Leggete qua.Assioma,se ci sei manifestati.
L'Italia è un Paese immobile,lo era"lira regnante" e lo è adesso.
Le cose che Turani scriveva nel 1992 sarebbero state attuali nell'ottobre 2011!
"C’ e’ una bomba a orologeria che minaccia l’ azienda Italia - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Giovedi’ prossimo, fra quattro giorni, l’ economia italiana potrebbe anche saltare per aria. E non perche’ in Brianza o a Sassuolo o nelle Marche le macchine della produzione siano ferme, inoperose, coperte di polvere o perche’ i nostri vari Brambilla si siano trasferiti tutti in Costa Azzurra per una bella stagione di donne e champagne. Macche’ . Le macchine girano e i Brambilla sono sempre
li’ , magari piu’ agitati di prima, a caccia di ordini e di qualche buon affaruccio. No. L’ economia italiana e’ una polveriera che potrebbe anche saltare per aria nel giro di pochissimi giorni, giovedi’ o venerdi’ , per motivi che nulla hanno a che fare con la produzione, i brevetti, le tecnologie, i prodotti. La bomba Molotov sulla quale siamo seduti e’ fatta di un mix di eventi internazionali, di finanza pubblica e di politica. E si tratta di un cocktail che potrebbe essere letale a brevissima scadenza. Scelte severe Ma che cosa e’ successo? Proviamo a mettere in fila i fatti. I danesi, come si sa, hanno detto no, per ora, alla moneta unica europea. E questo ha portato i capitali internazionali a fare scelte piu’ meditate e severe. In pratica, dentro alle monete europee, i soldi che arrivano da tutte le parti del mondo si stanno dirigendo verso le valute ritenute comunque piu’ forti e piu’ stabili, qualunque cosa accada. In pratica, stanno tutti correndo verso il marco e abbandonano le altre valute. Fra le quali, ovviamente, c’ e’ la lira. Una moneta ritenuta, a ragione, non proprio solidissima, visto che il nostro debito pubblico e’ il piu’ alto di tutto il mondo industrializzato. La fuga dalla lira comporterebbe, sta scritto nei manuali e nell’ esperienza, la caduta del valore della lira. Insomma, la sua svalutazione. Se questo avvenisse, inevitabilmente l’ inflazione italiana, che e’ gia’ il triplo rispetto a quella che dovrebbe essere, schizzerebbe verso l’ alto come un gatto al quale abbiate pestato un piede. E con un’ inflazione che di colpo si porta all’ 8 o al 10%, l’ Italia sarebbe avviata dentro una sorta di scenario sudamericano. Di andare in Europa non si parlerebbe piu’ , e si farebbe persino una certa fatica a rimanere nel Mediterraneo. Per impedire che tutto cio’ accada veramente la Banca d’ Italia sta manovrando saggiamente con i tassi. Ma si sa che non potra’ andare avanti a lungo. E comunque non si tratta di una gran strategia. In teoria, se siamo disposti a pagare il denaro un prezzo altissimo, troveremo sempre chi ci presta denari. E quindi siamo, sulla carta, sempre in grado di bloccare il collasso della lira e dell’ Italia. Ma c’ e’ un ma. Piu’ si alzano i tassi di interesse piu’ si deprime l’ economia. Nel giocare con i tassi, quindi, la Banca d’ Italia ha un limite oggettivo, e questo e’ rappresentato dal fatto che non si puo’ , per salvare la lira e l’ economia italiana, soffocarle, e quindi ucciderle, portando il costo del denaro a livelli astronomici. Non solo. Tutto questo funziona in circostanze normali. La pressione sulla lira (determinata dalla fuga degli stranieri, che scappano dalla lira) va avanti da una decina di giorni. Negli stessi ambienti del governo si ammette che l’ attacco alla nostra moneta, considerata nella finanza internazionale molto scadente, quasi spazzatura, ] C' e' una bomba a orologeria che minaccia l' azienda Italia - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Giovedi' prossimo, fra quattro giorni, l' economia italiana potrebbe anche saltare per aria. E non perche' in Brianza o a Sassuolo o nelle Marche le macchine della produzione siano ferme, inoperose, coperte di polvere o perche' i nostri vari Brambilla si siano trasferiti tutti in Costa Azzurra per una bella stagione di donne e champagne. Macche' . Le macchine girano e i Brambilla sono sempre
li' , magari piu' agitati di prima, a caccia di ordini e di qualche buon affaruccio. No. L' economia italiana e' una polveriera che potrebbe anche saltare per aria nel giro di pochissimi giorni, giovedi' o venerdi' , per motivi che nulla hanno a che fare con la produzione, i brevetti, le tecnologie, i prodotti. La bomba Molotov sulla quale siamo seduti e' fatta di un mix di eventi internazionali, di finanza pubblica e di politica. E si tratta di un cocktail che potrebbe essere letale a brevissima scadenza. Scelte severe Ma che cosa e' successo? Proviamo a mettere in fila i fatti. I danesi, come si sa, hanno detto no, per ora, alla moneta unica europea. E questo ha portato i capitali internazionali a fare scelte piu' meditate