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Discussione: Il Caimano

  1. #11
    Administrator forum MNW L'avatar di Adrisessanta
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Quel business chiamato antiberlusconismo
    di Fabrizio De Feo da Il Giornale (del Padrone*)
    *nda 60


    Dai dvd della Guzzanti ai libri di Travaglio alle performance teatrali di Dalla Chiesa, gli attacchi al Cavaliere sono oggi un’industria milionaria

    Il tormentone «D’Alema, di qualcosa di sinistra» è ormai superato e archiviato nelle memorie politico-cinematografiche degli anni Novanta. Ora Nanni Moretti, con il suo «Caimano» e la sua uscita a orologeria a pochi giorni dalle elezioni, compie un passo ulteriore e decide di dire in prima persona una cosa di sinistra, mettendo in scena l’unica vera indicazione programmatica del suo schieramento politico di riferimento: l’antiberlusconismo.
    Un’operazione sicuramente in grado di regalare soddisfazioni al botteghino, come dimostrano le tante «hit» della sterminata pubblicistica anti-Cavaliere (circa 250 libri). I dati, riportati nell’ultimo numero di Panorama, sono impressionanti: si va dalle 100mila copie vendute dal film «Quando c’era Silvio», scritto da Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani e del regista Ruben H. Oliva (giÃ* pronti a girare i sequel «La caduta di Berlusconi»), ai 300mila dvd di «Viva Zapatero!», opera prima di Sabina Guzzanti (a cui bisogna aggiungere i 2 milioni di euro incassati in sala), fino al milione di copie dell’opera omnia di Marco Travaglio. Ma questo è niente perché il «big bang» antiberlusconiano firmato Nanni Moretti - che da oggi sarÃ* distribuito in ben 360 sale - promette di frantumare tutti i record. L’incontinenza verbale degli «antiberluscones», d’altra parte, lascia tracce dappertutto. A teatro, dove il senatore Nando Dalla Chiesa si esibisce in «Vota Silviolo». Nei centri sociali come il Leoncavallo dove il 31 marzo debutta «Chi ha ucciso Berlusconi?». In tv, col documentario «L’affaire Mondadori» di Mosco Boucault, in onda sulla rete franco-tedesca Artè. Senza dimenticare il Festival di Cannes dove una coppia di trentenni punta a portare «Shooting Silvio», opera prima, autoprodotta grazie alla vendita di gadget antiberlusconiani. Senza dimenticare il tedesco «Bye bye, Berlusconi», presentato a Berlino.
    Ci sono naturalmente le trasmissioni schierate: da «Ballarò» a «Parla con me» di Serena Dandini a «Che tempo che fa» di Fazio Fazio a cui si è aggiunto il «Rockpolitik» celentaniano, pieno zeppo di perle anti-premier. E i libri. Panorama è entrato nelle librerie Feltrinelli e ha verificato che su 101 titoli proposti in una sorta di «pacchetto elezioni» ben 32 sono dedicati al premier, con «Le mille balle blu» di Marco Travaglio e Peter Gomez e «Citizen Berlusconi» di Alexander Stille (15mila copie in una settimana) a farla da padroni. «Berlusconi ha fatto guadagnare anche i suoi nemici» ammette a Panorama, Giuseppe Caruso, autore di «Chi ha ucciso Berlusconi?». Risultato: «Forse non avrÃ* realizzato il milione e mezzo di posti di lavoro ma almeno uno, a me, l’ha trovato». «Il mercato potenziale in effetti è vastissimo: il 50 per cento degli italiani che non vota per Berlusconi» sostiene l’editore Alessandro Dalai. E Oliviero Ponte Di Pino, direttore editoriale della Garzanti, rincara la dose: «I titoli su Berlusconi si vendono come panini. C’è un pubblico insoddisfatto dell’informazione televisiva e gli editori indipendenti si sono attrezzati per soddisfarlo».

    La chiosa finale è dettata a Panorama dal sociologo Luca Ricolfi. «Dopo 12 anni di antiberlusconismo gli italiani si ritrovano più immaturi e faziosi, meno capaci di ragionare e di ascoltare il punto di vista altrui. Ci sono centinaia di migliaia di persone che macinano idee e tempo nell’industria dell’antiberlusconismo con molti sconosciuti che attaccando Berlusconi guadagnano una fiammata di notorietÃ*». Pochi dubbi sul risultato finale: «L’antiberlusconismo è un fenomeno di portata culturale modesta, tipo il Grande Fratello. Rimescola i sentimenti peggiori. Talora fa vera e propria disinformazione. Oltretutto per la maturazione della sinistra l’antiberlusconismo è stato un disastro, inibendo le funzioni elementari del ragionamento».



