si dice fattore umano, per indicare tutti i casi in cui la causa è quella umana.
Purtroppo il volo non si può computerizzare completamente, come una metropolitana ad esempio. Sono troppe le variabili possibili che rendono ancora necessaria un'azione umana. Immaginate un'area con una rotta preimpostata che incrocia un biplano o altro che lì non dovrebbe esserci in quel momento. O le innumerevoli variabili che rendono necessario l'intuito umano.
Molto più facile che il computer si stabilirà prima nei viaggi ferroviari, dove la prensenza del binario rende tutto molto più prevedibile a monte
http://golfodigaeta.altervista.org/
Webcam Formia su http://www.meteoliri.it/#!prettyPhoto/10/
Stazione meteo http://www.wunderground.com/weathers...p?ID=ILAZIOFO2
Ma chissenefrega del fattore umano. Si sta facendo di tutta l'erba un fascio. È successo che un pilota è andato in depressione e si è suicidato portandosi dietro 149 persone. Ok, è successo, è una variabile impazzita e imprevedibile. Anche perché volendo uno in depressione può anche non farla vedere...quindi o si crea la macchina perfetta ed inviolabile (perché sai, mi fido più di un pilota che di un computer-pilota vista la facilità con la quale si possono eludere i sistemi informatici...) oppure ci si affida al caro vecchio uomo che fino ad ora ha fatto un lavoro egregio nei trasporti, secondo me. Visto che su milioni di voli negli ultimi anni gli incidenti riconducibili ad errori umani si contano sulle dita di, toh, 3 mani. Quindi mi sembra un sistema ben rodato quello attuale.
alexeia, la tua risposta è un po'... Frivola... Se parli di cronache è perché o leggi i giornali, o guardi su internet o senti la radio, non avendo la TV... Dunque cambia poco, le differenze tra i mass media in termini di cronaca sono pochissime, soprattutto in Italia. Quindi, rispondi alla mia provocazione: salti a quelle conclusioni guardando studio aperto o leggendo il corriere o sentendo rtl 102.5?
Si vis pacem, para bellum.
Motivo in più per avere più paura ad andare in giro a piedi o in macchina... Siam sempre lì, le statistiche sono chiare come il sole, c'è poco su cui discutere. Fattore umano, fattore bovino o suino, fattore divino (per chi ci crede) o fattore meccanico, rimane e rimarrà sempre più sicuro andare in aereo che con tutti gli altri mezzi di trasporto. Poi possiamo trovare tutte le scuse del mondo, ma i dati parlano chiaro.
Si vis pacem, para bellum.
le statistiche cambiano e la depressione è in rapido aumento,
per un depresso ha più risalto la morte aerea che a piedi o in macchina, fà più clamore e risonanza.
Comunque ritornando IT , mi pare tu sia per sposare la versione mass mediatica dell'incidente,
quali sono le prove di questa ipotesi così accreditata?
è solo obiettività, ma vedo anche una cieca fiducia nei mass-media, preferisco tenere le sinapsi attive che passive.
Infatti nemmeno mi è stato risposto su quale siano le prove,
tant è che per avere le prove di quel che ci propinano hanno dovuto sequestrare il PC del coopilota,
le scatole nere sono diventate tabù.![]()
Ecco, io spesso mi chiedo dove abbia inizio il malinteso.
Cioè: io m'immagino che quelli della REUTERS o dell'ANSA alla riunione serale, ricevuta la notizia dello schianto dalla questura del paesino nelle Alpi francesi, riceva subito dopo una telefonata da parte della Airbus in cui viene spiegata loro una versione dei fatti che devono divulgare e che è quella che i mass media ci propinano.
Quando ha inizio la catena del complotto? Da chi? Dove? Quelli della Airbus, saputo dell'incidente, hanno architettato tutta 'sta storia della depressione del copilota?
Oppure a tavolino quelli della REUTERS? Oppure la CIA?
