E poi, il fatto che il virus in parte dei contagiati resti asintomatico, ciò non ne sminuisce la pericolosità, si veda a Bergamo e provincia che accade, che si sono dovute ammassare le bare nelle chiese perchè all'obitorio non si sa dove metterle.
Immaginate una tale situazione allargata a tutto il paese, o a tutto il continente
e allungare le tempistiche significa mantenere in quarantena una intera economia per mesi quindi il baratro.
Quali gli approcci possibili?
Prendere atto che il virus non si può veramente contenere, continuare la vita di tutti i giorni, curando SE possibile i malati (la storia della immunità di gregge non regge) finché la sanità regge ma sacrificando le vite di migliaia di persone oppure logorarsi lentamente contro un nemico invisibile, lasciando l'economia andare allo sfascio pur sempre nella speranza che il virus "passi"?
Ma passerà? Davvero saremo in grado di spegnere un incendio con migliaia di focolai?
Conosciamo davvero la rete di diffusione del virus?
Non so rispondere. È un virus nuovo. Davvero sono così tanti gli asintomatici? Io, forse stupidamente, a inizio epidemia ripetevo a mio padre "vuoi vedere che 'sto virus l'abbiamo avuto e nemmeno ce ne siamo accorti?".
Sono stupidotto a volte, lo so, ma sono meccanismi mentali che a volte rivelano molto.
Ho solo il timore che le alternative siano entrambe raggelanti e devastanti..Io ovviamente sono per il "tutti sani ma sul lastrico", è ovvio...
Se sragiono, ditemelo.
Provo solo a ragionare
Scusatemi
Capito, si si.
Quello che loro sostengono - detto terra terra - è: ma come fate a pensare di "rinchiudere" la diffusione di un virus? Non sarebbe meglio avere strutture ed essere pronti a curare chi si ammala e nel frattempo ci diamo il tempo di sviluppare difese immunitarie?
Cioè, se io mi rinchiudo, il corpo non ne esce "indebolito"?
Des certitudes ? Il n'y en a qu'une: fièrement francophone.
Si vis pacem, para bellum.
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