la storia della poliomielite mi ha sempre affascinato. una zia di mia nonna (morta a 85 anni, stranamente era nata solo 10 anni prima di mia nonna) era rimasta paralizzata ad entrambe le gambe dopo averla contratta da bambina. anche la zia di mia madre ebbe il tifo a 12 anni, nel 1936: ora ne ha ben 96 e, per l'età che ha, se la passa bene!
l'influenza di Hong Kong fece follie nel dicembre 1969 nella mia famiglia: mia nonna stava per partorire mia zia (a 27 anni) e aveva, proprio nei giorni del travaglio e del parto, quarantuno di febbre. partorire in quelle condizioni deve essere a dir poco infernale... sua madre la stava accompagnando in ospedale mentre lei aveva le doglie, ma le venne un attacco di vomito (anche lei era contagiata e febbricitante) e non riuscì ad accompagnare mia nonna fino alla sala parto.
altra cosa, anche se c'entra poco: la sorella gemella (78 anni) di mia nonna contrasse l'epatite B a 23 anni, tramite trasfusioni di sangue infetto (aveva appena partorito e aveva ricevuto delle trasfusioni per attenuare la sua anemia).
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
Ripeto, se gli andrà meglio che in Italia sarà sostanzialmente per una questione di fortuna.
I miei amici in Germania continuano a prendere il treno come se niente fosse e a sottostimare il rischio. In Baviera, dove a Monaco ci sono più casi che a Roma, si sono decisi solo l'altroieri ad implementare misure restrittive vagamente simili a quelle che l'Italia aveva già adottato ormai quasi due settimane fa. Sulla questione test e laboratori, poi, mi arrivano notizie da mettersi le mani nei capelli, in particolare da Berlino.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Se è per questo molti si sono completamente dimenticati dell'asiatica, la pandemia del 1958-59 che fece 2 milioni di morti nel mondo e 30mila in 6 mesi solo in Italia. Ma anche all'epoca passò relativamente sotto silenzio, morire di malattia era considerato tutto sommato "normale" rispetto ad oggi e al riguardo si era molto più fatalisti.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Tanto è vero che sono i nostri stessi genitori a dirci, essendo abituati a tale situazione, che per alcune malattie tipo rosolia o varicella non c'è alcuna prevenzione possibile nè alcun rischio di epidemia: era semplicemente matematico che tutti prima o poi si sarebbero infettati![]()
Mah.
Pure a me i tedeschi (lato mia compagna) continuano a parlare dicendo di condurre una vita "più o meno come se niente fosse".
Ora, per carità, da quegli scellerati () di miei connazionali oltre Manica me lo aspettavo pure, ma dai tedeschi insomma...
Des certitudes ? Il n'y en a qu'une: fièrement francophone.
Quella donna che ebbe la poliomielite ha oggi non più di 65 anni. Parliamo dunque di fine anni 50...
Se penso che pochi decenni dopo la poliomielite è in procinto di scomparire dalla faccia del pianeta come il vaiolo, mi dispiace molto per lei...sarebbe bastato fosse nata pochi anni dopo per scamparla (la prese da bambina).
Mio padre è Mantoux positivo, quindi ha il bacillo della tubercolosi in corpo. Anche lui ha 62 anni.
L'uomo ha sempre convissuto con le malattie. Forse siamo noi che oggi avevamo perso il senso della realtà con le malattie infettive, che sono state sempre la principale causa di morte nella storia. Se oggi invece lo sono malattie cardiovascolari e tumori è proprio perchè non si muore più di infezioni.
A me invece ha sempre molto affascinato la storia della peste, specialmente la Peste Nera.
Ne leggevo ieri qui:
La peste nera del 1348 - Introduzione
A quanto pare gli europei sapevano già dell'epidemia in India in progressivo avvicinamento all'Europa già uno o due anni prima, e la temevano...così come noi sapevamo del Coronavirus.
La peste è altamente mortale anche oggi, ed è endemica in Madagascar dove epidemie di peste con 300 infettati ci sono ogni anno tra Novembre e Febbraio:
Epidemia di peste in Madagascar del 2014-2015 - Wikipedia
La mortalità è ancora oggi, nonostante gli antibiotici, del 30-40%.
Nulla esclude che un domani non ci sia un'epidemia di peste. Basterebbe che nelle nostre città si diffondessero zecche infette che appestassero i ratti delle nostre fogne...
Tra l'altro la peste si può manifestare in forma polmonare, e in quel caso basta un colpo di tosse, come per il coronavirus, per ammalarti. Dopo quattro giorni sei morto.
Un'altra storia che mi ha sempre affascinato è quella del vaiolo nel Nuovo Mondo, che sterminò si ipotizza fino al 90% della popolazione amerinda!
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