Che vuoi che ti dica, Michele. Se penso alle responsabilita' che vi prendete, mi vien l'angoscia. Specie quando penso ad un essere umano che al mattino, invece di accendere un pc, piglia in mano un bisturi e magari apre il cranio a qualcuno. Anche io mi incazzerei al posto tuo, e vorrei avere tra le mani chi si permettere di trattare con cosi' tanta leggerezza simili situazioni, scrivendo articoli pieni di inesattezze.
Non ti curar di loro, ma guarda e passa...![]()
Come vedi, pero', ci son persone che ammirano il vostro operato e certi articoli li usano solo come spunto di riflessione, senza dargli l'onore della seppur minima credibilita'.
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Come se fosse antani...
always looking at the sky
''E' nei ritagli ormai del tempo che penso a quando tu eri qui''
Vasco.
come se uno facesse il Pesto con l'Edera...
(Claudioricci, lunedi' 8 gennaio 2007)
"E' veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perché il mondo appartiene a chi osa. La vita è troppo bella per essere insignificante." (Charlie Chaplin)
Come se fosse antani...
always looking at the sky
''E' nei ritagli ormai del tempo che penso a quando tu eri qui''
Vasco.
come se uno facesse il Pesto con l'Edera...
(Claudioricci, lunedi' 8 gennaio 2007)
Piena solidarietà con i medici e i paramedici.
Al politecnico ci veniva sempre detto dai docenti che gli ingegneri che facevano crollare i ponti si beccavano una denuncia perchè la percezione popolare era "aveva cercato di creare qualcosa dal nulla e l'ha fatto pure male, quindi giusto che paghi", mentre per i medici (ho fatto ing. biomedica) questo non valeva perchè sempre nella percezione popolare un decesso non era visto sempre come colpa del medico: in fondo il medico da sempre cerca di rimediare a situazioni intrinsecamente critiche che senza il suo intervento avrebbero portato sicuramente alla morte.
Ebbene, in questi anni la percezione popolare è completamente cambiata, per colpa di trasmissioni faziose e di avvocati metaforicamente pronti all'uscita degli ospedali come fioristi fuori dai cimiteri.
La gente adesso sa che può denunciare, non fa niente se chi è morto era allergico al liquido di contrasto: tanto si dice "il medico non poteva non sapere"... e grazie... ma se questo è svenuto e nessuno glielo comunica come fa a saperlo?
Siamo una società allo sbando, frutto di un metodo educativo che di educativo ha ben poco (proprio in questi giorni se ne parla qui e altrove).
Pessimismo e fastidio![]()
Per forza... se la avete ribaltata come hai fatto con il suo povero nome...vabbeh continuo dopo, Grtea strilla!![]()
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Stefano Giorgetti
always looking at the sky
Mi oppongo vostro onore!
Se, e sottolineo SE quel che c'è scritto qui corrisponde al vero:
*L'assessore regionale alla sanità, Mario Valpreda non ha dubbi sulla totale correttezza dell'intervento medico: "La circolare da me emanata qualche settimana fa (dopo un analogo caso al Mauriziano, ndr) impone ai medici del Pronto soccorso di intervenire nei casi di soccorso nell'area antistante allo stabile.
L'intervista poi prosegue con:
*Ma dall'inchiesta interna della Asl risulta che il pullman si trovasse ad alcune centinaia di metri e il Pronto soccorso non è guardia medica, non avrebbe senso che un medico si allontanasse con un semplice fonendo per dare aiuto a un infartuato, lasciando scoperte eventualità sanitarie altrettanto gravi.
Ergo, se ne deduce che al Mauriziano deve essere accaduto qualcosa di quanto meno insolito se l'assessore regionale alla sanità ha diramato questa circolare.
In conclusione, i giornalisti possono averci ricamato sopra in questo frangente se è vero che il pullman si trovasse ad alcune centinaia di metri.
Questo non ci autorizza certamente a fare di ogni erba un fascio sparando alzo zero contro il personale sanitario in genere.
