Perplessa.
"Informarsi" secondo me non è direttamente equivalente a "farsi una propria idea".
Penso a tanti campi di cui non so nulla. Non vado a prendermi i testi specialistici - le fonti originali, per così dire - ma apro internet e guardo un po' di siti, poi confronto magari con le pagine dei giornali, o ascolto un documentario in tv... se proprio va bene, seleziono i siti internet guardando chi scrive, che competenze reali ha sulla materia, per conto di chi scrive (ovvero chi c'è dietro il sito... queste sono le norme base che insegnano all'università circa l'uso delle fonti in rete per fare ricerca seria): in realtà, se lo faccio, scarto una larghissima parte degli stessi, perché non abbastanza trasparenti, oppure sufficientemente trasparenti da capire che sono "di parte", guidati da un'idea base da dimostrare a tutti i costi. Per i giornali vale anche il clore politico, quello in genere si conosce, quindi è tutto più facile. I documentari non mettono bibliografia per verifiche, però sono colorati e accattivanti, quindi qualche cosa di vero devono pur dirlo.
Insomma, alla fine ho un quadro mentale che riflette esattamente le idee di chi ha predisposto i riassuntini, la scienza in pillole per il volgo, a cui ho attinto le mie informazioni. Ovvero, mi faccio una mia idea fondata su dati filtrati dall'idea di altri.
Oppure, salto oltre tutto ciò, e vado a cercarmi un po' di libri specialistici (un po', perché magari, quando si tratta di teorie e non di fatti, è meglio sentire più voci, anche scientifiche). Ma quanti lo fanno, hanno il tempo di farlo, sono in grado di farlo?
Ad esempio, in campo economico io non lo farei, perché non ci capisco una cippa.
Mi sorgono seri dubbi su quanti siano in grado effettivamente di capire questioni tecnico-scientifiche che coinvolgono buone conoscenze di fisica e chimica di base...
Alla fine, purtroppo, si vota in base a chi ci ha convinto meglio, e non in base alle nostre reali idee. Lo sapevano già i greci, che infatti hanno inventato l'arte del convincere gli elettori, oltre alla demcrazia.
Non so se il rapporto causa/effetto sia proprio questo.
Negli ultimi anni calcio, sport e spettacolo sono stati ampiamente, volutamente gonfiati, sino a diventare argomenti di importanza vitale.
Una volta il calcio assumeva spazio solo in alcuni momenti - la domenica e il mercoledì di coppa, il mondiale -poi si sono aggiunti tutti gli altri programmi, gli anticipi delle partite e i processi dei tre giorni dopo... il festival di Sanremo o miss Italia non erano notizie del telegiornale, né tantomeno la proma di un film, al massimo si parlava delgi oscar e della mostra del cinema di VEnezia, in quanto eventi internazionali.
Insomma, l'intrattenimento è stato spalmato a tutto campo, invadendo l'ambito dell'informazione "seria", e assumendo così il peso di un'informazione seria, di importanza vitale.
Se tutti m i fanno notare che ci sarà la tale partita, e ancora un po' e mi dicono "ma come, non lo sai, non ti interessa? ma in che mondo vivi? non sei in ansiosa attesa della diretta?", forse alla fine mi sorge il dubbio di "essere un po' fuori dal mondo", e se non ho una personalità più che forte, più che decisa a fare "il dissidente" ad oltranza, forse finisco per crederci, e inizio a seguire e leggere assiduamente tutto ciò che parla di questo "vitale" argomento,. Finisco per farmi assorbire, e non ho più tempo per la politica, il voto, i referendum... in fondo se ne parla così poco...
Però, attenzione, in certi casi, parlar poco di qualcosa può anche essere voluto, in modo da non attirare l'attenzione...
Insomma, non siamo passivi perché tanto hanno già deciso "dall'alto", secondo me ci propinano un certo tipo di informazione di intrattenimento, facendola passare per "imporrtantissima", il vero centro della vita, per passivarci e poter decidere dall'alto.
