Spero che si arrivi ad una separazione totale tra sfera pubblica e sfera religiosa. Non che la religione debba essere consumata nel privato delle 4 mura domestiche, bada bene. Può (se lo ritengono i credenti) avere forme pubbliche e partecipate.
Ma lo stato è un'altra cosa. Lo stato (anche il nostro) basa i suoi rapporti tra sé e i cittadini. E i cittadini, di fronte alla legge e allo stato, sono tutti in posizione di assoluta eguaglianza. Non esistono cittadini di serie A o cittadini di serie B in base a differenze di razza, ***** e religione (questo dice la nostra Costituzione). Da questo punto di vista la decisione di Strasburgo è ovvia: in un edificio pubblico (cioè dello Stato) non puoi fare "propaganda" (virgolette) per una religione, o per un ***** o per una razza rispetto alle altre. Così (proseguo io visto che mi hai chiesto dove arriverei) non puoi favorire una confessione rispetto ad un'altra (8 per mille, soprattutto il suo metodo di calcolo, ICI per edifici del clero ma NON adibiti a funzioni e usi religiosi ecc. ecc.). In USA, da questo punto di vista sono più corretti. OGNI confessione religiosa ha diritto a sgravi fiscali qualora un fedele le faccia donazioni. Ma la finanza USA (che non è, notoriamente, composta da pressappochisti) controlla con scrupolo che i soldi destinati alle varie chiese (anche alla Chiesa cattolica) siano sempre destinati a fini religiosi. Se questo non succede, continua pure: ma gli sgravi te li scordi e paghi una multa con interessi (e, forse, hai anche conseguenze più pesanti; ora non ricordo). Nelle diocesi cattoliche USA, insomma, la finanza fa visita sovente. E se un parroco disonesto (succede, succede...) si "inguatta" parte delle offerte per scopi suoi personali, passa un doppio guaio: a causa dei finanzieri e a causa del vescovo. Te la immagini, in Italia, la Finanza che entra in una diocesi per controllare che fine fa l'8 per mille? Quiz.
Dopodiché, tornando al crocefisso, se questo è il principio che mi pare difficilmente oppugnabile, la sua messa in pratica può essere condotta con gran buon senso. Un giurista ieri proponeva di cominciare con gli edifici pubblici di nuova costruzione. Mi sta bene: levare un crocefisso da un muro sul quale è appeso da 50 anni non la considero la soluzione eccellente. Ma il principio non credo che sia discutibile.
Opere d'arte. Sono strumento di devozione o strumento decorativo? Non ho nulla in contrario a che in un palazzo pubblico vi sia una statua di Minerva risalente all'epoca ellenistica. Avrei qualcosina da ridire se la medesima statua fosse piazzata come elemento di devozione o protezione spirituale in ogni aula di tribunale. Il crocefisso nelle aule, quindi, non scappa, per me a questa logica. O è elemento di devozione, e allora in base a quanto detto prima è inopportuno (discutendo con buon senso come arrivare ad un suo superamento). O è elemento decorativo, e allora io, in quanto cristiano, mi incacchio.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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