Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
è molto tenero il fatto che tu creda che se è arrivata la sentenza allora necessariamente sia tutto giusto.
effettivamente non ci sono casi di gente in carcere da innocente, soprattutto legata a processi che diventano più mediatici che altro.
significa che son tutti innocenti? no, significa che la certezza in certe situazioni non la dà manco la sezione "motivazioni delle sentenza".
Si vis pacem, para bellum.
Sarà anche tenero, ma è l'unico appiglio che abbiamo (mentre il fatto che la sentenza sia sempre giusta l'hai aggiunto tu; io prima di tutto non l'ho mai detto e secondo non c'entra nulla col discorso che sto facendo, se non fosse chiaro).
Che possano esserci errori giudiziari (e qui ne abbiamo visti di clamorosi) è ovvio, ma fa parte della natura umana. Anche i chirurghi ogni tanto sbagliano e il paziente ci lascia le penne. Però effettivamente non ho mai sentito nessuno accusare il chirurgo comunista di aver fatto fuori il pazienta fascista e viceversa.Per ora...
Ma sta di fatto che tutti sono soggetti ai limiti della legge e non c'è garanzia migliore di libertà.
In compenso l'insinuare dubbi a prescindere, in particolare di natura politica, sulle sentenze è tipico da una parte del condannati (e lo capisco) e l'altra parte rientra nel filone nanesco inaugurato qualche decennio fa.
E quindi che facciamo? Eliminiamo la magistratura perchè ogni tanto sbaglia? A chi facciamo decidere? Al governo? O ognuno sistema le controversie a modo suo?
Dopo sì che le questioni "politiche" spariscono...
La "certezza" ce l'hai dopo morto se il padreterno è disposto a risponderti.
In compenso se hai suggerimenti su un sistema migliore e meno parziale son disposto ad ascoltare.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Sul post ieri sera ho letto un commento a proposito delle manifestazioni per la Palestina, e si riferiva al fatto che per l'Ucraina l'opinione pubblica non si è mossa. Lo riporto perchè secondo me sintetizza in modo preciso e diretto quello che altri intellettuali/politici esprimono con giri di parole:
"Non mi imbarco nel solito sottolineare l'ovvio, ovvero il fatto che l'Italia ha inviato armi etc. per centinaia di milioni di euro, ha isolato e sanzionato la Russia etc. etc. mentre è complice attiva del genocidio palestinese.Voglio andare oltre e lo dico chiaro e tondo: il problema è che l'Ucraina ci chiede (lo ha fatto e continuerà a farlo, e prima o poi accadrà) di entrare in guerra al suo fianco contro la Russia.E siccome questa guerra, come tutte le guerre dall'età moderna in avanti, verrà combattuta dai lavoratori, i lavoratori non vedono di buon'occhio il supporto all'Ucraina e l'ostilità contro un paese ed un popolo che all'Italia e ai lavoratori italiani non ha mai fatto nulla di male (anzi, casomai valesse ricordarlo, fummo noi a invadere la Russia ottantaquattro anni fa).Mettetevi il cuore in pace: la causa ucraina non è amata a sinistra. Nel migliore dei casi (e lo sottolineo: nel migliore dei casi) il conflitto con la Russia è visto come qualcosa che riguarda questioni irrisolte tra la Federazione Russa e le ex-repubbliche sovietiche del Baltico, la Polonia e la Germania; questioni che affondano le radici nelle peggiori pagine della storia del Novecento, questioni che, da qualunque punto di vista le si voglia considerare, non hanno nulla a che fare con l'Italia o gli altri paesi del Mediterraneo, checché ne dicano Mark Rutte, Ursula Von Der Leyen o qualsiasi altro falco atlantista. Nemmeno gli USA sono troppo caldi sul coinvolgimento in un conflitto europeo per le ragioni di cui sopra. È giusto? Forse no. Ma chiederci di abbandonare casa e famiglia e andare a morire per Riga o per Varsavia... andiamo, su. E per decenza evito di parlare delle spese per il riarmo."
La mia riflessione è stata la seguente:
Israele ha impedito nei fatti che la Palestina si sviluppasse come entità statale e istituzionale favorendo la nascita e crescita di un pseudo-regime teocratico/inquisitorio che in primis tiene in scacco la sua stessa popolazione.
Se al contrario ci si trovasse difronte ad una guerra aperta tra due entità statali riconosciute come sono quelle Russa ed Ucraina, il discorso di cui sopra varrebbe ugualmente oppure no?
Non so se riesco ad esprimere quello che voglio dire.
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economia, modelli, mercato, finanza
Condivido in pieno l'articolo tranne il finale tranne la frase "è giusto,forse no",per me è giusto,e la considerazione che entreremo in guerra contro la russia prima o poi,se lo facessimo sarebbe una follia totale(se non provocati direttamente,con bombe sulle nostre zucche).Per quanto riguarda Israele,bisogna considerare che in teoria è uno stato che fa parte del nostro "mondo",dal dopoguerra in poi, ed il fatto che si renda responsabile di questi massacri ci tocca più direttamente le coscienze.Unito al fatto di una ccerta avversione della sinistra a tutto ciò che è americano o sponsorizzato dall'america.
Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.
"nel fango affonda lo stivale dei maiali..."
Era proprio un commento di una persona come noi ad un articolo del post. Non si trattava di un giornalista.
Non saprei però se è un pensiero comune un po a tutti quelli scesi in piazza ieri compresi i promotori politici oppure il movimento abbia una linea di pensiero più variegata sulla guerra in Ucraina
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La Russia prevede profitti maggiori dalle sue vendite di gas naturale verso l’Occidente rispetto a quelle fatte alla Cina: i prezzi per la Cina saranno almeno del 27% inferiori rispetto a quelli applicati a Turchia e agli ultimi pochi clienti europei nei prossimi tre anni; per il 2025 il divario salirà addirittura al 38%.Esportare verso la Cina non compensa quindi la perdita della gran parte del mercato europeo del gas dopo l’invasione dell’Ucraina del 2022. I flussi diretti a ovest rappresentavano un tempo la principale fonte di ricavi per Gazprom. Ora, con un nuovo grande accordo di fornitura firmato a inizio mese, il colosso russo del gas dipende dalla Cina più che mai.Secondo l’amministratore delegato di Gazprom, i prezzi per la Cina sono “oggettivamente più bassi” rispetto a quelli europei, poiché i giacimenti che alimentano la rotta asiatica sono più vicini al cliente.Le forniture alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia dovrebbero aumentare di oltre il 20% nel 2025 rispetto all’anno precedente, fino a 38 miliardi di metri cubi annui. Inoltre, Gazprom e China National Petroleum hanno siglato un accordo commerciale per aumentare le forniture annuali attraverso la cosiddetta “rotta dell’Estremo Oriente” da 10 a 12 miliardi di metri cubi, con avvio previsto nel 2027.L’ultimo passo avanti per Gazprom in Cina è stato un accordo legalmente vincolante per la costruzione del tanto atteso Power of Siberia 2, un gasdotto via Mongolia che potrebbe consentire esportazioni fino a 50 miliardi di metri cubi l’anno per 30 anni “a prezzo di mercato”, dice Putin, ma i dettagli non sono noti.Per confronto, nel 2024 Gazprom ha esportato in Turchia oltre 21 miliardi di metri cubi e può inviarne quasi 16 miliardi ai pochi Paesi europei ancora disposti ad acquistare attraverso il TurkStream, l’ultimo collegamento rimasto attivo con la regione.
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Il voto in Repubblica Ceca, vincono i populisti di Babis - Europa - Ansa.it
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