In questi giorni ho riflettuto sulla situazione ucraina, e inizio a domandarmi quale sia l'obiettivo, se davvero la pace o invece battere Putin ad ogni costo.
Per carità, sono lontano da Orsini (la cui preparazione accademica è assolutamente indiscutibile, così come le sue analisi sull'origine del conflitto, non mi piacciono però le sue conclusioni nè le soluzioni che propone), però inizio a chiedermi dove si voglia andare.
Putin di certo non si arrenderà, e questo è certo, e lo stiamo mettendo in difficoltà. Ma i governi occidentali, e lo stesso Zelensky, hanno in mente una data di scadenza della guerra? O puntano semplicemente a ricevere sempre più armi fino a ricacciare i russi fuori dal Donbass? Qual è la vera strategia di lungo termine?
Quel che temo è che la guerra diventi lunga e logorante, una sorta di Donbass esteso a una buona fetta di Ucraina, o una Siria.
Già 12 milioni hanno dovuto abbandonare le loro case, e 5-6 milioni sono emigrati dall'Ucraina. Questo su una popolazione totale di 44 milioni, per lo più donne e bambini. Considerando che tutti i maschi tra 18 e 60 anni devono restare, ciò significa che c'è oltre un quarto della popolazione ucraina che è costretta a restare nel paese (quasi il 30%) e che il 20% di chi poteva emigrare lo ha fatto. Di fatto si sta contribuendo a condannare a morte molti uomini, alcuni dei quali magari vorrebbero seguire le loro famiglie, e si stanno creando le condizioni per una sorta di diaspora ucraina visto che già adesso più del 10% degli ucraini è fuggito.
Io non ho soluzioni, non ho la minima idea di cosa si potrebbe fare, mi domando solo se si stia facendo la cosa giusta, se anche agli ucraini stessi vada bene questa situazione, perchè alla lunga la guerra e la lontananza logora e stanca, non tutti sono animati da spirito di resistenza.
E' facile per noi, che viviamo in un mondo di pace, continuare a supportare di armi la resistenza ucraina, ma per quanto tempo lo faremo? E perchè lo vogliamo, per davvero per l'Ucraina o per battere Putin?
Aggiungo che inizio a non sopportare più la propaganda di Zelensky all'interno del paese, palesemente filo-guerra.
Se si vuole la pace si offrono immagini del futuro radioso che seguirà alla guerra, non si lodano come se fossero eroi i soldati che vanno a soffrire e morire al fronte.
Condivido la parte finale dell'intervento, un po' meno quanto hai scritto nel mezzo.
Ad esempio non era affatto chiaro che Putin volesse il sud dell'Ucraina e il Donbass. Può anche essere fosse così, ma la verità è che non lo sappiamo e che magari, se tutto si fosse risolto velocemente con la creazione di un governo fantoccio, forse Putin avrebbe osato di più.
Ed è per questo che io, sulla prima fase della guerra, non ho molto da ridire. Il sostegno in armi all'Ucraina è stato importante per ricacciare i russi e ridisegnarne i confini dell'azione militare, prima ben più estesa e sistematica.
Circa le sanzioni, non è affatto vero che fanno più male all'Europa che alla Russia. Tutti gli indici economici dicono il contrario. La Russia sta comunque resistendo e "accompagnando" il crollo economico grazie alle politiche della Nabiullina, ma perderà il 10% del PIL se non di più, e non è poco. Per fare un confronto il crollo causato dal Covid 2020 alla nostra economia è stato dell'8,5% e noi avevamo l'aiuto, per riprenderci, dei fondi europei. Siamo inoltre un'economia molto più sviluppata e meglio inserita, e la prospettiva di un recupero c'era già a breve termine, cosa che per la Russia non esiste.
Quanto hai appena scritto è proprio quello che è la realtà. Parli di "prossimi mesi", parli di altri trasferimenti di armi, parli in pratica di una guerra lunga e logorante che mieterà altre decine di migliaia di vittime.
Fin quando si vuole andare avanti così? Qual è l'obiettivo finale? Tu stesso lo dici: sconfiggere nettamente Putin e cacciarlo dall'Ucraina. E quanto tempo ci vorrà?
E soprattutto perchè devono decidere le potenze occidentali quel che vuole l'Ucraina, che può anche scegliere di perdere alcuni suoi territori pur di avere una pace? Spero sia un refuso quando hai scritto: "Nessuno tra i Paesi occidentali ha intenzione di lasciare il sud e l'est dell'Ucraina ai russi".
Io sinceramente non so come potremmo uscirne, non ho soluzioni pronte alla Orsini, ma vedo che la situazione anzichè andare verso una pace e una strategia di lungo termine segue più che altro logiche differenti, di guerra tra due fazioni che trova suo sfogo in Ucraina.
Mi auguro solo che il popolo ucraino sia favorevole a tutto questo, o se non sia stanco e preferisca fuggire dal proprio paese, cosa che una buona fetta di popolazione non può nemmeno fare. Che si lasci almeno loro libertà di scegliere di fuggire o rimanere e combattere.
Nessuno chiede agli ucraini di arrendersi, ma ci si domanda soltanto se inviare armi più pesanti non causi un'ulteriore escalation delle violenze dei russi contro la popolazione e dell'uso di armi proibite (chimiche, magari nucleari tattiche) sempre sugli ucraini, facendo così più danno che bene.
E' la classica logica americana per cui avendo tutti delle armi in casa allora si è più al sicuro. La realtà è che negli USA la violenza e le aggressioni sono molto maggiori che in Europa.
Estendendo questo paragone all'Ucraina e alla guerra c'è da chiedersi se non possa accadere lo stesso: inviamo armi per aiutare loro a difendersi, col rischio però che quelle armi vadano a causare molta più violenza di quella che dovrebbero evitare.
Badate che non è che non voglia inviare armi, soltanto vorrei si ponderasse molto bene la scelta di inviare armi ancor più specialistiche rispetto a quanto fatto finora.
Ultima modifica di burian br; 23/04/2022 alle 01:51
L'unificazione linguistica non è così importante a mio parere, inoltre adottarne una a discapito delle altre sarebbe da suicidio culturale, un po' come avvenuto con i diversi dialetti italici che stanno scomparendo.
Diversi ma uniti, questo dovrebbe essere il motto dell'Unione Europea, un conglomerato di nazioni ciascuna con le proprie peculiarità e cultura, ma animati da comuni interessi fondanti, politici, economici e di difesa militare, per crescere insieme.
Il problema è che non tutti i membri hanno gli stessi interessi politici, economici o di difesa appunto.
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