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Brezza tesa
Re: Che ne pensate di lupi ed orsi
Il punto è che, quando i contadini hanno finalmente avuto la meglio su lupi e orsi, distruttivi rispetto ai loro miseri raccolti, si era anche in piena PEG, reduci da secoli di stenti e carestie, e veramente il contadino faticava a campare. Nel senso che aveva - come tutti allora - una bassa aspettativa di vita, ed era sovente denutrito. Niente a che vedere con gli allevatori attuali che, non si discute, risentono pesantemente della crisi economica sì, ma non sono ridotti ai livelli di lotta per la sopravvivenza come un tempo. Del resto, la crisi economica non è dovuta a orsi e lupi.
Quindi, in definitiva, quello che poteva essere comprensibile estinguere un secolo fa, oggi, cambiate le condizioni al contorno, non lo è più.
Il rischio per l'escursionista, sinceramente, mi sembra l'elemento minore.
Stiamo parlando, immagino, di quello stesso escursionista che incontri - magari anche in una giornata di tempo instabile - in quota sopra i 2000 m in scarpette di tela, e che appena vede che hai in mano una carta topografica, ti ferma per chiederti informazioni da che parte andare... quello che si infila dappertutto, perché tanto al limite chiama il soccorso alpino... quello che non si porta dietro un pile, un telo termico, una scorta di acqua, perché tanto è estate, fa caldo, e sicuramente al bar del rifugio troverà non solo da bere ma anche il gelato...
Insomma, giro in montagna da venticinque anni, per lavoro e per diletto, e ne ho viste di tutti i colori, e sono convinta che quello dell'attacco da parte di un selvatico sia statisticamente il tipo di incidente meno probabile per un escursionista.
Parliamo dei cani: quelli da guardia, fanno il loro mestiere, e tutto sommato sarebbe carino lasciare in pace anche il loro gregge e girare al largo. Comunque, loro hanno il senso del territorio e in genere si fermano al limite dello stesso. Come sopra, in venticinque anni ho avuto a che fare con cani di tutte le varietà, incazzosi e pronti a difendere la proprietà, però si riescono benissimo a controllare, basta sapere come rapportarsi a essi. Secondo me, se uno arriva a farsi mordere da un cane da guardia in montagna, deve analizzare bene cosa ha fatto e dove ha sbagliato.
Nell'ambito dei colleghi di lavoro, comunque, l'attacco da animale più devastante, in montagna, fu ad opera di un branco di cavalli (con puledri al seguito): un panda (inteso Fiat) con fiancata saccagnata, un trauma cranico (lieve per fortuna) per uno e una frattura del metacarpo per l'altro. Quindi, eliminiamo anche i cavalli al pascolo in montagna...
Poi ci sono i cani degli escursionisti: quelli a cui è concesso tutto, che scorrazzano avanti e indietro in tutti gli anfratti fuori dal sentiero, che spisciaccherano segnando un territorio che non è il loro, che abbiano quando gli pare... eh, sì... il bosco è tutto loro. Ecchissenefrega se magari lo scoiattolo gli viene un infarto, o l'ungulato è disturbato durante le sue normali attività quotidiane?
Il problema non sono gli animali nell'ambiente naturale, ma gli uomini fuori dall'ambiente urbano, quando pensano che in esso ci si possa comportare come in città.
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