Il punto è che, a giudicare dalle cronache, il numero di pazzi in circolazione mi sembra stia aumentando vertiginosamente, e dall'altra parte la richiesta di personale altamente specializzato per mansioni di elevata pericolosità, anche. Per cui giocoforza diverrà sempre più probabile incrociare il pazzo giusto nel posto sbagliato...
Io non ho questa sensazione. Forse c'è una maggior denuncia mediatica, ma non percepisco un reale aumento delle violenze.
Invece, c'è il fatto che anche gli ultimi presidi legati al trattamento della sanità mentale hanno chiuso i battenti, in favore di nuove strutture che non sono state ancora completamente messe a punto ; che lo stress quotidiano è aumentato a causa anche della crisi con tutte le sue conseguenze; che di contro i modelli che la società propone sono sempre più sentiti come obbligatori e sempre più irraggiungibili; che i rapporti umani reali, e la capacità di "ascolto" del prossimo vanno via via diminuendo; che questi ultimi elementi vanno a interagire con fragilità personali sempre più diffuse.
In generale, ho l'impressione che sia più facile covare sorde insoddisfazioni che possono esplodere da un momento all'altro, che ci sia maggior bisogno di aprirsi, di ricevere sostegno, di consultare psicologi etc.
Tutto questo, "a pelle".
Parlando di tensioni latenti, ovviamente non possono esserci statistiche, che vengono stilate solo sui casi conclamati, quelli che realmente esplodono, e dopo che sono esplosi.
Sarebbe da vedere effettivamente una statistica che separi i casi di violenze in qualche modo razionalmente motivate, da quelle esageratamente "sopra le righe" rispetto alla causa scatenante (nel senso: è diverso, nel nostro caso, la violenza del rapinatore che cerca di porsi in salvo sparando, da quella del tranquillo pensionato che spara sulla piazza sottostante perché c'è casino).
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Si vis pacem, para bellum.
...non ho la televisione...
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