Alt. La crisi è nata perchè degli incapaci, alla meglio, o dei delinquenti, in parecchi casi, hanno prestato denaro a gente che non poteva restituirlo. L'assistenzialismo, per una volta, non c'entra nulla.
(Mi scuso se rispondo a pezzi e in modo non strutturato, sono parecchio preso)
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#NousAvonsDéjàGagné
Io penso che dobbiamo chiuderci mentalmente un po di più ognuno nel suo stato, ognuno nella sua città... siamo cittadini del mondo si, ma siamo cittadini prima di tutto dell' italia e prima di tutto ognuno del proprio paese... non possiamo pensare di migliorare il mondo... è un sistema troppo grosso per sapere che cosa è meglio per il mondo... dobbiamo pensare prima di tutti per il bene della nostra cittadina, dobbiamo restaurare i rapporti sociali con i nostri compaesani, dobbiamo essere un pò più patriottici
penso che le tradizioni delle nostre cittadine e dello stato, i rapporti tra compaesani, le attività e le aziende locali o nostrane vanno salvagurdate, non si possono distruggere con il mercato libero... ci vogliono dazi e controlli sul mercato
non voglio dire che bisogna eliminare le multinazionali o mettere l' embargo su ogni cosa a prescindere... dico solo che il mercato va controllato per salvaguardare i sistemi più piccoli... togliere le persone dalla propria realtà paesana la considero deportazione; è come se ti portassero via dalla tua famiglia... e chi ti porta via deve pagare amaramente!!! non dobbiamo dare del bamboccione a chi non si trasferisce abbastanza lontano... ognuno la sua scelta, e chi rimane in zona non vale meno di chi va lontano, chi rimane in zona difende la sua terra!!
e ben vengano le fazioni e un pò di rivalità o amichevoli scambi di battute tra quartieri o paesi adiacenti, rendono la vita meno noiosa e mantengono salda la nostra cultura
(comunque sicuramente non è solo il mercato libero, a minacciare i piccoli sistemi)
per quanto riguarda l' ambiente non so quale sia il migliore sistema da adottare... globalizzazione o localismo avranno sicuramente i suoi pro e contro nei confronti dell' ambiente naturale e può anche darsi che il sistema globale tutto sommato non sia più inquinante del sistema locale, (a contrario di come si pensa)... ma io credo che la nostra serenità e la vita che ti garantisce il localismo di cui ho ampiamente parlato, venga prima dell' ambiente; che senso ha rispettare la natura, se non ci sta mai a contatto, perchè la realtà globale con la sue città molto grandi e la sua vita frenetica ti distoglie completamente dalla natura??
Ultima modifica di Federico Fabi; 20/02/2013 alle 03:16
Da ignorante in economia provo a esporre l'idea che mi sono fatto leggendo qua e la e ragionandoci su.
La crescita, qualsiasi definizione se ne dia, non può prescindere dal consumo in costante aumento di risorse naturali.
Le risorse naturali per definizione sono finite (ovviamente nel senso di non infinite!).
Prima o poi si dovrà affrontare per ciascuna di esse il momento di picco, ovvero quando la domanda diventa superiore all'offerta e questa necessariamente non può più crescere; teoria esposta da un economista americano di cui non ricordo il nome negli anni '60 e che ha trovato immediata applicazione alla risorsa più importante di tutte: il petrolio.
Se per altre risorse si è lontani dal picco oppure si è trovata l'alternativa diverso è il discorso per il petrolio.
In molti ritengono che siamo prossimi al raggiungimento, altri lo ritengono già avvenuto.
Gli avvenimenti internazionali degli ultimi 10-15 anni mi fanno pensare che la crisi petrolifera sia già in atto, sebbene non chiaramente manifesta.
Meglio chiarire che se si dice petrolio si intende non solo produzione di energia o autotrazione ma anche e direi soprattutto produzione della maggior parte degli oggetti di uso quotidiano, basta pensare solo alle plastiche.
Le alternative al petrolio in campo energetico in teoria ci sono, metano carbone nucleare rinnovabili etc.
Dico in teoria perché se ne discute ancora parecchio.
Riguardo la produzione di beni, qualcuno mi corregga, a parte qualche "sciocchezza", alternative non ne vedo.
E, ricordo, allo stesso tempo vedo una corsa all'accaparramento del petrolio rimasto, con "quasi" ogni mezzo.
Facendo 1+1 mi sembra alquanto sciocco far affidamento sul presunto progresso tecnologico spesso sbandierato.
Certo, quest'ultimo andrà avanti ed avremo nuovissime e più performanti tecnologie, ma l'alternativa vera è lontana o forse addirittura inesistente.
