Io ti ho portato l'esperienza diretta di una persona che ha preso il covid senza vaccino e con tre dosi di vaccino...e non ha notato nessuna differenza, ha avuto febbre la prima volta e febbre adesso..in più lo hanno preso il marito e i due figli, l'unica che non ha avuto nulla è stata la figlia più piccola senza vaccino, gli altri tutti con la febbre...ci sta che ti viene in mente la domanda "ma sto vaccino?"..
Capisco, però dovrebbe morire lì perchè se informata correttamente la persona dovrebbe sapere che il vaccino funziona abbassando la probabilità dei rischi, non annullandoli. Nè può sapere come sarebbe andata la seconda volta senza vaccino (esattamente come giocando due volte alla roulette russa non è detto che alla seconda il gioco delle probabilità ti sia favorevole).
Ma io infatti l'ho fatto il vaccino...e lo hanno fatto tutti in famiglia, voglio dire, si sbaglia a pensare che chi ha dubbi è una piccola minoranza di pazzi senza cervello. Gli asintomatici e i poco sintomatici sono sempre stati la maggioranza, anche quando non esisteva il vaccino.
dati live: http://www.meteosanteramo.com/Liveiphone6.asp
(Befana 2017 indimenticabile, oltre 1mt di neve in 24h)
Quindi i non vaccinati che muoiono , vedi intere famiglie come successo in questi giorni, è tutta una farsa? Solo perché a livello personale non ha notato nessuna differenza tra covid con vaccino e senza? Anziché ringraziare per come le è andata, ora comincia ad avere pure dei dubbi…andiamo bene.
La realtà è che questo virus è subdolo, il paragone con la roulette russa ci sta tutta, e una persona sana di mente non fa questo gioco….
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Io conosco tanti che hanno fatto il virus e poi comunque non si sono vaccinati.
Se io decidessi di non fare un ulteriore richiamo passerei anch’io per irresponsabile? E come la mettiamo con chi ha fatto la terza dose solo per avere meno restrizioni a causa del greenpass o che si è vaccinato solo per andare al ristorante? Che motivazione di presunta coscienza comune c’è dietro?
A anche me bollare tutti di egoismo e irresponsabilità mi sembra eccessivo, indipendentemente dallo status vaccinale.
Ultima modifica di AbeteBianco; 06/02/2022 alle 08:12
E a livello di diffusione del virus paradossalmente questo non è per forza un vantaggio, visto che se aumentano gli asintomatici aumenta la diffusione perché prima di accorgersi
di trasmetterlo ce ne passa o non si va in isolamento, però essendo vaccinati l’altro aspetto è che la fase di contagio è limitata (perlomeno con le precedenti varianti).
Ultima modifica di AbeteBianco; 06/02/2022 alle 08:11
Riporto un testo sul tema dalla piattaforma svizzera delle vaccinazioni, anche per chiudere il dibattito aperto gli scorsi giorni, giusto per dire che non esiste solo una campana e la scienza, poi ognuno ovviamente applichi e pensi come vuole:
“Che cosa conta di più? La libera scelta di farsi vaccinare o una strategia di salute pubblica che protegge anche le persone più fragili con le malattie contagiose?
Nella maggior parte degli Stati vaccinarsi non è un obbligo, le autorità preferiscono elaborare delle raccomandazioni sui vaccini e informare i cittadini sui pericoli delle malattie infettive. Ma se un numero crescente di persone decide di non vaccinarsi più, lo Stato ha il diritto di intervenire e introdurre l’obbligo di vaccinarsi? Fin dove arriva la libera scelta del cittadino quando in gioco non vi è solo la propria salute ma anche quella degli altri cittadini? E fin dove lo Stato può intervenire su questione che toccano la sfera privata dei cittadini? Il problema è molto attuale. Francia, Italia e alcuni Paesi dell’Est, per assicurare una buona copertura vaccinale e arginare la diffusione di certe malattie infettive, hanno introdotto degli obblighi. Senza certe vaccinazioni i bambini non sono ammessi a scuola. In Svizzera, ad ogni nuova apparizione di un focolaio di morbillo, il dibattito riemerge.
