La prima parte la quoto interamente
Io in Francia ho vissuto e penso che sia una nazione che ho girato più dell' Italia.
Nessun dialetto, solo una cadenza diversa(i parigini parlano lento e gli occitani veloce, quelli del sud est hanno il solo vizio di troncare le parole... ma cmq comprensibili)
quindi in tutti gli anni passati in Francia nessun termine paragonabile ai nostri: guajò, li mortacci tua, va in mona, me ne batu u belin, o bel matot.
Mai una parola diversa da quelle che esistono sul vocabolario e mai avuto un problema di comunicazione, che invece devo ammettere che ho, quando vado in altre regioni.
Non me ne vogliate, ma talvolta quando sento un servizio al tg con una persona che parla in dialetto ed avrei bisogno dei sottotitoli per capire cosa diamine stia dicendo, la trovo una cosa aberrante, che ripeto, in Francia non mi è mai successa![]()
Ultima modifica di Vyborg; 05/06/2010 alle 16:14
Beh la Francia è una nazione "antica" e comunque secoli e secoli di nazionalismo hanno fatto si che le parlate locali sparissero quasi completamente (tranne eccezioni tipo il Basco, il Corso,..).
in Italia si è tentata l'omologazione in particolare nel periodo antecedente la seconda guerra mondiale (diceva M. D'Azeglio "l'Italia è fatta, ora facciamo gli Italiani") e, soprattutto durante il Fascismo.
Dopodichè le spinte nazionaliste si sono attenuate malgrado l'ostilità di certi esponenti verso le minoranze linguistiche (dopo la seconda guerra mondiale la parziale omologazione è stata fatta dai mezzi di comunicazione di massa più che dalle istituzioni)
Però, negli ultimi tempi, in certe zone della Francia si sta prendendo "coscienza" di quello è andato perso molto tempo fa:
in Savoia, ove un tempo si parlava il francoprovenzale/arpitano (come in Valle d'Aosta ove è ancora parlato), si sta facendo di tutto per "recuperare" l'antico idioma: è nata un'associazione apposita per favorire la conoscenza e il recupero dell'antica "langue régionale" (lingua regionale) cioè l "arpitan" (il francoprovenzale o lingua arpitana)
si è provveduto a scrivere un dizionario, a redigere libri, a favorire dei corsi, e persino a fondare una radio!...inoltre dal 2008 le lingue regionali francesi, dopo un percorso arduo e difficoltoso, sono entrate nella costituzione e ora si sta tentando di introdurle nelle scuole...
oltre ciò si è creata una "regione virtuale" comprendente i territori ove si parla(o parlava) tale lingua:
Arpitania.eu :: Le Portail de l'Arpitan
Ultima modifica di meteo_vda_82; 05/06/2010 alle 16:40
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
Era abbastanza logico si "pentissero".
Il Nazionalismo dura finchè dura un forte potere accentratore e solitamente finchè si ha un obbiettivo o un nemico in comune. In tempi di pace e di benessere, con il potere via via più decentrato agli Enti territoriali rispetto al passato è fisiologica la ricerca delle "origini" culturali, anche perchè il territorio è ciò che influenza più direttamente la lingua/il pensiero/la cultura.
Probabilmente anche il flusso migratorio quasi "selvaggio" in Francia ha innescato un processo di riconoscimento in un "qualcosa" che li differenzi dal "diverso" e comunque questo è un giustificabile spirito di "autoconservazione".
In ogni caso il senso di Nazione dei Francesi resta imparagonabile a quello degli Italiani e della maggior parte dei popoli Europei (in ogni caso non lo invidio).
Io ho vissuto proprio in quelle zoneero ad arcachon in aquitania.
hanno il viziaccio di troncare le parole, ma il bonjour diventa semplicemente una specie di bnjour (tolgono la o) o il mcdonald diventa il mcdo.
Ti garantisco che è molto più difficile quello occitano, provenzale o normanno... sembra che parlano inspirando l'elio.. velocissimi![]()
Diffida dell'idea che il decentramento sia un fenomeno attuale e inevitabile. Non è così. Il decentramento c'è se qualcuno lo vuole e lo fa superando le resistenze di chi non lo vuole e si sforza di impedirlo. In Italia si prospetta al massimo (ma proprio al massimo) un riaccentramento di competenze, ora disperse, che verranno riportante in mano a pochi centri. Il che sarà un policentrismo, che continuerà a fottere, sfruttare e prendere per il didietro le solite vitteme preferite, cioè le periferie, la montagna e le zone poco popolate. Per te lì, anziché malgovernarti Roma, ti malgovernerà Venezia. E non è difficile prevedere che ai tuoi figli e nipoti a forza di matita rossa e matita blu imporrano il dialetto veneziano, di cui sospetto che a voi lì non interessi una beata fava.
Ah beh questo è sicuro
Purtroppo la maggioranza vince sempre a discapito dei pesci piccoli.
In ogni caso meglio un governo più vicino anche se è utopico pensare a una tutela seria della micro-diversità. Più facile pensare a una tutela di quei caratteri che, comuni a molti, attraverso un'opera di sfruttamento mirata, portino al maggior numero di voti.
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