    La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.

  2. #12
    Uragano L'avatar di C.R.
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Citazione Originariamente Scritto da wallis
    Che risposta.... non meriti neanche un commento!

    Troppa saccenza... gente che sa tutto e che giudica gli altri... che tristezza!

    Saluti, Wallis
    Allora, le cose sono 2 : l'hai visto e non ti è piaciuto ? Ok, allora chiedo scusa,
    ritiro quanto detto.

    oppure : non l'hai visto e quindi non puoi dire nulla : ribadisco quanto detto
    in tal caso!

    IL TUO, è un giudizio "SACCENTE" , se non l'hai visto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    naturalmente, puoi dire "Non mi piace Moretti, quindi non lo vedrò",
    quello avrebbe avuto senso, ma non l'hai detto!!!!!

    SUBITO A FA LE VITTIME!!

    Saluti, Claudio!

    "S'è la notizia fossi confermata sarò zio."

  3. #13
    Banned L'avatar di kelvin
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Citazione Originariamente Scritto da wallis
    E poi ci si chiede perchè il cinema italiano è in crisi....

    Al di lÃ* dell'ottima idea di mandarlo nelle sale prima delle elezioni per fare molti più spettatori di quanto in media fa Moretti, per il resto il film si commenta da solo... povero cinema italiano!

    Saluti, Wallis

    Certo ci vuole un bel coraggio per dire che Nanni Moretti, uno dei registi italiani più conosciuti e apprezzati all'estero (amatissimo in Francia), che andò vicino all'oscar con "La stanza del figlio", debba esser additato come esempio del cattivo cinema italiano...

    Una volta tanto si potrebbe lasciar stare la politica e cercare di essere obiettivi... vabbè...

  4. #14
    Uragano L'avatar di C.R.
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Citazione Originariamente Scritto da kelvin
    Certo ci vuole un bel coraggio per dire che Nanni Moretti, uno dei registi italiani più conosciuti e apprezzati all'estero (amatissimo in Francia), che andò vicino all'oscar con "La stanza del figlio", debba esser additato come esempio del cattivo cinema italiano...

    Una volta tanto si potrebbe lasciar stare la politica e cercare di essere obiettivi... vabbè...
    poi quello "saccente" sono io, capito ?

    Cl.

    Ciao Vittò...
    "S'è la notizia fossi confermata sarò zio."

  5. #15
    Burrasca L'avatar di inocs
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Citazione Originariamente Scritto da Adriano 60
    Quel business chiamato antiberlusconismo
    di Fabrizio De Feo da Il Giornale (del Padrone*)
    *nda 60


    Dai dvd della Guzzanti ai libri di Travaglio alle performance teatrali di Dalla Chiesa, gli attacchi al Cavaliere sono oggi un’industria milionaria

