Interessante, questo è il rapporto norvegese.
La fascia con morti più giovane è quella dei 40enni, con 3 decessi.
In terapia intensiva ce ne sono 3 tra 0 e 29 anni.
https://www.fhi.no/globalassets/doku...e-covid-19.pdf
In Italia abbiamo pazienti tra 0 e 30 anni in TI?
ma boh, effettivamente non capisco, si dovrebbe assistere ad un ritorno almeno da qualche parte, invece no... però i contagi nuovi anche in aree dove pareva essere quasi sconfitto (Seul, Wuhan etc) ci sono, ma si sa qualcosa sulla sintomatologia?
perché il nuovo contagio di Wuhan dell'altro giorno dicevano fosse in ospedale con sintomi gravi...
mi stavo chiedendo, e magari in questo riesci ad aiutarmi, se nelle aziende qui intorno in aree notoriamente non così martoriate dal Covid hanno quelle percentuali, e sono tutte aziende produttive chiuse al pubblico, all'interno di attività aperte al pubblico come supermercati e negozi che sono rimasti aperto fino all'ultimo, dove si toccaccia tutto, le code e affollamenti erano all'ordine del giorno, dove c'è contatto commesso-cliente, non conviene sottoporre al test sugli anticorpi i dipendenti? si avrebbe un pool di informazioni mica scarso... e si saprebbe di più sulla diffusione in questi ambienti, fondamentale in caso di seconda ondata poiché ad esempio i supermercati devono rimanere sempre aperti....
Si vis pacem, para bellum.
Però è il minimo scusa eh...4 metri quadrati significano un quadrato di lato 2 metri, ed è il minimo...immagina di essere in quel quadrato, al centro esatto. Già il tuo corpo occupa quasi 1 m di lato, almeno 50 cm da un lato e dall'altro non gli vuoi?
E poi non è igienico toccare i menù che toccano tutti, magari con mani sporche e contaminate, e poi con quelle mani mangiare.
Ancora, il no ai buffet sarebbe troppo?
Ma su...
Si lamentano della mascherina? Sai che sacrificio...
Per piacere, restino chiusi o facciano servizio d'asporto se non vogliono attenersi alle regole.
Assolutamente, fossi ricercatore avrei subito fatto queste indagini.
Solo che come tutte le ricerche hanno bisogno di finanziamenti, e mi sa che la volontà degli studiosi non basta, serve quella dei datori di lavoro che non credo vogliano trovarsi con personale dimezzato tra chi lo ha avuto e chi potrebbe essere ancora con le IgM, nel caso...
A pensar male si fa peccato, però in questo caso chissà.
Sono andato a rivedere i valori di un mese fa, il 13 aprile. Guardate che differenza con i tamponi effettuati e i positivi rilevati (allora non venivano indicati, però, i casi totali verificati):
Lombardia 28,57%
Valle d'Aosta 25,65%
Piemonte 24,77%
Liguria 24,19%
Emilia-Romagna 20,64%
Marche 18,96%
Trentino-Alto Adige 12,34%
Abruzzo 10,71%
Sardegna 10,25%
Molise 10,19%
Campania 9,98%
Puglia 9,60%
Toscana 9,14%
Friuli-Venezia Giulia 8,02%
Sicilia 6,59%
Umbria 7,04%
Basilicata 7,02%
Veneto 7,02%
Lazio 6,83%
Calabria 4,99%
A me non sembrano impossibili, sinceramente. Cioè, dai, la roba dei buffet e delle mascherine è il minimo sindacale. Come anche sui menù.
Lo spazio di 4 metri quadri devi concepirlo nel modo che ti ho detto, ed è l'unico modo per avere 1 metro di distanza da chi magari mangia ad altri tavoli.
Naturalmente credo valga per gruppi di tavoli. Cioè, se io vado a mangiare con una ragazza o un amico non è che devo stare a 2 metri da lui/lei. Al massimo è il mio tavolo che deve stare a 1,5 m dagli altri.
beh, sottoponi a test, i positivi li sottoponi a tampone. qualche positivo ci sarà, magari, ma in questa fase è altamente improbabile (infatti nel gruppo Agrati, sui 125 positivi al test sul siero solo il 6% era positivo al tampone). sono riduzioni di personale minime e per quanto riguarda i costi ci si può mettere d'accordo. non si parla di centinaia di euro, si parla di decine di euro, io di tasca mia ad esempio le metterei anche tutte![]()
Si vis pacem, para bellum.
Supponiamo di avere una popolazione P di 1000 persone. Vogliamo eseguire un test su di una malattia e individuare:
a- le persone che sono realmente malate;
b- le persone che sono realmente sane.
Per il gruppo a ci serve un test che abbia una elevata sensibilità: questa è definita come la capacità, in percentuale, di identificare correttamente i malati. Esempio: se il 10% di P è malato e la mia sensibilità è dell'80%, individuerò 80 persone e altre 20 verranno erroneamente identificate come sane.
Il gruppo b necessita di un test a elevata specificità: la capacità, in percentuale, di identificare correttamente le persone sane. Con l'esempio precedente, e immaginando di aver isolato gli individui malati per non complicare troppo le cose (sensibilità del 100%), rimangono 900 sani reali. Con una specificità del 95%, il 5% del mio campione risulterà erroneamente malato, cioè 45 persone.
Detta %pos la percentuale di positivi reali nella popolazione, il numero di positivi totali si ricava dall'espressione
Px[%pos + (1-%pos)x(1-Spec)] = 1000x0.1 + 1000x(1-0.1)x(1-0.95) = 100 + 1000x0.9x0.05 = 145
E' chiaro (o dovrebbe esserlo) che se la mia malattia è rara, ad esempio 1 caso su un milione, ho bisogno di test con specificità elevatissime per poter essere sicuro che a un test positivo corrisponda la presenza di affezione.
Nel caso dei test sierologici la situazione, a mio parere, non è così tragica, vuoi per una (dichiarata) specificità piuttosto buona, vuoi perché la % di popolazione positiva dovrebbe essere di svariati punti percentuali.
Se definiamo una affidabilità del test come il rapporto fra %pos e la percentuale di positivi al test, possiamo costruire delle curve come nel grafico allegato. Questo va letto fissando una curva di affidabilità, ad esempio 0.99, ipotizzando una %pos in ascissa, e individuando quindi in ordinata la specificità che dovrebbe avere il test per ottenere quanto richiesto. In effetti a noi interessa unicamente l'angolino in alto a sinistra.
La curva con affidabilità pari a 0.69 è riportata perché pertinente al nostro esempio (100/145 = 0.69).
Ci sono un infinità di altre regole che le rendono inammissibilia parte che i locali dovrebbero utilizzare circa il 30% della capienza, e basta questa per non far aprire moltissime attività visto che con gli incassi che sono meno della metà vai subito in fallimento.
Altre cose tutte le piccole regole che dovrebbero attenersi i locali, ovvero guanti e mascherine tutto il giorno, sanificazione del bagno ogni volta che qualcuno lo usa etc etc. Queste regole sono inammissibili per i bar e ristoranti. Lo dico perché sono abbastanza nel giro sentendo quotidianamente interviste a baristi e ristoratori locali nonché amici che lavorano lì.
Ma cambieranno le linee guide. Lo spero.
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