
Originariamente Scritto da
Perlecano
Concordemente con i dati delle ospedalizzazioni di Londra, che vedono un'ascesa molto forte nei ricoveri generici e un'ascesa solo moderata delle terapie intensive (non serve dire che in termini assoluti saranno comunque un problema sul lungo periodo, lo intuiamo già), appaiono i dati dell'Australia.
In essi si nota un incremento forte delle ospedalizzazioni in reparti ordinari: dopo il plateau di fine settembre-inizio ottobre con 1500 ricoverati e la discesa a 500 ricoverati circa prima dell'ondata di Omicron, ora c'è stato un ritorno a oltre 1100, con un ulteriore e forte peggioramento atteso nei prossimi giorni. Siamo già al 60% della strada per tornare ai livelli di ottobre, partendo dal livello base di qualche settimana fa.
Diverso il discorso per i ricoveri in terapia intensiva: si viaggiava sulle 300 T.I. occupate nella prima metà di ottobre, poi c'è stata una discesa a circa 70 unità tra fine novembre e inizio dicembre, ora c'è stato un ritorno a 141 (dato odierno) e la salita, pur essendo visibile, non è estrema come quella delle ospedalizzazioni generiche. Dunque dall'ondata Omicron è stato compiuto meno di un terzo del percorso per tornare al plateau massimo di due mesi e mezzo fa.
Ancora migliore il discorso dei pazienti sottoposti a ventilazione meccanica: il valore medio attorno a metà ottobre era di 170 pazienti, poi c'è stato un forte calo fino a una media di 30 qualche settimana fa; ora, con l'esplosione di contagi da Omicron, il livello è salito nuovamente ma in modo molto moderato: attualmente ci sono solo 55 pazienti con il respiratore, che significa soltanto aver recuperato il 18% del percorso intrapreso in senso opposto nei mesi scorsi (calo di 140 unità e successivo rialzo di 25 pazienti).
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