Non è che "preoccuparsi" sia un'azione concreta che si svolge per ottenere un qualche scopo. E' uno stato d'animo che uno prova, in presenza di determinate situazioni al contorno, vere o fittizie che siano.
In Italia, pensare a un marchingegno complesso come una centrale nucleare mi genera un certo istintivo stato d'ansia. Se qualcuno obiettasse (cosa che mi aspettavo, nello scrivere ciò) che non è che all'estero siano sempre meglio di noi, beh, allora il mio stato d'animo si estenderebbe un po' più in là.
E' solo una constatazione.
Al di là del marchingegno in sé, del possibile errore umano, della gestione di esso e dei suoi rifiuti (già qui aprimao una voragine... meglio lasciar perdere l'argomento gestione rifiuti generici, figuriamoci quelli di una centrale), avrei già delle remore sulle varie valutazioni di impatto ambientale,e soprattutto di fattibilità geologica del sito, rischio e correlati.
per fare un po' di chiarezza sulla questione, metto questo post che mi è piaciuto molto:
Oramai si sa, in Italia lo scontro... - Missione Scienza | Facebook
chi si fa delle domande sul referendum qui può ottenere alcune risposte. questo post mi dà una ulteriore spinta a non far raggiungere il quorum.
Si vis pacem, para bellum.
Parlando in generale, io cmq abolirei i quorum sui referendum, perchè è inaccettabile che i sostenitori del no puntino ed incitino all'astensionismo piuttosto che alla scelta vera e propria.
Meteosfera
Reti: MNW - WU - Sup.
"Colui che segue la folla non andrà mai più lontano della folla. Colui che va da solo sarà più probabile che si troverà in luoghi dove nessuno è mai arrivato" (Albert Einstein)
Che poi, perchè si deve calcolare il quorum anche su un 15% fisso che non va a votare pressochè mai?
Lo si calcoli almeno sull'affluenza delle ultime elezioni.
Ma ripeto, andrebbe abolito, cosa non semplice perchè devi mettere mano alla costituzione
Aggiungo una cosa: ultimamente si sente molto parlare di fracking. Se i votanti venissero a conoscenza di questo fenomeno, sarebbe un'altra schiacciante motivazione per la vittoria del SI. Ma nessuno lo sa, e d'altro canto si tratta di un fenomeno ancora in fase di studio che non vale per tutti gli strati geologici del terreno.
Si voterà solo su luoghi comuni e su frasette tipo "vota SI perchè i pozzi petroliferi inquinano"
Sono pronto a scommetterci quello che volete, e mi voglio fare due risate quando inizieranno a circolare le prime interviste in tv ai cittadini/votanti totalmente ignari ed impreparati sull'argomento.
Responsabile commerciale www.astronomitaly.com
Analista geopolitico del contesto Medio Orientale, specializzato in Nord Africa e Turchia, mi divido fra Roma, Istanbul, Cipro e Tunisi
Cmq, quello che dite non è proponibile, ti dicono che significherebbe abolire la democrazia.
La Svizzera e altri paesi i referendum simili li hanno fatti (l'Irlanda ha l'obbligo costituzionale di ratificare epr via referendaria i trattati internazionali per esempio).
Il punto è che non se ne sta parlando affatto ne a favore ne contro
Ma magari Stefano, magari!
Ci rendiamo conto su quale democrazia ci basiamo?
Siamo un Paese che ha il 47% (QUARANTASETTE PER CENTO) di analfabeti funzionali. Ci rendiamo conto di che razza di elettorato abbiamo, e come diavolo ha votato almeno negli ultimi trent'anni?
E stiamo ancora qui a parlare di referendum e di quorum.. è come chiedere decisioni di finanza ad un maiale.
Auspico non solo l'abolizione dei referendum, ma l'abolizione del suffragio universale, e alla svelta anche, prima che ci trascini nel baratro più nero.
Lou soulei nais per tuchi
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