    Il tormentone «D’Alema, di qualcosa di sinistra» è ormai superato e archiviato nelle memorie politico-cinematografiche degli anni Novanta. Ora Nanni Moretti, con il suo «Caimano» e la sua uscita a orologeria a pochi giorni dalle elezioni, compie un passo ulteriore e decide di dire in prima persona una cosa di sinistra, mettendo in scena l’unica vera indicazione programmatica del suo schieramento politico di riferimento: l’antiberlusconismo.
    Un’operazione sicuramente in grado di regalare soddisfazioni al botteghino, come dimostrano le tante «hit» della sterminata pubblicistica anti-Cavaliere (circa 250 libri). I dati, riportati nell’ultimo numero di Panorama, sono impressionanti: si va dalle 100mila copie vendute dal film «Quando c’era Silvio», scritto da Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani e del regista Ruben H. Oliva (giÃ* pronti a girare i sequel «La caduta di Berlusconi»), ai 300mila dvd di «Viva Zapatero!», opera prima di Sabina Guzzanti (a cui bisogna aggiungere i 2 milioni di euro incassati in sala), fino al milione di copie dell’opera omnia di Marco Travaglio. Ma questo è niente perché il «big bang» antiberlusconiano firmato Nanni Moretti - che da oggi sarÃ* distribuito in ben 360 sale - promette di frantumare tutti i record. L’incontinenza verbale degli «antiberluscones», d’altra parte, lascia tracce dappertutto. A teatro, dove il senatore Nando Dalla Chiesa si esibisce in «Vota Silviolo». Nei centri sociali come il Leoncavallo dove il 31 marzo debutta «Chi ha ucciso Berlusconi?». In tv, col documentario «L’affaire Mondadori» di Mosco Boucault, in onda sulla rete franco-tedesca Artè. Senza dimenticare il Festival di Cannes dove una coppia di trentenni punta a portare «Shooting Silvio», opera prima, autoprodotta grazie alla vendita di gadget antiberlusconiani. Senza dimenticare il tedesco «Bye bye, Berlusconi», presentato a Berlino.
    Ci sono naturalmente le trasmissioni schierate: da «Ballarò» a «Parla con me» di Serena Dandini a «Che tempo che fa» di Fazio Fazio a cui si è aggiunto il «Rockpolitik» celentaniano, pieno zeppo di perle anti-premier. E i libri. Panorama è entrato nelle librerie Feltrinelli e ha verificato che su 101 titoli proposti in una sorta di «pacchetto elezioni» ben 32 sono dedicati al premier, con «Le mille balle blu» di Marco Travaglio e Peter Gomez e «Citizen Berlusconi» di Alexander Stille (15mila copie in una settimana) a farla da padroni. «Berlusconi ha fatto guadagnare anche i suoi nemici» ammette a Panorama, Giuseppe Caruso, autore di «Chi ha ucciso Berlusconi?». Risultato: «Forse non avrÃ* realizzato il milione e mezzo di posti di lavoro ma almeno uno, a me, l’ha trovato». «Il mercato potenziale in effetti è vastissimo: il 50 per cento degli italiani che non vota per Berlusconi» sostiene l’editore Alessandro Dalai. E Oliviero Ponte Di Pino, direttore editoriale della Garzanti, rincara la dose: «I titoli su Berlusconi si vendono come panini. C’è un pubblico insoddisfatto dell’informazione televisiva e gli editori indipendenti si sono attrezzati per soddisfarlo».

    La chiosa finale è dettata a Panorama dal sociologo Luca Ricolfi. «Dopo 12 anni di antiberlusconismo gli italiani si ritrovano più immaturi e faziosi, meno capaci di ragionare e di ascoltare il punto di vista altrui. Ci sono centinaia di migliaia di persone che macinano idee e tempo nell’industria dell’antiberlusconismo con molti sconosciuti che attaccando Berlusconi guadagnano una fiammata di notorietÃ*». Pochi dubbi sul risultato finale: «L’antiberlusconismo è un fenomeno di portata culturale modesta, tipo il Grande Fratello. Rimescola i sentimenti peggiori. Talora fa vera e propria disinformazione. Oltretutto per la maturazione della sinistra l’antiberlusconismo è stato un disastro, inibendo le funzioni elementari del ragionamento».

    Se quello di De Feo è un commento al film, o non lo ha visto o non lo ha capito. Non è un film contro Berlusconi secondo me (oltretutto è un film che parla ampiamente anche di altro).

    Chiaramente De Feo ignora poi che l'antiberlusconismo è la piena vittoria di Berlusconi. L'unica sua sconfitta sarebbe stata l'assenza, cioè il non Berlusconismo, e quella non è più possibile, ormai da 12 anni. Concetto complessivo difficile da capire per chi lo ha votato e sostenuto, e lo vota e sostiene tuttora. Daltronde, e sarò duro citando però una battuta chiave del film di Moretti, chi fino ad oggi non ha voluto o potuto capire allora non capirÃ* mai, c'è poco da fare. Dunque a che serve fare un film contro Berlusconi dopo tutti questi anni?

    Ciao
    I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.

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    Always looking at the sky

    *

  6. #16
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Citazione Originariamente Scritto da wallis
    Che risposta.... non meriti neanche un commento!

    Troppa saccenza... gente che sa tutto e che giudica gli altri... che tristezza!