e severe. In pratica, dentro alle monete europee, i soldi che arrivano da tutte le parti del mondo si stanno dirigendo verso le valute ritenute comunque piu' forti e piu' stabili, qualunque cosa accada. In pratica, stanno tutti correndo verso il marco e abbandonano le altre valute. Fra le quali, ovviamente, c' e' la lira. Una moneta ritenuta, a ragione, non proprio solidissima, visto che il nostro debito pubblico e' il piu' alto di tutto il mondo industrializzato. La fuga dalla lira comporterebbe, sta scritto nei manuali e nell' esperienza, la caduta del valore della lira. Insomma, la sua svalutazione. Se questo avvenisse, inevitabilmente l' inflazione italiana, che e' gia' il triplo rispetto a quella che dovrebbe essere, schizzerebbe verso l' alto come un gatto al quale abbiate pestato un piede. E con un' inflazione che di colpo si porta all' 8 o al 10%, l' Italia sarebbe avviata dentro una sorta di scenario sudamericano. Di andare in Europa non si parlerebbe piu' , e si farebbe persino una certa fatica a rimanere nel Mediterraneo. Per impedire che tutto cio' accada veramente la Banca d' Italia sta manovrando saggiamente con i tassi. Ma si sa che non potra' andare avanti a lungo. E comunque non si tratta di una gran strategia. In teoria, se siamo disposti a pagare il denaro un prezzo altissimo, troveremo sempre chi ci presta denari. E quindi siamo, sulla carta, sempre in grado di bloccare il collasso della lira e dell' Italia. Ma c' e' un ma. Piu' si alzano i tassi di interesse piu' si deprime l' economia. Nel giocare con i tassi, quindi, la Banca d' Italia ha un limite oggettivo, e questo e' rappresentato dal fatto che non si puo' , per salvare la lira e l' economia italiana, soffocarle, e quindi ucciderle, portando il costo del denaro a livelli astronomici. Non solo. Tutto questo funziona in circostanze normali. La pressione sulla lira (determinata dalla fuga degli stranieri, che scappano dalla lira) va avanti da una decina di giorni. Negli stessi ambienti del governo si ammette che l' attacco alla nostra moneta, considerata nella finanza internazionale molto scadente, quasi spazzatura, "e' molto forte". Fino a oggi abbiamo resistito. Ma dall' inizio della settimana prossima l' attacco potrebbe farsi molto consistente, fortissimo. E la ragione c' e' . I mercati stranieri vedono che, oltre a una finanza pubblica disperata, abbiamo anche una situazione politica disperata. Da 115 giorni, quasi quattro mesi, questo paese non ha un governo nella pienezza dei suoi poteri. E la ricerca del nuovo governo viene definita "impossibile" da piu' parti. Lo stesso presidente della Repubblica appare sconcertato e disperato. Forse, anzi, e' il piu' disperato di tutti. Ha parlato con i leaders,
li ha ascoltati, ha pregato la Madonna, ma il governo prossimo venturo non si vede. E questo e' appunto il cocktail Molotov all' italiana. Abbiamo una lira che e' sotto attacco da dieci giorni, dei conti pubblici da far paura, ma non si riesce a mettere insieme un governo che possa prendere in mano le redini della situazione. In piu' , ogni giorno brandelli importanti della nostra classe politica finiscono in galera per furto, corruzione, ricettazione, estorsione. Se voi foste il tesoriere di una grande multinazionale con un bell' ufficio a Londra, nella City, che cosa fareste? Comprereste lire o le vendereste? Io, se fossi il tesoriere di una grande multinazionale, dal mio bell' ufficio di Londra, darei l' ordine di vendere tutto cio' che ha a che fare con l' Italia. Tutto. Lire, azioni, titoli di Stato. Mi terrei solo le scarpe di Gucci e le giacche di Armani. Il resto, tutto via. Al diavolo. Ecco, la settimana prossima potrebbe accadere esattamente questo. E quindi verso giovedi' o venerdi' la lira potrebbe saltare, e con essa l' economia italiana e il gia' fragile quadro politico. A quel punto Craxi, De Mita, Gava, Forlani, non sarebbero altro che mosche impazzite chiuse dentro la bottiglia di una crisi che sta per esplodere. Mano pesante La difesa, piu' teorica che pratica, sarebbe affidata alle sole mani di Ciampi. Ha senso tutto cio' ? No. Non ha alcun senso. E quindi, visto che ormai siamo diventati un po' tutti piu' religiosi di prima, elevo anch' io la mia preghiera. La rivolgo al governo in carica. Sveglia, ragazzi. Toc, toc, Andreotti, al lavoro. E' ora di tornare in trincea. Lasciate che Craxi e Forlani discutano, ma voi rimettetevi in testa un elmetto e fate qualcosa. Magari un bel decreto con tagli alla spesa, blocco dei salari pubblici e delle pensioni. Purtroppo, per convincere quelli di Londra e di New York, dovrete usare la mano pesante. Molto pesante. Se non lo fate, giovedi' potrebbe essere troppo tardi. Persino per un intervento della Madonna. Rosso e Nero!"
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