La Slovenia è partita anche da una situazione diversa: a fine anni 80', era l'unica repubblica federata nell'allora Jugoslavia ad avere un PIL procapite relativamente alto,paragonabile a quello spagnolo e superiore a quelli di Grecia e Portogallo,per non parlare degli stati meridionali della Federazione jugoslava(ma già la Croazia era molto dietro i livelli sloveni e la distanza è rimasta sostanzialmente immutata).
Altra storia la Slovacchia,area depressa di uno Stato quale la Cecoslovacchia,che nel 1989 era sì il meno povero di quelli del COMECON ma era lontano anche solo dai livelli di PIL del Portogallo(mentre negli anni 30' del secolo scorso,spulciando Wikipedia,vien fuori che stava molto meglio della Spagna).
Insomma,livelli di partenza molto diversi.
Ah,a proposito,l'Irlanda del sud nel 1989,guardando i dati,era dietro la Spagna e non molto avanti a Grecia e Portogallo.Oggi,a livello procapite guarda dall'alto in basso la Germania.
Ma questa è un'altra storia ancora.
Intanto sale la tensione tra il governo britannico e i movimenti indipenditisti scozzesi e nordirlandesi. La May ha cercato di arrabbattere un discorso sull'unione di 4 nazioni, alquanto ridicolo considerando la Brexit.
Irlanda del Nord, storico risultato degli indipendentisti dello Sinn Fein guidati da Michelle O'Neill - Repubblica.it
Inverno 2016/17
16/1 Fiocchi
La Croazia non la vedo messa tanto male nonostante il pil pro capite basso, stanno migliorando molto le infrastrutture, basta guardare la rete autostradale del paese, poi può contare sul turismo e per quel poco che può valere guardando con Google maps anche le abitazioni sono in buone condizioni rispetto ad altri paesi dell'est e molte di nuova costruzione, non c'è quel degrado di paesi tipo Romania o Bulgaria. Poi è un paese con solo 4 milioni di abitanti, può crescere in fretta.
Se ci fosse un referendum nell'Irlanda del nord gli unionisti vincerebbero col 70% se non di più. Addirittura secondo alcuni sondaggi sono più gli inglesi e gli irlandesi a volere la riunificazione dell'Irlanda che i nordirlandesi. Mi sa che vi fate troppi film![]()
Ultima modifica di nevearoma; 04/03/2017 alle 19:02
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Sicuramente sta meglio di Romania e Bulgaria ma,ripeto,stava meglio di loro anche negli anni 80'.
Nella ex Federazione Jugoslava le gerarchie sono rimaste grossomodio invariate: la Slovenia è su standard vicini all'Europa occidentale,la Croazia è in una situazione intermedia(diciamo che sta come le regioni del sud Italia,per molti aspetti ed ha pure una mafia abbastanza potente),il Montenegro è in crescita ma è ancora povero in termini europei,la Serbia ha iniziato a riprendersi in questo decennio,la Macedonia e soprattutto il Kosovo sono ancora molto,molto poveri.
Comunque sia,nessun economista che sia un minimo accreditato nel consensus internazionale,compresi i keynesiani moderati come Roubini' ed i neokeynesiani come Fitoussì, ritiene che il mercato comune europeo abbia danneggiato i singoli Paesi,che si tratti della nordica Finlandia o dell'Italia o della Grecia.
Questa è un'idea che portano avanti non gli economisti(salvo eccezione isolate come Brancaccio,la Napoleoni,la Undiemi e Borghi ,che insegnano in piccole università che nelle classifiche internazionali non vedi neanche se usi il telescopio) ma alcuni partiti politici antisistema.
I dubbi riguardano non l'adesione all'UE ma all'euro,che secondo una scuola di pensiero è una moneta inadatta al sud Europa perché troppo forte o,per altri aspetti,è stata adottata senza creare meccanismi adeguati meccanismi di gestione(Banca Centrale Federale) e di compensazione(trasferimenti dai Paesi core a quelli periferici).
Ma questo riguarda l'euro.L'UE è considerata complessivamente un successo per gli aspetti che riguardano le libere circolazioni ed il mercato comune(ben lungi dall'essere completato),che però da qualche anno sono minacciati dal'azione congiunta delle migrazioni,dei protezionismi nazionalistici e dei rigurgiti xenofobi.
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