    Saluti, Wallis
    ma l'hai visto o no?
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  7. #17
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Citazione Originariamente Scritto da Adriano 60
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    Dai dvd della Guzzanti ai libri di Travaglio alle performance teatrali di Dalla Chiesa, gli attacchi al Cavaliere sono oggi un’industria milionaria

    Il tormentone «D’Alema, di qualcosa di sinistra» è ormai superato e archiviato nelle memorie politico-cinematografiche degli anni Novanta. Ora Nanni Moretti, con il suo «Caimano» e la sua uscita a orologeria a pochi giorni dalle elezioni, compie un passo ulteriore e decide di dire in prima persona una cosa di sinistra, mettendo in scena l’unica vera indicazione programmatica del suo schieramento politico di riferimento: l’antiberlusconismo.
    Un’operazione sicuramente in grado di regalare soddisfazioni al botteghino, come dimostrano le tante «hit» della sterminata pubblicistica anti-Cavaliere (circa 250 libri). I dati, riportati nell’ultimo numero di Panorama, sono impressionanti: si va dalle 100mila copie vendute dal film «Quando c’era Silvio», scritto da Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani e del regista Ruben H. Oliva (giÃ* pronti a girare i sequel «La caduta di Berlusconi»), ai 300mila dvd di «Viva Zapatero!», opera prima di Sabina Guzzanti (a cui bisogna aggiungere i 2 milioni di euro incassati in sala), fino al milione di copie dell’opera omnia di Marco Travaglio. Ma questo è niente perché il «big bang» antiberlusconiano firmato Nanni Moretti - che da oggi sarÃ* distribuito in ben 360 sale - promette di frantumare tutti i record. L’incontinenza verbale degli «antiberluscones», d’altra parte, lascia tracce dappertutto. A teatro, dove il senatore Nando Dalla Chiesa si esibisce in «Vota Silviolo». Nei centri sociali come il Leoncavallo dove il 31 marzo debutta «Chi ha ucciso Berlusconi?». In tv, col documentario «L’affaire Mondadori» di Mosco Boucault, in onda sulla rete franco-tedesca Artè. Senza dimenticare il Festival di Cannes dove una coppia di trentenni punta a portare «Shooting Silvio», opera prima, autoprodotta grazie alla vendita di gadget antiberlusconiani. Senza dimenticare il tedesco «Bye bye, Berlusconi», presentato a Berlino.
    Ci sono naturalmente le trasmissioni schierate: da «Ballarò» a «Parla con me» di Serena Dandini a «Che tempo che fa» di Fazio Fazio a cui si è aggiunto il «Rockpolitik» celentaniano, pieno zeppo di perle anti-premier. E i libri. Panorama è entrato nelle librerie Feltrinelli e ha verificato che su 101 titoli proposti in una sorta di «pacchetto elezioni» ben 32 sono dedicati al premier, con «Le mille balle blu» di Marco Travaglio e Peter Gomez e «Citizen Berlusconi» di Alexander Stille (15mila copie in una settimana) a farla da padroni. «Berlusconi ha fatto guadagnare anche i suoi nemici» ammette a Panorama, Giuseppe Caruso, autore di «Chi ha ucciso Berlusconi?». Risultato: «Forse non avrÃ* realizzato il milione e mezzo di posti di lavoro ma almeno uno, a me, l’ha trovato». «Il mercato potenziale in effetti è vastissimo: il 50 per cento degli italiani che non vota per Berlusconi» sostiene l’editore Alessandro Dalai. E Oliviero Ponte Di Pino, direttore editoriale della Garzanti, rincara la dose: «I titoli su Berlusconi si vendono come panini. C’è un pubblico insoddisfatto dell’informazione televisiva e gli editori indipendenti si sono attrezzati per soddisfarlo».

    La chiosa finale è dettata a Panorama dal sociologo Luca Ricolfi. «Dopo 12 anni di antiberlusconismo gli italiani si ritrovano più immaturi e faziosi, meno capaci di ragionare e di ascoltare il punto di vista altrui. Ci sono centinaia di migliaia di persone che macinano idee e tempo nell’industria dell’antiberlusconismo con molti sconosciuti che attaccando Berlusconi guadagnano una fiammata di notorietÃ*». Pochi dubbi sul risultato finale: «L’antiberlusconismo è un fenomeno di portata culturale modesta, tipo il Grande Fratello. Rimescola i sentimenti peggiori. Talora fa vera e propria disinformazione. Oltretutto per la maturazione della sinistra l’antiberlusconismo è stato un disastro, inibendo le funzioni elementari del ragionamento».
    Che articolo squallido. Stiamo proprio toccando il fondo. Addirittura si mette l'antiberlusconismo sullo stesso piano del Grande Fratello, come se i principali appassionati del famoso reality show fossero elettori di sinistra e non di destra, e soprattutto come se gli intellettuali di sinistra non auspicassero la pulizia della TV da tutti questi programmi-spazzatura che lo stesso Berlusconi ci impone attraverso le sue reti. Porsi il problema di come mai tanta gente segua certo cinema, certa satira e certo giornalismo, invece, sarebbe stato non solo logico, ma addirittura scontato. Io, anche fossi di destra, quasi mi vergognerei a riportare un articolo di così bassa statura intellettuale. Grottesco.
    Filippo
    Vivo a Trento città, ma la mia stazione meteo è nella campagna di fronte casa dei miei genitori, a Rovereto.

