Indirettamente confermi quanto ho scritto: ed infatti, prendendo per buono che comincino adesso a tagliare ciò che va davvero tagliato, lo fanno dopo 5 anni di tagli folli e selvaggi sulla pelle delle persone, molto raramente invece incentrati su privilegi, sprechi o ruberie.
Il problema, però, è la risoluzione dell'equazione #cambiaverso = #stessefacce che non ammette soluzione nel campo del reale, forse nel campo dei numeri immaginari si ma come si risolve?
Come è possibile delegare ad un sistema politico-istituzionale il proprio ridimensionamento? E come è possibile farlo in un'italia dove la maggioranza dei voti e dei risparmi è in mano agli over 50-60 di natura conservatori?
Una bella sfida![]()
[B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate
Se fossero le divergenze dalla media europea, capirei l'affermazione iniziale.
Ma in questo caso, il problema non è il "sistema nazionale", ma il modo di gestire le cose nelle varie aree di quella che continuiamo a pensare come un'unica "nazione", ma che evidentemente ha mentalità e approccio alle cose* molto, molto variegato...
* sto sforzandomi di essere politically correct e di dare un'analisi imparziale...
Poi un giorno qualcuno mi spieghera' perche' certi trattamenti di estremo favore che riguardano la ggggente non sono mai classificati come privilegi al contrario di tutto quello che riguarda chi ggggente non e'.
Ne elenco alcuni relatvi al caso Grecia per rinfrescare la memoria:
- pensione da 1000 euro al mese zitelle figlie di dipendenti pubblici (costo 550 milioni all'anno)
- premio per chi arriva puntuale al lavoro
- pensione anticipata (50donne/55uomini) per una serie di lavori usuranti tra cui PARRUCCHIERE, SUONATORE DI STRUMENTI A FIATO e ANCHORMAN TV...(sembrano le notizie di Lercio).
- l'indennita' per il lavoro all'aria aperta ai forestali
- dipendenti della commissione Kopais che si occupa di salvare un lago scomparso nel 1930...
riguardo all'Italia io vorrei vedere quali sono i tagli effettuati per una mirata politica di austerity e quanti invece perche' comuni/province e regioni hanno bilanci da terzo mondo.
Federico lo ripete spesso e sono d'accordo: io tutta st'austerity in Italia non l'ho vista e non la vedo.
"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
Non sono d'accordo, o meglio mi pare di ricordare che il NW/NE fossero in media, forse anche sopra, europea. Quindi il quadro generale non cambierebbe poi cosi' tanto.
Perfettamente in sintonia invece nel vedere una parte di paese (consapevolmente?) allo sbando. Quando dico che il sistema e' da riformare a livello generale intendo che urge un ripensamento generale di un sistema che allo stato attuale permette una divergenza tale tra nord e sud. Con le buone o con le cattive bisogna chiudere il gap, costi quel che costi.
"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
Non è farina del mio sacco, un po' estremista come posizione, ma che deve far riflettere:
Vi ricordate qual è il "giorno di nascita" degli Stati Uniti d'America?
Il 4 Luglio, Indipendence day: l'anniversario della proclamazione d'indipendenza dall'Inghilterra.
E quello della Francia?
Il 14 Luglio: la presa della Bastiglia.
... E quello dell'Italia?
... Certo che c'è, picciotti, anche l'Italia è diventata nazione in un preciso giorno, in cui si è proclamata una, unita e indipendente.
... E allora, ve lo ricordate... l'avete mai saputo?
Scommetto di no... Non l'avete mai saputo.
L'Italia nacque il 17 Marzo 1861... quando il Senato e la Camera promulgarono la legge: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli Atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come Legge dello Stato. Dat. a Torino, addì 17 marzo 1861. Vittorio Emanuele. C. Cavour. M. Minghetti. G.B.Cassinis. F.S. Vegezzi M. Fanti. T. Mamiani. T. Corsi. U. Peruzzi». [G.Uff. 17/3/1861]
Eccola la nostra dichiarazione d'Indipendenza, il nostro atto di nascita che, unici al mondo, non conosciamo e non festeggiamo neanche (a differenza di quasi tutti gli altri Paesi al mondo, che hanno eletto la loro data di nascita a festa nazionale).
Crediamo talmente poco nell'Italia, che ne rinneghiamo anche la storia... Ci sentiamo talmente poco italiani, che ce ne freghiamo di festeggiarne anche gli anniversari...
Perché?
A 153 anni dalla nascita della nazione Italia, il popolo italiano non c'è ancora... E, ormai, dubito fortemente che possa esserci...
Che ne è stato, oggi, degli ideali risorgimentali... Quella Patria per cui tanti volontari morirono non ancora ventenni sui campi di battaglia di S. Martino e Solferino... Le camice rosse di Garibaldi... La fede al limite del fanatismo di Mazzini...?
Tutto sepolto nell'oblio generale.
Sono passati 153 anni e la "rabbia" di essere stati "forzati" dentro una gabbia, tutti insieme, non si è ancora placata... anzi monta ancora come se ogni nuovo giorno in più, fosse meno sopportabile dei giorni passati...
Che grande fallimento è stata quest'Italia unita che nessuno si sente di eleggere a sua nazione... al punto da rinnegarne anche le origini e da confutarne la storia...
Ci siamo buttati a capofitto nell'Europa per dimenticare di essere italiani... Come se volessimo acquisire una nuova identità, perché quella vecchia ci imbarazzava...
Ci sentivamo talmente poco italiani, che essere europei, qualunque cosa ciò significasse, doveva necessariamente essere meglio.
Concordo che l'Italia è una nazione che non c'e' mai stata se non in casi di estrema crisi bellica. Siamo un popolo eterogeneo che ha una tremenda difficoltà a pensare in modo unitario. Temo che la mia, la tua speranza di poter vedere un paese meno divergente sotto ogni aspetto rimarrà ancora delusa a lungo.
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[B]Lorenzo Smeraldi : [/B]le migliori idee sono sempre quelle che vengono realizzate
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