Sì, vabbé, ma il terriccio superficiale - lo strato dell'humus per intenderci - è una parte minore di un suolo. Fa conto che nel nostro pedemonte lo spessore di un suolo dalla superficie sino alla roccia intonsa - anche il regolite proprio stabile non è - può essere anche più di 5 metri, la parte legata all'accumulo attuale di materia organica è infinitesimo quasi.
Su versanti più dentro nelle valli, lo strato instabile da noi sono i depositi glaciali variamente pedogenizzati - spessore variabile - e gli accumuli di colluvio altrettanto pedogenizzati. Poi ci sono un 50 cm di roba terricciosa che risente direttamente della presenza attuale del bosco.
Il suolo non si accumula, si produce in loco per alterazione dei materiali sottostanti, e apporto di un po' di roba dall'alto, ma poca in definitiva.
No, la conclusione è quello che ho già scritto più sopra: si fa tanta caciara, per difendere l'idea che chiunque possa liberamente fare qualsiasi cosa in qualsiasi luogo, e questo non va.
Il messaggio che passa è: posso andare dove voglio in montagna in sicurezza come ai giardini - falso - e l'unico pericolo è l'orso. Se non ci fosse quello, non mi succede niente e la montagna è sicura.
Quindi, il sottolineare che "montagna sicura" è una palla colossale messa in giro da siti pseudoturistici scritti a tavolino da uffici di città, è semplicemente guardare in faccia la realtà, e soprattutto farla presente agli sprovveduti che ci cascano - e sono tanti, purtroppo, indipendentemente dagli orsi.
Come ho già scritto, il risultato finale di tutta la faccenda, è che la gente crede che l'orso è l'unico, aberrante, rischio della montagna. E questo non va.
La correlazione è questa. Nel momento in cui si elimina l'orso, i vacanzieri torneranno giulivi a far ca***te, tanto ci ho il telefonino e chiamo il soccorso alpino, e comunque il territorio è tornato sicuro.
Sicuro un par de ciuffoli!
Oltre a tutto quel che ha scritto @Dave direi che c'è anche un problema di statistiche comparabili.
Un orso su 70 in un'area ristretta ha ucciso un escursionista.
La proporzione di cacciatori che sull'intero territorio italiano uccidono un escursionista a caso in maniera del tutto imprevedibile, sul totale degli escursionisti che ogni anno percorrono i sentieri dello stesso territorio, qual è?
Se la proporzione fosse la stessa probabilmente avresti una mattanza di escursionisti ogni anno in ogni regione e provincia e troveresti cadaveri crivellati dai proiettili in ogni sentiero che percorri.
Ci sono almeno 700mila cacciatori in Italia. Il numero di non-cacciatori uccisi dai cacciatori (peraltro si presume accidentalmente) ogni anno si conta sulle dita di una mano.
Gli orsi sono 70 concentrati in Trentino e stiamo già al primo morto (non al primo ferito).
Fai tu i conti.
Senza contare che per la caccia esistono già mille norme di sicurezza, l'accesso alle armi da fuoco è ristrettissimo, e coi cacciatori puoi ragionare e dialogare mentre con gli orsi è un po' più difficile.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Comunque gli incidenti di caccia rientrano nel codice penale con reclusione fino a 7 anni.
Invece la fauna protetta è protetta in ogni caso, almeno per ora.
Oggi ho letto che in realtà a livello europeo già più di 20 anni fa si era introdotta una deroga alla protezione, in caso di pericoli o danni per la popolazione umana.
Riferendosi a tale eccezione la Slovenia autorizza recentemente l'abbattimento di 230 orsi e la Romania di 400.
Cose lette qua e la, non so poi se sia vero.
Questa tua posizione è chiara ma fuori argomento da un punto di vista logico.
Lo so anch'io che la montagna è piena di cretini.
Ma io sono libero di non esserlo e, così facendo, di sentirmi ragionevolmente al sicuro.
La scelta è mia.
Io posso scegliere quali rischi correre e quali no.
Posso scegliere i sentieri non esposti, posso rinunciare quando il tempo non è stabile, usare abbigliamento idoneo, ecc.
Andrea Papi e le madri che andavano abitualmente coi passeggini su quella larga e ben pavimentata strada forestale, una volta assicuratesi che il tempo fosse buono e stabile, avevano il diritto di sentirsi ragionevolmente e responsabilmente al sicuro.
20 anni fa era così.
Se tu neghi questo, non so che dire.
E' anche per questo che molti animalisti cercano di ricondurre ancora tutto al "sapersi comportare". Tentativo abbastanza patetico, oltre che irrispettoso per il morto ed i feriti.
Adesso i forestali dicono che non bisogna correre, non bisogna andare soli.
Adesso.
Però sulle centinaia di cartelli che avvisano di essere in zona orsi non c'è mica di non correre o non andare soli. C'è di non correre in caso di incontro con l'orso, che è molto diverso.
Cambieranno tutti i cartelli?
E al prossimo morto li cambieranno ancora?
Ultima modifica di alnus; 28/04/2023 alle 11:23
Tra l'altro è il motivo per cui, con argomenti (anche in parte) provocatori ho scritto nei miei post precedenti che la decisione se convivere con lupi e orsi (e in che misura) spetta soprattutto alle comunità locali, che devono però essere messe nella condizione di valutare i rischi potenziali della convivenza e se accettare o non accettare cambiamenti nello stile di vita.
Avvistamento orsi in Trentino, l'inseguimento finisce male: il video choc – Il Tempo
In giro c'è anche questa gente.....
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Anche io temo molto di più i cacciatori degli animali selvatici. Tuttavia, non posso negare il fatto che l'uomo rientri nel menù del lupo, mentre non rientra, se non occasionalmente, nel menù dell'orso.
Non posso neanche negare il fatto che la paura del lupo nei confronti dell'uomo non sia una caratteristica geneticamente fissata ma sia solamente il frutto dell'educazione impartita dai genitori. Questo significa che, una volta cessata o ridotta ai minimi termini la pressione sul lupo, questo potrebbe riconsiderare l'uomo specie appetibile e, quindi, rifarsi avanti nel pretendere il suo pasto. Se fino ad ora questo non è ancora accaduto lo si deve ai tanti lupi che vengono uccisi illegalmente in svariati modi. Eppure, nonostante questo, qualche tentativo di aggressione inizia ad esserci, soprattutto in Abruzzo, sempre da parte di giovani esemplari curiosi.
Per motivi di diletto, lavoro o ricerca, mi sono spesso "scontrato" con animali selvatici e domestici. Di lupi e orsi ne ho visti tanti, anche a breve distanza. Non ho mai avuto paura né loro hanno mai tentato di aggredirmi ma sono stato seguito dai lupi, la prima volta nel 1979, sui monti di Collelongo (AQ). Al contrario, sono stato aggredito diverse volte dagli animali "domestici"
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