  8. #18
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Citazione Originariamente Scritto da altropianeta
    Io, anche fossi di destra, quasi mi vergognerei a riportare un articolo di così bassa statura intellettuale. Grottesco.
    Oh, guarda, pur non essendo di destra ho pianto tutta notte per aver riportato questo articolo.

    La domanda di fondo è: ma ci hanno fatto i soldi, si o no gli autori di questi libri, film, spettacoli in genere?



    La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.

  9. #19
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Citazione Originariamente Scritto da Adriano 60

    La domanda di fondo è: ma ci hanno fatto i soldi, si o no gli autori di questi libri, film, spettacoli in genere?
    AdriÃ*, con rispetto ponendo eh, ma a te te pagano con le caciotte??

  10. #20
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    Predefinito Re: Il Caimano

    Citazione Originariamente Scritto da Folly
    AdriÃ*, con rispetto ponendo eh, ma a te te pagano con le caciotte??
    Assolutamente no, ci mancherebbe.
    Semplicemente non ci trovo nulla di così riprovevole in quell'articolo, come non trovo nulla di riprovevole in quest'altro.


    CAVALIERE, NON CAIMANO: Giuliano Ferrara, Panorama, 24 marzo 2006

    "Vorrei prendere da parte Nanni Moretti e spiegargli con simpatia la differenza tra un Caimano e un Cavaliere... Un Caimano in economia e in politica ha alcune caratteristiche precise. Non basta un uomo molto ricco, che fattura alla grande con il suo business. Quello è un uomo di successo...

    Per definire un animale predatore che incuta paura alla societÃ* civile e al potere civile ci vogliono altri elementi. Bisogna che il riccone eserciti una vera influenza, e sotterranea, sotto pelle, sotto la sua stessa scorza, sul grande giro della finanza, delle banche, dei grandi gruppi industriali. Il Caimano politico divora nel silenzio, non si espone personalmente, non mette a rischio i suoi possessi, conosce l’arte della eterodirezione, sa far muovere chiunque senza che si ascolti il suo sibilo. Il suo destino si forgia nell’ombra.
    Un Caimano politico non zoppica, non grida al tradimento su un palco di Vicenza, non fa comizi, non si presenta alle elezioni vincendole e perdendole, non racconta barzellette, non sorride mai
    ...per lui la dissimulazione è tutto. Vuole scomparire alla vista e ci riesce, nella sua assenza virtuale si realizza la sua capacitÃ* di intimorire, anzi di terrorizzare, anzi di terrorizzare i nemici...

    Non si è mai visto nelle democrazie moderne un Caimano che abbia contro i grandi giornali, le grandi banche, i grandi imprenditori, i grandi intellettuali, i grandi programmi televisivi, i grandi magistrati, un Caimano che debba difendersi a colpi di referendum e altre ordalie sulle sue tv, uno del quale il più ricco dei ricchi possa dire, come fece Giovanni Agnelli a proposito di Berlusconi, "se vince lui vinciamo tutti, se perde lui perde solo lui". Uno così è un Cavaliere, non un Caimano.
    Un Caimano politico non si sgola, non ride, non partecipa, non si invita a pranzo e a cena tutte le sere, non è familiare, non è domestico, non è bonario, non si inventa i manifesti 6x3, non ha nostalgia degli spot, non vara una nave elettorale per vincere le elezioni, non canta con il posteggiatore napoletano.
    Berlusconi è uno splendido animale politico emerso in una democrazia ferita e caotica, dove i Caimani veri hanno spadroneggiato e deciso per la vita e per la morte delle antiche istituzioni, hanno liquidato partiti e tradizioni, hanno traballato sotto la sua sferza ma non si sono mai dati per perduti, lavorando per mandarlo a sbattere alla prima curva...Un Caimano che ha contro tutti, che prende applausi dai piccoli contro la smorfia di disprezzo dei grandi, non è appunto un Caimano, è solo un Cavaliere, e di una specie rara, caro Nanni."



    La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.

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