Altrimenti, proprio per fare un esempio, non mi spiego perché si comincino ad affrontare tematiche come il landfill mining, ovvero estrazione dalle discariche per recuperare cose che oggi buttiamo con disinvoltura.
Ora, e vengo all'oggetto della discussione, non riesco ad immaginare una crescita senza il consumo di beni come quello attuale, produzione dei quali dipende essenzialmente dal petrolio.
Ed in questo senso credo sia opportuno parlare di decrescita, per consumare meno e meglio risorse per avere più tempo per una eventuale alternativa, e se non la si trova, per prepararsi al peggio.
Ma c'è un problema: prova a parlare di decrescita con qualsiasi economista e sai che dice? No, se non c'è crescita è la fine...
Insomma non se ne esce: il modello economico attuale impone di ingranare la quarta ed andare sempre più forte sperando di schiantarsi il più tardi possibile. Sono ben conscio che grazie a questo modello sto vivendo molto bene ma il timore dello schianto è forte e potrebbe pregiudicare il giudizio globale.
Infine: non capisco molto di tutte le teorie economiche esposte, ma di sicuro non mi sono molto simpatici i professionisti dell'economia:
sanno commentare benissimo dopo gli avvenimenti ma trovo le previsioni fatte spesso e volentieri completamente sballate, senza che mai qualcuno abbia pagato. Trovo allucinante poi essere proiettato da un giorno all'altro in crisi economiche più o meno profonde.
Ma che caxxo facevano il giorno prima (oltre a fare i propri interessi naturalmente)?
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Le decrescite economiche (o per meglio dire,i periodi di stagnazione dell'economia) le abbiamo sempre avute,e abbiamo sempre posto rimedio con una bella guerra,fin dalla notte dei tempi. E' uno dei pochissimi modi per far ripartire l'economia,e farla ripartire alla grande.
Non è etico,ma è così.
Venendo all'argomento "crescita infinita" o sostenibilità della crescita,secondo me il nocciolo della questione è uno solo: lo spreco. Nei Paesi sviluppati,quasi la metà del cibo prodotto viene buttato. Significa che c'è qualcosa che non va. Significa che c'è una sovrapproduzione,l'offerta non manca,ma la domanda è esigua. Più che al come aumentare la domanda,io penserei al come ridurre l'offerta. Pensiamo al cibo in ogni supermercato di ogni angolo d'Europa,pensiamo all'insalata,alla carne,ai latticini,a tutti quei prodotti che,non appena scadono,vengono presi e BUTTATI. E' questo il centro della questione. Uno spreco inutile di risorse: ce ne vengono proposte 100,ma a noi bastano 60. I 40 in più vengono prodotti ugualmente e infine buttati. Per cosa? Perchè si è arrivati a questo?
Parliamo anche di edifici,pubblici e non. Quanti sono quegli edifici che,in pieno inverno,hanno il riscaldamento a palla e le finestre aperte perchè fa troppo caldo? Quanti hanno le luci sempre accese quando non ce n'è bisogno? Pensiamo ad ogni singolo palazzo del nostro paese,della nostra provincia,della nostra regione,della nostra nazione e infine del mondo. Facciamo una somma. E il riscaldamento/la corrente costano,sia in termini di denaro sia in termini di risorse.
Perchè non partire da questo?
Lou soulei nais per tuchi
Probabilmente ti riferisci a M. K. Hubbert (da non confondere con Hubbard!), che però non era un economista ma un geofisico.
Il Fondo Monetario Internazionale ha iniziato timidamente a interessarsi dei legami fra energia/petrolio e crescita economica, prendendo spunto da lavori recenti di alcuni economisti (Ayres, Kümmel, Reynolds, Warr).Ora, e vengo all'oggetto della discussione, non riesco ad immaginare una crescita senza il consumo di beni come quello attuale, produzione dei quali dipende essenzialmente dal petrolio.
EDIT: in realtà Ayres e Kümmel sono fisici di formazione e Reynolds un ingegnere meccanico; neanche Warr è un economista puro.
Ultima modifica di Hydraulics; 21/02/2013 alle 08:30
Esattamente: teoria talmente facile nella sua essenza che andrebbe esposta almeno dalle scuole medie.
Picco di Hubbert - Wikipedia
Ma, cito,
Le principali critiche alla teoria di Hubbert sono sostanzialmente di natura economica
ma va...
Ri-cito:
Al momento, non essendo stata ancora scoperta un sorgente dotata di densità energetica e versatilità di impiego comparabile a quella del petrolio, la teoria rimane valida.
Ma tu guarda...
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