La mia esperienza è stata diversacomunque io ho visto solo due classifiche non so quanto valide ovviamente, ma in entrambe il Portogallo in quanto a conoscenza dell'inglese era davanti ad Italia e Spagna ed in una anche davanti alla Francia.
In ogni caso, è assurdo che gente che ha studiato l'inglese per dieci anni a scuola non sappia neanche chiedere informazioni di emergenza tipo "Come faccio ad arrivare nel posto x?". Anche i viaggi studio appositi delle agenzie italiane sono organizzati in maniera barbara. Non siamo più nel 1880, non si può emigrare senza riuscire a parlare con gli altri. Almeno a mio parere.
Ed è una cosa che incide anche su di me, perché io pur avendo studiato inglese dalla seconda elementare e pur avendo passato un mese in un paese anglofono ho ancora un livello piuttosto modesto, e quindi guardo con preoccupazione ad un eventuale futuro lavorativo all'estero. Come faccio, che so, a fare ricerca in inglese se non so la lingua a sufficienza?
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Credo che l'importante è essere sereni.
Fare una scelta comporta delle conseguenze. Sempre.
Secondo me il messaggio che deve passare è che andarsene o restare ha lo stesso peso e la stessa nobiltà.
Di sicuro l'esperienza all'estero arricchisce. Quando torni da un viaggio già capisci di aver toccato un'altra realtà.
Ma anche saper vivere bene la propria(realtà) o trovare la dimensione in Italia è ugualmente importante.
A volte sembra quasi che debba passare il messaggio che chi esce dagli schemi è più forte,è più valido,etc etc.
Ricordo che una voltai litigai con un amico perchè lui disse che l'essere andato a Roma a studiare lo aveva fatto crescere. Avere una
casa insieme ad altre 4 persone(suoi compagni di liceo,non perfetti sconosciuti),lavarsi i panni,cucinare etc era motivo di crescita e
dunque aveva qualcosa in più a me,che questa scelta non ho fatto.
Balle!
Io,ad esempio, non andai a Roma per svariati motivi,in primis perchè ritenevo inutile far spendere 600/700 euro al mese quando avrei potuto viaggiare
e studiare,come fanno tanti cristi che la casa non se la possono permettere. So cucinare estremamente bene e mi curo gli interessi da solo.
Che poi star soli sia una bella esperienza non lo metto in dubbio e son sicuro che faccia crescere(in certi casi).
Basta che non passi il messaggio che una scelta sia meglio dell'altra. IO non ritengo la mia scelta giusta e non la impongo. Va bene per me,amen.
Ogni scelta è opinabile e soprattutto personale.
Va bene per uno,non va bene per un altro.
L'esperienza di Edo è bellissima. E' anche affascinante.
Ma non è detto che la sua scelta sia LA SCELTA.
E,bada bene,non è prettamente la mia opionione,perchè per quanto concerne il caso di Edo potrei anche pensare di fare una esperienza simile. Dunque non sto scrivendo per partito preso.
Semplicemente credo che tutte le scelte possono essere valide.
Un ragazzo che decide di restare nel paese di montagna non è criticabile, tanto quanto non lo sia un coetaneo-paesano che studia alla Bocconi e poi
va a lavorare alla BCE.
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...when the night has come
and the land is dark
and the moon is the only light we'll see...
Mi pare di avere un déjà vu...non so perchè ma questo messaggio mi pare di averlo letto altre volte.
Francamente lo capisco poco, cioè nessuno impone a nessuno ne' delle scelte ne' delle idee.
Non siamo certo qui a definire "cosa è giusto o cosa sia sbagliato"...e nessuno mi pare lo abbia fatto nelle pagine precedenti.
Si parla di convinzioni personali, non si parla di nobiltà di scelte...si parla di ciò che ognuno crede sia meglio per la sua formazione personale, per cui è logico che uno pensi che una cosa sia meglio dell'altra.
Personalmente consiglierei ad un mio ipotetico figlio di fare questa scelta perchè la ritengo migliore di altre.
"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
Avrei molto da ridire su questa affermazione. Ho notato invece che i brasiliani lo sanno meglio dei loro cugini portoghesi.
Anyway, il motivo per cui tedeschi, olandesi e scandinavi sanno parlare un inglese migliore dei popoli neolatini va ricercato anche nella maggiore somiglianza tra la propria lingua e l'inglese, provenendo dalla stessa radice linguistica germanica (nonostante molte parole inglesi siano state influenzate dal francese, e di conseguenza dal latino). Forse per questo sono leggermente avvantaggiati, anche se il metodo di insegnamento rimane il motivo principale.
Fabry,io non so quale sia la situazione nelle scuole lombarde ma suppongo non molto dissimile da quella piemontese,beh,per esperienza personale con mio figlio mi sto rendendo conto di quanto davvero sia totalmente ininfluente il grado di apprendimento della lingua inglese con i metodi(e soprattutto le ore)che vengono adottati alle elementari.
Posto che sono dell'idea che per imparare bene una lingua bisogna poterla parlare fluentemente ogni giorno nella zona in cui la si parla naturalmente(nella fattispecie UK o USA) direi che per lo meno,un input in più da parte delle nostre scuole,se non altro per numero di ore e livelli progressivi di difficoltà non guasterebbe affatto...
allo stato attuale delle cose,mio figlio(e naturalmente i suoi coetanei)in 3 anni di scuola NON sa assolutamente nulla,non sa nemmeno formulare una banalissima frase,sa semplicemente qualche termine lessicale ma li finisce...non è così che deve andare a mio parere e me ne dispiace un sacco.
Personalmente metterei la lingua inglese alla stregua della matematica come importanza tra le varie materie scolastiche,serve un sacco e poche balle![]()
Ci vuole l'Atlantico!
"Per quanto io sia paziente di perturbata con clacson a prescindere, tu mi hai veramente ovombolato il cipollotto aspergicato." Ciao Tub!
Ma perchè non leggi bene e non provi a filtrare,capire?
Ti poni subito sulla difensiva quando ho scritto tutto fuorchè qualcosa contro di te. Rileggi bene.
Ho espresso un parere contestualizzato rispetto a quello di cui si parla nel topic.
Visto che dal primo messaggio "Mollare tutto ed andare all'estero" credo sia insita una sorta di domanda e di riflessione,su come
la vita possa cambiare a seconda delle scelte.
Sono intervenuto per dire la mia,secondo come ho interpretato alcune vostre risposte e secondo alcune cose che mi sono capitate
in vita riguardo l'argomento.
Edo nulla di personale. Io la tua scelta la condivido e la stimo,a prescindere se poi uno la fa o meno.
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...when the night has come
and the land is dark
and the moon is the only light we'll see...
Sono sostanzialmente d'accordo con quest'affermazione.
Infatti. Non tutti si possono permettere di fare i fuori sede o di mandare i figli in erasmus o a fare stage (ci sono le borse di sturdio in alcuni apesi per l'erasmus, ma non sono minimamente sufficienti, me lo hanno detto anche compagni di università che l'hanno fatto, le spalle coperte, da quel punto di vista servono)
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