Non ho capito...
Se io ho avuto capacità e/o fortuna di essere amministratore delegato, che so, di Fiat per 20 anni e ho versato contributi per decine di migliaia di euro mensili dovrei avere una pensione di poche migliaia di Euro?
Ma anche no, altrimenti tanto vale non sbattersi e non fare una minchia per una vita intera.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Trovo giusto chi paga di più per la pensione, poi lo deve riscuotere nei suoi anni di pensionamento.
Ma é il sistema Italia che ha portato a questi debiti
Non é possibile che politici o i vari quadri dirigenziali o i cosiddetti manager,vedi chi gestiva le FS, adesso Trenitalia, percepiscono migliaia di euro!
Ma perché il governatore altoatesino deve guadagnare di più che la Merkel? Deve solo gestire una regione di 530 000 abitanti.
Perché i papponi della sanità devono guadagnare come tre o quattro infermieri?
Ma perché, per una volta su tutte non si può imparare da paesi nordeuropei dove il presidente della Svezia ha un contratto da pubblico impiegato.
No,i nostri vanno dove solo a loro fa più interesse,vedi quello che va Dubai,o quella signora Toscana eletta qui a Bolzano e quell 'altra di Bolzano che fu eletta a Napoli.
Il petrolio prima o poi finirà e la Norvegia cosa sta già facendo?amplia l acquicoltura allevando salmoni, che sarà il loro nuovo petrolio.
Mia opinione retorica .
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Parlando di pensioni per anni, anzi decenni sono state pagate pensione assolutamente spropositate ai contributi versati (anche perchè il sistema di calcolo non era quello...).
Parlando di oggi stiamo ancora spendendo in pensione svariati punti di PIL più dei nostri partner "ideali": 3 (più o meno) della Germania, 5 (più o meno) della Spagna.
Risulta che in Germania o Spagna i pensionati muoiano di fame?
3 punti son 50 miliardi all'anno, miliardo + miliardo -
5 sono più di 70 miliardi l'anno, miliardo + miliardo -
Poi chiediamoci come mai si taglia la sanità, si tagliano i servizi, aumentano le tasse ecc. ecc. che son tutte manovre (meno o più) recessive.
Io farei più deficit per mandar prima la gente in pensione per risolvere...
Oddio... Finchè son 4 gatti possono anche permettersi di campare di salmoni...
Scommetto comunque che il fiume di soldi che entra nel fondo sovrano curiosamente non viene usato, oggi, per mandare in pensione la gente a 40 anni con 15 di contributi...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
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Pietro
......
Anche di Gesù dicevano e dicono che sia stato comunista o socialista!
Non sposo di certo il sistema comunista!
Dove l' iniziativa privata, il far soldi lavorando e facendo lavorare era un utopia.
Si lavorava per lo stato, e lo stato distribuiva il minimo per la sussistenza.
Lo dimostra anche il fatto che 100 e più anni fa, era il granaio del mondo, poi il contadino o proprietario terreni ha perso la "spinta" per produrre( per lo stato).
Questo anche per altri settori.
Quelli che "pensavo" io nel precedente post è altra cosa.
Un lavoratore, un imprenditore, un libero professionista , unAD è giusto che percepisca anche somme cospicue, su queste somme dovrà versare "tasse" in proporzione a ciò che percepisce.
Una volta in pensione ci dovrebbe essere un parametro che permetta ricevere una pensione adeguata per una vita decorosa e con, in più, un certo riconoscimento per le maggiori tasse versate.
Aggiungo che chi incamerava 100.000 o 150.000 euro annui avrebbe tutta la possibilità di farsi una "pensione integrativa privata".
Ripeto: percepire 8/ 10 o 12.000 euro mese di pensione è amorale, sempre rispetto a chi fa la fame, pur avendo fatto più "privazioni" nel versare la sua parte di stipendio come accantonamento pensionistico.
Non sono comunista !
Amante della Natura:Monti,meteo,mare,una piccola margherita.....
Non posso che dir grazie a tanto Artefice!