È un circolo vizioso: quando una malattia si diffonde all’interno di una popolazione le persone si spaventano, e tutti corrono a proteggersi con un vaccino. La conseguente diminuzione della diffusione del microbo, ottenuta proprio grazie all’ampia copertura vaccinale, fa dimenticare la pericolosità di quella malattia e la gente comincia a non ritenere più il vaccino utile. A questo punto la copertura vaccinale della popolazione globale si riduce e lo Stato, davanti al rischio di vedere rinascere patologie che sembravano sconfitte, lancia nuove campagne informative. Talvolta, se l’informazione non viene recepita, alcuni Stati obbligano le persone a vaccinarsi. Questa decisione nasce da una preoccupazione comprensibile: vaccinarsi è infatti sia un atto individuale sia una questione di salute pubblica. In questi casi l’obbligo non si manifesta con campagne di vaccinazioni forzate, ma con restrizioni a chi non si vaccina (per esempio i bambini non vaccinati non sono ammessi alla scuola dell’infanzia o alla scuola pubblica).
A favore dell’obbligo c’è sicuramente la difesa di un concetto di salute pubblica. L’obbligo non è solo una costrizione, ma include un messaggio forte: ricorda che i vaccini sono molto importanti per noi, per i nostri figli, per l’intera società. Se lo Stato rende un gesto obbligatorio, significa che quel gesto è fondamentale. È obbligatorio, per esempio, fermarsi al semaforo rosso e chi non lo fa, rischia la propria vita e mette in pericolo la vita degli altri. Nell’ambito dei vaccini le cose non sono però così semplici. Dal punto di vista della percezione iniettare una sostanza in un corpo sano, non è come prendere un’aspirina o fermarsi al semaforo rosso. Gli esperti lo sanno, quando un argomento scientifico diventa un tema dibattuto, ingloba immediatamente elementi che oltrepassano il dato razionale. Le percezioni, gli immaginari, le diverse culture, le credenze rivestono un'importanza identica al dato scientifico e non possono essere cancellati con una generica informazione scientifica. Anzi, non considerare questi elementi, rinforza l’opposizione.
Ed è proprio su questi elementi che si basano gli argomenti contro l’obbligo di vaccinarsi. I fatti confermano la teoria: in Italia e in Francia l’obbligo di vaccinarsi ha radicalizzato le posizioni contrarie e ha promosso nuovi argomenti di protesta. Anche se, allo stesso tempo i tassi di vaccinazione aumentano, e sono un indice della situazione tra chi decide di farsi vaccinare e chi invece è più scettico.
In Svizzera per ora non vige l’obbligo di vaccinarsi. Le autorità confidano nella responsabilità dei cittadini nei confronti della salute personale e della salute pubblica e hanno optato per il principio etico dell’autodeterminazione, coscienti che questo conferisce al cittadino una maggior libertà di scelta e una crescente responsabilità. Forse, al di là delle accese discussioni, il dato più interessante è questo: la copertura vaccinale nei Paesi che obbligano i loro cittadini a vaccinarsi non è molto più alta rispetto al nostro Paese. Per ora, la responsabilità solidale dei singoli cittadini, in un clima di fiducia e di trasparenza, sembra essere l’argomento vincente.”
Fonte: INFOVAC - Quadro giuridico sulle vaccinazioni in Svizzera
"la copertura vaccinale nei Paesi che obbligano i loro cittadini a vaccinarsi non è molto più alta rispetto al nostro Paese"
a parte che non è veroperché tra il 70 e l'85% con questo virus passa tutta la differenza del mondo, lo abbiamo visto e continuiamo a vederlo ad esempio con Israele e USA, ma anche con la stessa svizzera che in questi giorni ha i contagi alle stelle rispetto all'Italia, normalizzando con la popolazione.
Con Delta era ancora più lampante, si vedano Germania e Austria, dove in autunno c'è stato il putiferio, in paesi come Italia e Spagna in paragone era all'acqua di rose, proprio grazie ad una maggiore diffusione delle vaccinazioni.
Diciamo che omicron è stata una botta di chiulo non solo per i no vax, ma anche per quei paesi scarsamente vaccinati. Una variante molto meno letale che soppianta la variante peggiore uscita fino ad ora è solo una botta di chiulo.
Fosse rimasta Delta, le differenze si sarebbero esacerbate ancor di più, con l'Italia (e con lei i paesi più vaccinati) che avrebbero valicato in fretta il picco complici anche le terze dosi, gli altri paesi avrebbero arrancato per molto più tempo, proprio come è stato per Austria e Germania.
Si vis pacem, para bellum.
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