Mi infastidisce oltremodo il fatto che si sia spezzato il filo diretto fra l'evento e la cronaca.
Vuol dire forse che non è mai esistito!
Capisci quel che ti sto chiedendo?
Nemmeno a me va giù la metà delle storie che i canali mediatici diffondono nelle società globalizzate (un minuto di silenzio per la civiltà contadina che eravamo, per cui si 'stava meglio quand'era peggio', si 'moriva a trent'anni ma si scopava per cento' e 'non c'erano irrorazioni di plutonio impoverito nei cieli'), però vorrei almeno trovare il momento (spaziotemporale) in cui la notizia viene creata.
Torno a vedermi "11 settembre: i rettiliani deportano su Urano gli ebrei", che mi sembra ben fatto.![]()
ma per me non c'è nessun taglio tra evento e cronaca.
Le chiacchiere da bar sono parimenti affidabili a quelle dei mass-media.
Sembra che ci si dimentichi facilmente delle notizie originarie e delle notizie successivamente verificate,
ve ne sono a bizzeffe di casi nei mass media e nessuno ha mai tirato fuori quella parola che vi piace tanto utilizzare.
A me piace la parola "verifica", sarò strano io.
Tragedia aerea in Provenza
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 15/04/2015 alle 16:10
Dove nasce la "versione ufficiale"?
Boh... in questo caso, potrebbe essere anche una comprensibile reazione alla classica caciara degli scoop mediatici... evitare il rincorrersi di notizie, indiscrezioni, testimoni che "c'erano" ma lo rivelano quattro mesi dopo, interviste alla prozia del quarto passeggero della seconda fila etc., insomma tutto quel rincorrere il pubblico gonfiando la minima indiscrezione, che abbiamo visto essere ormai di moda.
In una parola: "sciacquarsi dai cocò i giornalisti" per indagare in santa pace. Invece, il caso è risolto, e in breve non fa più notizia. Nell'ipotesi che fosse così, mi sentirei quasi di capirli...
"alexeia, la tua risposta è un po'... Frivola... Se parli di cronache è perché o leggi i giornali, o guardi su internet o senti la radio, non avendo la TV... Dunque cambia poco, le differenze tra i mass media in termini di cronaca sono pochissime, soprattutto in Italia. Quindi, rispondi alla mia provocazione: salti a quelle conclusioni guardando studio aperto o leggendo il corriere o sentendo rtl 102.5?"
Penso che, qualunque sia la fonte, ci siano notizie incontrovertibili.
Ad esempio le leggi promulgate, che escono su organi ufficiali (per definizione). Partendo da tutta la legislazione che man mano ha ridotto le misure per il controllo degli affetti da patologie mentali, salto alla conclusione che ci sono molti più individui affetti di patologie mentali in giro a piede libbero.
E ad esempio, l'esperienza diretta. Che in giro si percepisca sempre più tensione e nervi a pezzi e isteria collettiva, lo ricavo direttamente, sulla strada. Basta guidare in ora di punta per vedere di tutto...
Di fatto, mi fa impressione (non sto parlando di statistiche o di verità scientificamente provate, ma di "impatto psicologico" degli eventi) pensare che le maglie dei controlli siano così larghe.
Va bene che per rinnovare la patente di guida, ti chiedono "bevi? ti droghi? sei pazzo'" e poi stilano direttamente la certificazione che non fai uso di sostanze etc. etc..... ma, per guidare un aereo mi aspetterei un filtro un po' più fitto.
Così come mi ha fatto impressione l'idea che si possa entrare in un tribunale armati saltando tutti i controlli.
Purtroppo (per fortuna) non siamo macchine logiche e automatizzate: la specie umana si è evoluta sull'onda delle emozioni, delle sensazioni, dei sogni e delle paure... quindi, al di là di qualsiasi statistica, i comportamenti individuali finiscono per essere influenzati anche da questa sfera istintiva e irrazionale.
Insomma, quelli che a pelle hanno paura di volare, non c'è statistica che tenga...
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