sì
no
questo è quanto recita parte della legge sulla privacy (fermo restando che è fuor di ogni ragionevole dubbio che i dati di cui stiamo discutendo NON siano sensibili)Art. 12. Casi di esclusione del consenso
1. Il consenso non e' richiesto quando il trattamento:
a) riguarda dati raccolti e detenuti in base ad un obbligo previsto dalla legge, da un regolamento o dalla normativa comunitaria;b) e' necessario per l'esecuzione di obblighi derivanti da un contratto del quale e' parte l'interessato o per l'acquisizione di informative precontrattuali attivate su richiesta di quest'ultimo, ovvero per l'adempimento di un obbligo legale;c) riguarda dati provenienti da pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque;d) e' finalizzato unicamente a scopi di ricerca scientifica o di statistica e si tratta di dati anonimi;e) e' effettuato nell'esercizio della professione di giornalista e per l'esclusivo perseguimento delle relative finalita', nel rispetto del codice di deontologia di cui all'articolo 25;f) riguarda dati relativi allo svolgimento di attivita' economiche raccolti anche ai fini indicati nell'articolo 13, comma 1, lettera e), nel rispetto della vigente normativa in materia di segreto aziendale e industriale;g) e' necessario per la salvaguardia della vita o dell'incolumita' fisica dell'interessato o di un terzo, nel caso in cui l'interessato non puo' prestare il proprio consenso per impossibilita' fisica, per incapacita' di agire o per incapacita' di intendere o di volere;h) e' necessario ai fini dello svolgimento delle investigazioni di cui all'articolo 38 delle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, approvate con decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, e successive modificazioni, o, comunque, per far valere o difendere un diritto in sede giudiziaria, sempre che i dati siano trattati esclusivamente per tali finalita' e per il periodo strettamente necessario al loro perseguimento.
Visto che vige il principio che "la legge non ammette ignoranza" e visto che una legge sulla pubblicabilità dei dati esiste, anche non essendo giurista e/o avvocato, credo che il comma 1, lettere a), b) e c) fughino qualsiasi dubbio.
Al più sarebbe da rimproverare a Visco il fatto che abbia provveduto ad utilizzare un'altro mezzo di pubblicazione senza accertarsi dell'esistenza di adeguata regolamentazione di accesso agli stessi.
Qui però mi sorge un dubbio: è vero che l'accesso agli elenchi cartacei è regolamentato?
Ovvero, se vado in comune o all'egenzia delle entrate, c'è qualcuno che annota chi sono e che cosa ho visto e che magari controlli se prendo appunti o fotografo gli elenchi?
Albedo, in virtù della tua esperienza in tal senso, puoi ragguagliarci a tal proposito?
In sostanza credo che la questione "è giusto o no pubblicare" sia mal posta visto che legge del 73 e privacy non sembrano cozzare...
Forse è più il caso di chiedersi (quoto Faina) che cavolo fa il Garante per prevenire situazioni simili....
Buon senso del padre di famiglia. Può anche darsi che non sia stata violata alcuna regola di legge, ma se fossero state applicate le regole basi di buon senso forse non scoppiava questo putiferio. La legge del '73 dice che la dichiarazione dei redditi è un atto pubblico come lo sono le compravendite delle case o la proprietà di un'autovettura, ma in questo paese è ancora diffuso un certo rapporto malato con i soldi, talvolta sembra più lecito farli illegalmente che possederli in piena legalità, la pubblicazione così smaccata secondo me non andava fatta, è stata una stronzata e spero non fatta ad arte.
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nulla di più semplice....
studiandosi la normativa....
Il problema per la privacy non può essere solo la pubblicazione su Internet, l'attività preventiva avrebbe dovuto sicuramente portare ad un'analisi delle forme di pubblicazione esistenti e da lì (a meno di aver a che fare con perfetti imbelli) il problema Internet si sarebbe posto, e come si sarebbe posto....
Quello che letteralmente mi fa alterare è che non ci si scandalizza del fatto che esistano già da tempo soggetti che su quelle informazioni ci lucrano ma si bada solo ad allarmarsi perchè "la gente potrebbe essere animata solo da curiosità morbosa" (cit. di un mio collega)
C'è stato un piccolo misunderstanding: io avevo capito che il Garante dovesse "prevenire" nello stesso modo con cui la polizia può prevenire un furto in un'abitazione...
Non so se sia così semplice poter "prevenire" come dite voi. Studiarsi tutta la legislazione e vedere dove essa confligga con la normativa con la privacy non mi pare una cosa da poco...
Ad ogni modo, non mi interessa sapere di chi siano le colpe. Io le attribuirei più a Visco (e mi duole...... ehm... dov'è finito il chip, Stefano??), che non si è posto il problema della privacy all'atto della richiesta di pubblicazione di quegli elenchi piuttosto che al Garante...
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secondo me c'è un chiaro concorso di colpa (che per me non è assolutamente la violazione della privacy visto che la sostanza, la pubblicabilità del dato, non può essere messa in discussione se non cambiando una legge dello stato) tra Visco e Garante.
Il primo ha sicuramente peccato di superficialità (lascio la dietrologia al giardiniere) il secondo di chiara incompetenza.
Che minchia di garanzie mi può dare un'autorità che interviene sempre dopo che le frittate sono fatte?
Sempre in tema di privacy, sai cos'è un DPS?
E' in sintesi il documento che qualunque soggetto che tratta dati personali di terzi deve predisporre.
Questo equivale a fare un'analisi preliminare delle potenziali cause di violazione esponendo quali siano le misure messe in atto per contrastarle e/o prevenirle....
Se il singolo soggetto che tratta i dati può fare questo tipo di analisi perchè chi dovrebbe garantire che ciò venga fatto non si preoccuma minimamente di fare tali analisi?
E' chiaro che ci sono situazioni che possono sfuggire completamente al controllo ma lì, purtroppo, l'estrema ratio sarà qualla della magistratura a tutelare il diritto offeso....
E' in sostanza perfettamente inutile che il Garante operi come una sorta di doppione della magistratura, che pensi piuttosto ad analizzare possibili casi di violazione e/o vacatio normativa....
pero Visco sostiene che il Garante sapeva citando due date ben precise per altro abbastanza datate.
Il Garante dice che non ne sapeva nulla
Chi mente? Visco che fa due citazioni o il Garante che in merito a queste glissa e dice che non ne sapeva niente?
forse il Garante non era lo stesso ai tempi in cui si riferisce Visco?
se anche cosi fosse...sarebbe grave che il nuovo non si informi sulle cose pregresse
La colpa di Visco secondo me è stata che per quanto sostiene di aver nei tempi passati informato, doveva rifarlo, o cmq dare annuncio preventivo sufficente, che il giorno 30 Aprile sarebbe avvenuto cio che è stato fatto.
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Questa poi....
qualcuno conosce questo? http://it.wikipedia.org/wiki/Codice_...zione_Digitale
A me il quadro sembra chiaro...
1) esiste obbligo di legge della compilazione e pubblicazione degli elenchi di contribuenti (art.69 dpr600 del 29/09/73)
http://www.comune.jesi.an.it/MV/leggi/dpr600-73.htm
2) l'articolo 12 del decreto "privacy" dice che quando esiste obbligo di legge il consenso è "implicito"
3) udite, udite, manco sui modi è possibile "chiosare" più di tanto in virtù del codice dell'amministrazione digitale sopra citato....
Ma alla nostra cara informazione forse preme di più far sapere che il codacons ci farà il "favore" di richiedere 500 euri a capoccia per il disturbo...
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Occorre un portafoglio molto largo, e di pazienza
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