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Vento forte
Re: Strani nomi di cose dialettali
Partendo dal genovese e dai dialetti liguri centrali (settore Noli-Moneglia) qualche parola di uso desueto:
madonnâa = nonna (ma nell'entroterra si usava più spesso "muae grande")
messiâa = nonno (nell'entroterra soprattutto "puae grande")
alantû (documentato anche nella forma arcaica "alantor") = una volta, un tempo, allora (avverbio di tempo).
Denâ = Natale (festività)
scimoea = risacca
armón = frutto e albero del corbezzolo
reíxa = radice
ranpunsci = raperonzolo (fiore e verdura selvatica).
Sugli italianismi non so quanti locutori genovesi (ormai anziani) utilizzino termini come tundu (piatto) o disnâ (pranzare) o desbarassâ (traslocare) ma penso proprio pochi, ormai si dice "piattu" e "pransà" e "traslocà"... forse qualcuno da queste parti sulle alture, di certo non in città... già Gilberto Govi negli anni '50 usava un genovese urbano parecchio italianizzante (e nelle commedie trasmesse in TV, dalla RAI, ripeteva spesso la frase o il concetto in italiano, ad uso dei "foresti").
Ultima modifica di galinsog@; 15/04/2020 alle 10:27
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