
Originariamente Scritto da
burian br
Bella segnalazione, e ancor più ottima spiegazione! La tua sola spiegazione la voto meglio dell'articolo in sè.
Il metodo mi sembra valido, in quanto hanno escluso coloro che testavano positivi di nuovo ma entro i 45 giorni dalla prima infezione documentata. Sappiamo bene infatti come in taluni soggetti il tampone può restare positivo anche per più di un mese.
Però non mi sbilancerei nell'affermare che la reinfezione sia rara: intanto molti in Qatar hanno contratto il virus ma non sono mai stati scoperti, e costituiscono un enorme sommerso (come tu dici, anch'io credo che almeno il 10% della popolazione si sia infettato) che magari conta già qualche sparuto caso di reinfezione ma non si sa. Nemmeno loro lo sanno, perchè magari in ambedue i casi hanno avuto sintomi lievi confondibili con altro, o sono stati asintomatici una o entrambe le volte.
In secondo luogo, soprattutto, la circolazione virale in Qatar è da mesi molto blanda, anche se consistente (200-300 casi al giorno su 2,8 milioni di abitanti non è proprio indifferente, ecco).
Essendo la circolazione scarsa, la probabilità che un guarito (tra l'altro senza nessun tipo di immunità residua, e data la vicinanza temporale alla prima ondata ipotizzo che almeno un buon 50% di quel 15% della popolazione infettatasi, a tenermi basso, abbia ancora gli anticorpi) contragga nuovamente il virus è davvero bassissima.
Ogni giorno, un qatariota corre un rischio dello 0,0001% (1 su 10mila) di infettarsi, e in un mese è di 1/333. Se ha già contratto il virus, il rischio credo si abbassi inevitabilmente per un discorso immunità, e credo anche più della metà (1 su 20.000 possiamo assumerlo come rischio massimo, ma secondo me è anche molto meno).
Tenendo conto che del 15% già infettatosi almeno un 7-9% conserverà una qualche immunità, ciò significa che nel peggiore dei casi un 5-7% è concretamente esposto a reinfezione.
Per costoro vale il rischio di reinfettarsi della popolazione mai infettatasi (se non ha proprio difese di alcun tipo).
Possiamo stimare che su 140mila positivi esposti (nel peggiore dei casi) contraggano l'infezione in 420 al mese (probabilità 1/333 in un mese, come nella popolazione generale).
Ora: è un numero che tiene conto di tutti i potenziali positivi della prima ondata. Già assumendo che ne abbiano individuati un terzo, il numero si riduce a 107 circa (un terzo appunto) ogni mese.
Ma la stima è volutamente sovrabbondata, perchè ho supposto un 15% della popolazione positiva, ho supposto che un terzo di questi possa già reinfettarsi (ma in proposito non abbiamo dati), ho sovrastimato volutamente il numero di infetti ogni mese (e se ne deriva il rischio di infettarsi relativo).
Purtroppo non abbiamo molti dati, e anche in questa ricerca non hanno sottoposto tutti a secondo tampone mi pare di aver capito, ma hanno solo analizzato se qualcun'altro ha richiesto il tampone.
Se 80 già guariti si reinfettassero ogni mese (apportando un fattore di correzione credo che sia questo il numero che si otterrebbe, ovviamente tra coloro che sono già stati diagnosticati ufficialmente), tenendo conto che il 50-60% di questi potrebbe essere asintomatico data la giovane età, solo in 30-40 si ripresenterebbero a richiedere il tampone, e forse anche meno, perchè naturalmente che motivo ci sarebbe per un asintomatico di richiederlo nuovamente?
Vedremo nei prossimi mesi, comunque grazie mille della ricerca!
Segnalibri