Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Il modo in cui qui gestiamo gli investimenti per il futuro è fighissimo.
Nasce un bambino: i genitori lo manetengono fino a quando diventa uomo. Pannolini,pappette,asilo nido,asilo,mense,scuole elementari,altre mense,gitarelle scolastiche, libri. Poi le medie,altri libri,altre gite,la playstation,la squadra di calcio di paese. Poi il liceo,libri che costano uno sproposito,gite all'estero, vestiti,automobile ai 20 anni,ecc. Università: tasse universitarie molto alte,libri d'oro,laurea,dottorati,ecc... Fino a questo momento il "ragazzo" è stato un COSTO,appunto un costo per un investimento. Ed ecco che,dal momento in cui questo investimento cessa di essere un costo e si sta per trasformare in un RITORNO...ecco che gli offriamo uno stipendio da fame come ricercatore e lui va all'estero. Gli USA ringraziano che hanno tra le loro file ricercatori italiani a costo ZERO.![]()
Lou soulei nais per tuchi
questa situazione che tu descrivi qui in romagna era forse comune negli anni 50 o primi anni 60,comunque una situazione che non ho mai praticamente vissuto,essendo nato nel 59.Ovvio c'erano meno diavolerie tecnologiche,semplicemente non esistevano,e anche di quelle che esistevano molti non ne sentivano il bisogno,comune era la situazione nel paesino dove sono nato di non aver neppure il telefono in casa negli anni 70,ma non perchè non ci fossero i soldi,semplicemente non interessava.Lo stesso spesso aveva nel cortile sottocasa parcheggiata l'alfetta,il gt junior o la lancia hf,auto allora costose.Magari non andava in vacanza in luoghi esotici,ma spendeva vagonate di soldi per l'obby della pesca o della caccia.Io nei primi anni 80 non andavo in vacanza in estate,ma solo perchè la passavo a caccia di tope a rimini o riccione.Ho imparato a sciare a 10 anni,e ci sono sempre andato,oggi non mi ritrovo più i soldi per far passare qualche giorno in montagna ai miei figli.Il benessere è cresciuto qui da noi in modo costante,con qualche battuta d'arresto,vedi la crisi anni 70,fino alla fine dei 90.Da allora è iniziata la discesa.
Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.
"nel fango affonda lo stivale dei maiali..."
Io abolirei il Vaticano e l'attuale governo.![]()
bruno bournens,fraz san lorenzo,collalto sabino, rieti, lazio. 850 m s.l.m.* lat 42 09 45.0 N long 13 03 04.0 E * Foto Avatar: Zefirino, gatto Baropatico...che ora si chiama Tìtolo.
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27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
............e magari dei conti migliori. Leggete qui sotto e ditemi cosa ne pensate.
Di Alessandro Salvaneschi
L'Italia rischia davvero di finire come la Grecia? Il pericolo di fallimento della Grecia e le sue conseguenze sulla stabilità della moneta unica europea e il conseguente piano di soccorso europeo per 110 miliardi di euro hanno subito scatenato le Cassandre italiane. Queste hanno lanciato i propri vaticini esaltate dalla solita speculazione borsistica che ha visto i mercati azionari di tutta Europa in ribasso per alcune sedute. La Grecia ha accumulato uno dei debiti pubblici più alti d'Europa, pari al 115,1 per cento del suo prodotto interno lordo. Il problema del debito pubblico è che genera costi - gli interessi che si pagano ai sottoscrittori dei buoni statali - che gravano sul bilancio statale di ogni anno. Il mercato degli investitori si aspetta che un paese indebitato metta in atto una politica rigorosa sui propri conti pubblici, innanzitutto tagliando le spese e in primis gli sprechi. La speculazione è partita perché, in assenza di fiducia da parte degli investitori sulle proprie politiche economiche, la Grecia ha dovuto emettere obbligazioni a 3 anni con tassi pari al 14,54 per cento (quelle tedesche, le più basse, sono all'1,18). La cosa grave del debito pubblico greco è che risulta accumulato sopratutto negli ultimi anni, cioè in barba alle regole di Maastricht che imponevano dei parametri molto rigorosi. 60 mila pensioni pagate ai defunti e riscosse a vario titolo dai superstiti, 160 mila pensioni ai falsi invalidi, decine di differenti indennità e bonus ingiustificatamente elargiti ai dipendenti pubblici, commissioni che vigilano su enti fantasma, queste sono le voci che l'Europa ha imposto di tagliare dal bilancio della Grecia, ai quali si aggiungono aumenti di imposte e tasse su carburanti, alcolici, sigarette, lusso e lotterie. L'Italia che pure ha un debito pubblico pari al 115,8 per cento del PIL è su un'altra posizione. Perché unisce, ad un forte debito pubblico, un basso livello di indebitamento delle imprese (circa il 70 per cento) e un bassissimo livello di indebitamento delle famiglie (circa il 30 per cento). Rispetto a quanto produce in un anno il livello di indebitamento complessivo dell'Italia viene dopo quello di Irlanda, Portogallo, Gran Bretagna, Spagna e Olanda. E' sopratutto la saggezza delle famiglie italiane a tenere fuori pericolo l'Italia. Gli italiani risparmiano molto e si indebitano poco. La richiesta di Buoni del tesoro è altissima, viene in larga parte dall'estero (sopratutto banche e investitori europei) e consente al ministero del Tesoro di emettere obbligazioni statali a tassi molto bassi e vicini a quelli tedeschi, francesi o americani (vedi l'emissione a cinque anni remunerata con il 2,29 per cento contro rispettivamente il 2,13, 2,07 e 2,57). Anche le obbligazioni di medio e lungo periodo vedono spread - differenze sugli interessi pagati - molto bassi rispetto alle omologhe obbligazioni di Germania, Francia o Stati Uniti. Purtroppo camminiamo con la palla al piede di un debito pubblico che è stato tenuto a livelli relativamente bassi (attorno al 30 per cento del PIL) sino agli anni sessanta, si è alzato al 60 per cento tra gli anni sessanta e ottanta e si è impennato a partire dagli anni ottanta sino al suo massimo il 121,8 per cento nel '94. Da allora tutti i governi hanno cercato, con maggiore o minore successo, di tenerlo a bada con una politica di contenimento della spesa pubblica, nonostante la crisi economica internazionale abbia portato negli ultimi due anni a una maggiore spesa per ammortizzatori e coesione sociali. Il deficit pubblico - cioè la differenza tra entrate e costi dello stato durante un anno - è a livelli di gran lunga inferiore a quello greco (5,2 contro il 13,6). Le ultime aste di titoli pubblici italiani hanno avuto, nonostante i rendimenti molto bassi, richieste di gran lunga superiori alle offerte. Fin qui i mercati premiano quindi la politica di rigore dei conti pubblici italiani.
"....[I]E vedrete il Figlio dell'uomo, seduto alla destra della Potenza, venire con le nubi del cielo[/I]."
[B]Gesù Cristo[/B] (Marco 14,62)
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"....[I]E vedrete il Figlio dell'uomo, seduto alla destra della Potenza, venire con le nubi del cielo[/I]."
[B]Gesù Cristo[/B] (Marco 14,62)
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