E' una grossa femmina di Vespa crabro, 5 cm mi sembrano troppi, praticamente sarebbe lunga come il pollice di una persona adulta con una mano piuttosto grande, secondo me è una stima un tantino eccessiva. Però le fondatrici di Vespa crabro, che sono le femmine fertili destinate a diventare regine e che si osservano proprio in questo periodo dell'anno, raggiungono con relativa facilità i 35-37 mm (un'"operaia" è lunga in media 26-30 mm).
P.S. proprio in questi giorni ho "risperimentato" una puntura di Apis mellifera ligustica (ossia la comune ape domestica europea) e riconfermo che:
1. le api sono un po' "stronze" e pungono anche lontano dal nido e talvolta in modo assolutamente gratuito (peggio per loro visto che poi crepano);
2. la puntura sul momento è poca cosa, paragonabile per intensità della sensazione dolorosa a quella di un tafano ma, un po' come per quella del bombo (che però fa più male), l'infiammazione locale e la tumefazione durano assai più a lungo rispetto a quelle provocate da punture di vespe e calabroni, che invece sul momento sono più dolorose.
Ultima modifica di galinsog@; 05/05/2023 alle 09:40
Il peggiore inverno che abbia mai visto?
Il 2006/2007!!!
In generale sì, le api sono individualmente pochissimo aggressive. Le api domestiche europee in genere sono molto poco aggressive anche in vicinanza del nido (le abbiamo selezionate così) ma il discorso cambia e parecchio con le api "africanizzate" (incrocio tra api europee e api selvatiche africane, che però sono state introdotte soprattutto in Centro America e negli USA e a volte creano problemi, perché molto spesso attaccano in sciame anche a diversi metri di distanza dagli alveari). Ci sono anche alcune razze domestiche africane e asiatiche che, a loro volta, possono diventare molto aggressive se ci si avvicina al nido. Poi però ci sono sempre singoli esemplari che si comportano in modo imprevedibile. Le vespe non sono per forza aggressive e molto varia anche in funzione della specie (in generale le Vespula e le Dolichovespula sono più reattive sia di Vespa crabro, sia di Vespa velutina sia delle specie del genere Polistes), in ogni caso avendo larve carnivore le vespe sono tendenzialmente dedite alla predazione attiva e quindi sono molto più "curiose" e propense a interagire con noi (e naturalmente lo fanno "A loro modo", quindi anche pungendo se istintivamente valutano di essere in pericolo), inoltre la "zona di tolleranza" relativamente alla presenza di estranei in prossimità del nido e superata la quale parte l'attacco è molto variabile per dimensioni (perfino nella stessa specie) ma in generale è maggiore nelle Polistes (che sono veramente molto tolleranti e difficilmente attaccano un intruso anche se si trova a pochi centimetri dal nido) mentre è decisamente bassa in Dolichovespula media, che può attaccare anche a distanze di 10-15 metri. Vespa crabro tutto sommato è abbastanza tollerante, ma conviene restare ad almeno 3 m di distanza dal nido (e preferibilmente qualcosa di più). La puntura del calabrone se non si è allergici non è più pericolosa di quella di una qualsiasi altra vespa ma è notevolmente più dolorosa. Comunque quando sono stato punto non indossavo nulla di particolare che potesse attrarre un'ape: camicia blu scuro e jeans antracite e non uso deodoranti.
Ultima modifica di galinsog@; 31/05/2023 alle 22:57
il fatto di mescolare e importare specie in ogni dove da ogni dove per sperimentare rende la nostra specie umana la prima causa di alterazioni ambientali e disequilibrio tra specie, una attitudine tutta nostra.
E non abbiamo ben chiaro se questa "globalizzazione" sarà positiva o meno (per me meno, molto meno).
L'impatto si misura nel tempo, non nell'immediato.
Vero, e vale forse si dalle origini. Siamo una specie che tende a usare le altre, e che non sta ferma al suo posto. Se non migra perché costretta, si sposta per esplorare. E quando vede qualcosa di interessante se lo porta a casa e lo utilizza. In fondo anche la neolitizzazione è stato un grande processo di sperimentazione e di selezione genetica di specie. Non si sapeva cosa fossero i geni, però in pratica si è operato preferendo certe piantine rispetto ad altre, sino a creare i capostipiti dei grani attuali, molto migliorati - in termini di nostro uso - rispetto alle specie originarie.
D'altra parte, tolta l'iniziativa personale, resta la mobilità, che è prerogativa anche di altre specie. Le faune migrano, e si portano dietro tutto ciò che vive su di loro, oltre qualche volta a residui alimentari in grado di germinare una volta restituiti all'ambiente.
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