Nel mio paese il veneto lo parla un buon 90% degli abitanti, chi non lo parla lo capisce comunque al 100%, specie se sono "foresti" come diciamo qua, ma magari abitanto da una vita qua, ma non solo di altre Regioni, anche di altri paesi proprio.
Ci sono africani che parlano veneto quasi quanto me eh
Potrei anche portarvi un concreto esempio di Santa Bakhita, di origine africana ma che ha vissuto fra il veneziano e Schio qua nella mia zona, chiamata da tutti amorevolmente "Madre Morèta" e che si esprimeva solo e soltanto in veneto. Una santa molto venerata qua in zona.
A livello regionale mi pare che un buon 70% parla in veneto.
In Veneto comunque vá tenuto conto che c'è un sostanziale bilinguismo, c'è anche chi non parla italiano probabilmente o chi viceversa non parla il veneto, ma mi sento di dire che le due lingue convivono abbastanza bene.
Manca come ho giá avuto modo di dire una completa attuazione di quanto giá previsto dallo statuto regionale in merito alla applicazione istituzionale del veneto come lingua, come giá avviene in alcune Regioni vicine.
Questo è correlato all'autonomia regionale.
Ed è molto sentita questa cosa, perchè c'è un'evidente differenza di "trattamento" con altre lingue regionali che una tutela l'hanno ottenuta dal 1999.
Lou da te si parla occitano giusto? oppure si parla anche piemontese? comunque anch'io l'ho sempre parlato in famiglia, con gente del posto, alcuni amici e alcuni colleghi..
in famiglia e con la maggior parte dei parenti si parla esclusivamente dialetto (anche perché i miei sono entrambi valdostani), a parte con alcuni parenti che lo capiscono ma non lo parlano (e quindi si crea un certo "bilinguismo" diciamo cosi)...
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
Io mischio un po' a seconda delle persone.
Con mia madre uso principalmente dialetto (ma non quello del suo paese perché lo trovo orribile, piuttosto quello di mio papà), con papà piemontese (lui a casa parlava patois, ma con la stragrande maggioranza degli amici il piemontese), con mio fratello invece italiano.
Le persone che conosco e gli amici che ho, invece, usano poco il patois e pochissimo il piemontese.
Nelle zone più rurali del Ticino si riesce quasi a fare la diglossia anche se non ai livelli degli svizzeri tedeschi.
Più in generale, anche nelle città, se uno sa il dialetto cerco di parlare dialetto, anche se i parlanti sono in netta minoranza (e meno i giovani).
Il dialetto nei giovani è andato perso nelle città, considerata anche l’internazionalizzazione della società, lo si trova di più negli anziani, invece nelle zone più remote è lingua comune.
A me fa stranissimo parlare il dialetto, e se uno mi parla in dialetto, quindi uno con più di 65 anni, di solito rispondo in italiano. Lo so parlare molo bene, però semplicemente mi sembra anomalo, non so perchè...
Si parla un mix tra piemontese cuneese ed occitano
L'occitano "puro" lo senti solo dalle medie valli in su, così come il piemontese "puro" è solo in pianura, mentre le pedemontane, le medie-basse valli sono un connubio tra le due parlate, che può talvolta essere un piemontese con forti influssi occitani (pedemontane, primissimi sbocchi vallivi) o un occitano con forti influssi piemontesi (medie valli)
Esempio stupido, quando non mi si chiudeva un portone a saracinescaio ho detto ad un mio collega "ciama cheidun che se sara gnin" , e lui, di Vinadio, rivolgendosi ad un altro, ha detto "ciamo l'elettrisisto que se barro ren"
Ma ad ogni modo ci capiamo benissimo..
Lou soulei nais per tuchi
Lou Vall, dato che lì nella Granda cambiano alcune parole rispetto al piemontese che ho imparato io (più il torinese che il canavesano, a dirla tutta)...
Dalle tue parti usate lapin, pito (io lo scrivo nella grafia classica piemontese, ovviamente si pronuncia pitu) e bërra, per caso? Grazie.Io ho sempre usato cunij, biro e fèja, per esempio.
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In merito al fatto di parlare dialetto:
Mia madre, sin da piccoli, e fino a quando siamo vissuti a casa, ci ha proibito di parlare dialetto, sia tra noi fratelli che con loro stessi.
Sempre e solo italiano, dunque guai a chi paralva dialetto, era visto come la peste.
Ricordo che solo i nonni, tra loro, ma anche con i miei, parlavano dialetto (anche stretto), mentre a noi figli era vietato assolutamente.
Con mia moglie parlo italiano, e lei pure con me.
Ma se la sento armeggiare troppo in dialetto, specie quando si arrabbia con me, mi inkazzo io solo per questo, perchè non tollero più di tanto che qualcuno mi sbraiti in dialetto, appunto.
Idem con i miei cognati e nipoti acquisiti, perchè pure loro vengono da questa sorta di " abbandono " del dialetto come forma di dialogo. Si parla italiano e basta.
Con gli amici, pure. Dialetto poco e nulla, se non sotto forma di battute scherzose. Anche loro, e i loro figli, vedono il dialetto come una sorta di " peste "
Mia sorella ha 2 figli, uno di 9 anni e uno di 8: se accennano anche ad una parola in dialetto in casa, sono ceffoni sonori.
E pure io mi incavolo se sento che parlano dialetto, perchè sentir parlare dialetto dai bambini piccoli, è davvero sconcertante.
Ormai il dialetto qui, almeno nelle generazioni attuali, è quasi del tutto scomparso, e meno male direi, perchè o, ovviamente come tutti voi, il dialetto del mio paese lo conosco, lo comprendo, ma non lo parlo, anche perchè non mi piace.
Lo trovo volgare e rozzo.
E la " corrente di pensiero ", per così dire, è ancora questa, soprattutto oggi, tra le nuove generazioni:
Chi parla troppo dialetto qui, non è ben visto, è considerato ignorante e rozzo, appunto.
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