Ci sia quanto meno concesso il beneficio del dubbio, dubbio che in alcuni frangenti non si abbia applicato un poco di buonsenso rifugiandosi dietro un "ma la legge non lo consente".
* da Repubblica.it
La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.
Nell'episodi di cui fai cenno accadde qualcosa di simile a quanto stiamo discutendo in questo thread. E quanto stabilito dall'assessore alla sanità è quanto di più politico si possa fare, perchè anche allora ci furono tempeste mediatiche come ci sono oggi.
Ripeto: un medico, anche se esce dal suo ambulatorio, non ha la bacchetta magica e cura tutti con quella... servono attrezzature (logistiche e sanitarie adatte) che può avere un'ambulanza ma di cui un PS non può disporre.
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Nessuno pretende che possa avere la bacchetta magica, ci mancherebbe.
Sto cercando di immaginarmi la scena: arriva un tizio col fiatone nel PS il quale mi dice in modo concitato che all'esterno c'è una persona incosciente che necessita di soccorso immediato.
Al di là del fatto che materialmente non possa andare a vedere nell'immediato perchè sono impegnato in altri casi urgenti, troverò il modo di mandare qualcuno, magari un infermiere qualsiasi che si accerti delle reali condizioni del paziente.
Non mi passerebbe per la testa di dirgli che non posso intervenire perchè la legge non me lo consente.
Questo, al di là del come si siano svolti i fatti nel caso citato all'inizio del thread.
La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.
Al Mauriziano era accaduto questo (da lastampa):
Un uomo di 71 anni è morto d' infarto per strada a pochi metri dall'ospedale Mauriziano, in attesa che un'ambulanza arrivasse da un altro ospedale perchè in quello vicino non c'era modo di aiutarlo. La tragedia è accaduta ieri pomeriggio ed al momento sono in corso accertamenti.
L'Assessorato regionale alla Sanità e l' ospedale Mauriziano spiegano che non sarebbero stati violati protocolli e procedure, tutto sarebbe avvenuto secondo le regole.
Maurizio Vallero, 71 anni, di San Maurizio Canavese, si è sentito male proprio di fronte al Mauriziano, ma quando il figlio Paolo si è recato subito al Pronto Soccorso che aveva davanti agli occhi, sull'altro lato della strada, per chiedere aiuto, pensando così di fare la cosa più semplice e più ovvia, si sarebbe sentito rispondere una serie di no: no all' invio di medici perchè non possono uscire dalla struttura ospedaliera e no all' invio di un' ambulanza perchè il Mauriziano non ne possiede una medicalizzata e quindi specializzata in questo genere di intervento. A questo punto non è restato altro da fare che telefonare al 118 che - osserva ancora l' Assessorato - ha prontamente inviato in pochi minuti ben due ambulanze, dall' ospedale Molinette e dalla Croce Verde. Peccato che nonostante tanta solerzia, il pensionato nel frattempo sia deceduto.
Sulla vicenda, e soprattutto le modalità in cui si sarebbe svolta, il commissario del Mauriziano, Silvio Falco, ha nominato una commissione interna e verifiche sull' accaduto sono state anche attivate dall' Assessorato. Fonti sanitarie fanno osservare che un infartuato non può essere trasportato nè a braccia nè in barella, senza essere prima stabilizzato, operazioni di «messa in sicurezza» che possono essere svolte soltanto da un' ambulanza dotata di mezzi e personale medico ad hoc.
«Esprimo tutto il mio cordoglio ai familiari del signor Vallero per la tragedia che li ha colpiti, che tuttavia, a una prima indagine, non sembra poter essere imputata a carenze o inefficienze da parte del sistema sanitario regionale e in particolare del 118, i cui operatori hanno agito in maniera ineccepibile» dichiara l' assessore alla Sanità, Mario Valpreda. L'ambulanza - osserva - è arrivata «in sette minuti e il medico ha subito iniziato le operazioni di rianimazione, che sono proseguite per 50 minuti prima della constatazione del decesso».
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