ho spiegato nei precedenti post, con ovviamente i contributi delle avvezioni meridionali autunnali) con core sulla Siberia orientale, l'anomalia dei venti zonali al di sopra appariva molto più simile alla configurazione che precede gli inverni più miti, da AO+:



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  10. #80
    Uragano L'avatar di Dream Designer
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    Citazione Originariamente Scritto da Giuffrey Visualizza Messaggio
    4cast, te lo chiedo papale papale, grezzamente

    quando finisce questo ORRIBILE periodo di Blocchi Alti/Atlantico Basso/Gelo al Nord e oltralpe e pioggie e clima mite al Centro-Sud ?

    cosa deve accadere ? Ecco ...
    UP UP UP !!!



    NAPOLI, Febbraio 2018: IO C'ERO !!!
    Inizio rilevazioni Gennaio 2002, estremi: -3.6 (2014) +38.3 (2007)


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