
Originariamente Scritto da
galinsog@
Oddio, sono d'accordo, ma non "per rispetto" ma solo perché se ci sono esemplari che hanno comportamenti aggressivi nei confronti degli esseri umani vanno messi nelle condizioni di non ferire o uccidere delle persone e se per fare questo non c'è alternativa all'abbattimento, allora come "extrema ratio", lo si può attuare. Per il resto trovo discutibile che lo Stato istituzionalizzi e gestisca la "vendetta" per conto dei familiari delle vittime, anche quando a commettere gravi fatti di sangue sono degli esseri umani, figuriamoci se a una regione o a una provincia autonoma si può delegare il potere di "giustiziare" un animale selvatico pericoloso (suo malgrado) e soprattutto di farlo dopo la sua cattura, per un malintesto senso di giustizia riparativa verso la nostra specie. Altrimenti estremizzando il tuo ragionamento arriveremmo a esiti paradossali, ad esempio quando un'ape punge una persona e ne provoca la morte per shock anafillattico che dovremmo fare? Sterminare gli alveari nel raggio di x-chilometri e fucilare sul posto gli apicoltori?
La natura non è né buone né cattiva e né giusta né ingiusta quindi abbattere o risparmiare l'orsa non è questione di giustizia ma eventualmente di necessità.
Già la pena di morte la trovo discutibile quando si pretende di applicarla agli esseri umani, insomma, una roba dovuta più a logiche da "clan" che degna di uno Stato moderno (insomma la logica è quella che lo Stato si auto-deleghi di ammazzare qualcuno per vendicare un crimine e per evitare che a vendicarsi siano i familiari della vittima e che la cosa degeneri in una faida) quindi figurati quanto posso approvare la pena capitale appicata a un animale che, in fin dei conti, ha l'unica "colpa" di aver reagito con violenza a qualcosa (il transito di un podista) che lui percepiva istintivamente come pericoloso per sé stesso o per la sua prole. Semmai i familiari del povero runner defunto avrebbero diritto a sapere se nella gestione del progetto ci sono state colpe, sottovalutazioni, omissioni, incuria, pressapochismo e se queste cose abbiano avuto, come esito finale, quello di favorire l'aggressione mortale al danno del loro congiunto e temo che, se queste responsabilità vi sono state, siano più che altro a carico di quell'autorità politico-amministrativa che sembra aver fretta di "giustiziare" l'orsa, magari sperando che questo modo di amministrare la giustizia (???) faccia chetare le acque e stendere un velo di oblio su questa triste vicenda.
P.S. la cosa veramente imperdonabile, per me, consiste nell'"accorgersi" che le problematiche relative alla reintroduzione dell'orso bruno in Trentino sono diventate tali da aver trasformato un progetto, la cui attuazione già di per sé era estremamente problematica, in un mezzo disastro, con costante crescita del di rischio (prima potenziale, ora tragicamente reale) per la popolazione residente in alcuni comuni del territorio provinciale.
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