Residenza: Altavilla Vicentina (VI)
Lavoro: Brendola - casello di Montecchio Maggiore (VI)
http://meteoaltavillavicentina.altervista.org/
Il problema in Italia è che le categorie con redditi più alti (dirigenti di ogni genere, magistrati, professori universitari in particolare, ma anche imprenditori e professionisti in qualche caso) sono quelli che hanno ricevuto di più in proporzione ai contributi pagati. Perché chi aveva redditi a fine carriera di 8-12 mila euro al mese (o 15-20 milioni di lire se vogliamo) difficilmente aveva avuto redditi comparabili per tutta la carriera lavorativa, mentre un operaio magari con la progressione prende un 50% in più a fine carriera rispetto allo stipendio base, per le categorie sopra citate gli stipendi finali risultavano spesso 5-6 volte in più rispetto allo stipendio di ingresso, in qualche caso anche molto di più.
Quindi i super privilegiati che già avevano redditi alti si ritrovano con una pensione folle, ancora più sproporzionata rispetto ai contributi versati di quanto succeda ai comuni lavoratori.
Io avevo un prof di economia all'università che una volta andato in pensione (a 8 mila al mese circa) ha cominciato a versare una grossa fetta della sua pensione in beneficenza, perché ritiene quell'importo eticamente inaccettabile, da docente di economia politica che sa farsi i suoi conti.
Ultima modifica di snowaholic; 30/03/2021 alle 10:38
Con un sistema contributivo a ripartizione ben calibrato un pensionamento anticipato dovrebbe diventare equivalente in termini monetari nel lungo termine, ovvero la riduzione di importo della pensione dovrebbe compensare sia i minori contributi sia la maggiore aspettativa di vita rispetto ad un lavoratore che va in pensione più tardi.
Quindi in termini di finanza pubblica il pensionamento anticipato produce un maggiore deficit nel breve termine ma nel lungo termine lo riduce, il problema diventa come finanziare il maggiore debito nei primi anni. Questo effetto è presente sia in quota 100 sia in altri provvedimenti come le baby pensioni, che sono stati un enorme vantaggio per i baby pensionati negli scorsi decenni ma adesso anche loro sarebbero comunque tutti già in pensione e con un assegno più elevato, quindi non hanno più alcun effetto sulla spesa pensionistica attuale.
Tuttavia nella stima devi considerare anche l'altro lato della finanza pubblica, ovvero l'effetto sul PIL. Andare in pensione prima significa una minore forza lavoro e quindi un minor PIL potenziale, quindi anche minori entrate fiscali potenziali (non solo pensionistiche). Quindi bisogna andare a vedere se il pensionamento anticipato produce una riduzione del PIL effettivo oppure no, visto che abbiamo un tasso di partecipazione alle forze di lavoro estremamente basso e una elevata disoccupazione non è una valutazione scontata. Occhio che questo è un effetto macroeconomico che può far scoppiare anche un sistema a capitalizzazione, la distinzione tra i due non è così netta.
Io quindi farei molta attenzione a trarre conclusioni affrettate in entrambe le direzioni, chiaramente nel lungo termine deve esserci un aumento dell'età pensionabile perché il tasso di dipendenza (rapporto tra anziani e popolazione in età da lavoro) tende ad aumentare inesorabilmente a causa dell'evoluzione demografica, ma aumentare l'età pensionabile non serve a niente se non si riesce ad alzare il tasso di attività delle coorti più giovani e un anticipo di pensionamento a condizioni attuarialmente eque potrebbe non avere un effetto negativo né sul PIL né sulla finanza pubblica.
Più che le pensioni future il nostro problema sono quelle passate, a meno di mettere mano retroattivamente agli importi eccessivi rispetto ai contributi (vedi proposta Boeri che ho sempre sostenuto ma temo sia politicamente improponibile) gli interventi sulle pensioni ci servono veramente a poco. Dovremmo concentrarci invece sull'aumento della produttività e della partecipazione al lavoro delle coorti giovani, che sono la vera emergenza e quelle su cui ci giochiamo le prospettive di crescita dei prossimi decenni.
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