tutto giustissimo, per carità, non ho mai detto che sia facile o gratis, tutt'altro, ma ad occhio costa cmq meno (moooolto meno) che continuare a comprare (a caro prezzo) petrolio e gas da chiunque per produrre energia elettrica. io però vado ad occhio, non sono assolutamente in grado di valutare economicamente l'impatto del nucleare, non ho dati alla mano. però l'essere indipendenti dal punto di vista energico mi pare una cosa succulenta, ecco
è la solita diatriba per chi è pro o contro il nucleare, una questione vecchia, trita e ritrita. la questione però è solo economica perché dal punto di vista degli incidenti abbiamo poco di cui parlare visto che abbiamo le centrali addossate al confine. sarà banale sto discorso ma è la realtà. chiaramente la mia era una palese esagerazione riguardo al paese più ricco del mondo.
meglio chiuderla qui perché siamo OT.
Si vis pacem, para bellum.
Detto per inciso, avremo anche le centrali altrui lungo il confine, ma non so se abbiamo anche la capacità gestionale e di controllo dei vicini... io temo molto l'italico pressapochismo e il modo con cui vedo svolgersi tante cose legate all'ambiente... i permessi dati un tanto al chilo, tanto non è mai esondato, qui non frana, il vesuvio è quasi spento da secoli etc. etc. etc.
Se anche per gli altri è così (probabile che non sapiamo tutto, e vediamo solo il "bello" dell'orto vicino), inizierei a preoccuparmi anche per le centrali oltre confine.
Tornando al tema del quorum,qualora non fosse raggiunto e quindi si butterebbero 300 milioni di Euro,perché non creare una legge ad hoc, che impegna i promotori del referendum e quindi anche chi firma, a pagare di tasca loro il costo del referendum?300 milioni di euro divido le 500 mila firme, sono 600€ a testa. Non è tanto come cifra
il referendum più inutile della storia
il 98% della popolazione italiana non sa neanche cosa sia una trivella
Responsabile commerciale www.astronomitaly.com
Analista geopolitico del contesto Medio Orientale, specializzato in Nord Africa e Turchia, mi divido fra Roma, Istanbul, Cipro e Tunisi
Non è che "preoccuparsi" sia un'azione concreta che si svolge per ottenere un qualche scopo. E' uno stato d'animo che uno prova, in presenza di determinate situazioni al contorno, vere o fittizie che siano.
In Italia, pensare a un marchingegno complesso come una centrale nucleare mi genera un certo istintivo stato d'ansia. Se qualcuno obiettasse (cosa che mi aspettavo, nello scrivere ciò) che non è che all'estero siano sempre meglio di noi, beh, allora il mio stato d'animo si estenderebbe un po' più in là.
E' solo una constatazione.
Al di là del marchingegno in sé, del possibile errore umano, della gestione di esso e dei suoi rifiuti (già qui aprimao una voragine... meglio lasciar perdere l'argomento gestione rifiuti generici, figuriamoci quelli di una centrale), avrei già delle remore sulle varie valutazioni di impatto ambientale,e soprattutto di fattibilità geologica del sito, rischio e correlati.
In realtà non è così.
Se ne facciamo un discorso puramente economico si usano petrolio e gas perchè sono le fonti che costano meno delle altre.
Il nucleare ahimè è una tecnologia costosissima pur se il costo del combustibile è ridicolo.
Il costo per garantire la sicurezza in fase di costruzione, durante la vita + il decommissioning supera il livello delle dominazioni e dei troni.
Senza contare il tema etico delle scorie (che però in questo caso fa il paio con il GW).
Non che di uranio ne serva molto, ma non mi pare che anche qui siamo esattamente esportatori...
In tema di referendum sul prolungamento delle concessioni (e non su nuove trivellazioni, mi pare) c'è da scegliere se si preferisce tafazzarsi da punto di vista economico o da quello ambientale. Alla fine sempre Tafazzi si è...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
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