" Intra Tupino e l'acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo,
fertile costa d'alto monte pende........" Dante, Paradiso XI
- In avatar, il mio mondo : Omar, Sarah, il cantiere e .... la neve!
sei tu il vero provocatore di questo 3d,..stai movimentando tutti (questo credo sia vietato da tutti i regolamenti dei forum),..contro l'unico rimasto qui dentro che non condivide i tuoi copiaincolla , inoltre fai dei parallelismi con ... lasciamo perdere.
Insomma lo stile non è pan bagnà.....e se sei sei veramente grande come vuoi far credere spogliati dei panni di tifoso integralista e accetta il pensiero di altri.
io, come il grande Stau ,non vivo per calciopoli e che si chiuda in un modo o in un altro non mi cambia nemmeno un mm la vita,..vivo questo scambio serenamente anche se andrebbe risposto altro a quelli come te.
![]()
Chi non fosse offuscato da pregiudizi e faziosità da quattro soldi, potrebbe leggere in questa intervista quanto possa essere dannosa una giustizia ingiusta. Quanto possa essere distruttiva la gogna mediatica.
Buona lettura.
----------------------------------------------------------------------------
Ex arbitro di serie A imputato nel processo napoletano a Calciopoli: «È un fatto inconfutabile: è un’indagine con tante lacune che ha toccato delle persone che sono state devastante sia sotto l’aspetto personale che professionale. Quello che ci è stato tolto non ce lo ridarà nessuno»
ROMA, 25 ottobre - Alla vigilia della ripresa del processo calciopoli, torna a parlare De Santis. Massimo De Santis. L'ex arbitro di serie A, imputato nel processo napoletano a Calciopoli si è sfogato con toni indignati in diretta telefonica sulle frequenze di Rete Oro TV nella trasmissione “Signora Mia” condotta da Marco Venditti in collaborazione con la redazione di“Tutti Pazzi Per La Juve”. Nell’udienza del 19 Ottobre gli avvocati della difesa hanno segnato ulteriori punti a favore degli imputati, non pensa che dibattere su chi dica «metti Collina» tenti di sviare l’attenzione dalle evidenti falle del teorema accusatorio? «È un fatto inconfutabile: è un’indagine con tante lacune che ha toccato delle persone che sono state devastante sia sotto l’aspetto personale che professionale. Non bisogna soffermarsi su chi dice “metti Collina”.
Il problema è che per quattro anni ci hanno fatto credere che determinate intercettazioni non esistessero. Oggi ne siamo venuti a conoscenza e da queste intercettazioni si vede forse quello che sarebbe dovuto essere effettivamente l’indagine di calciopoli. Tutto quello che oggi stiamo subendo in tribunale non sarebbe dovuto accadere perché ogni intercettazione che noi troviamo sconfessa l’intercettazione che è stata inserita miratamene nelle informative redatte dal Col. Auricchio. Dall’esame dei testi, che ha chiamato il mio difensore Avv. Gallinelli, è stato sconfessato il lavoro degli inquirenti. Chiunque ha ascoltato l’udienza si è potuto rendere conto che se questi testi fossero stati chiamati nel 2006, all’inizio delle indagini, sicuramente non saremmo arrivati a questo punto».
In riferimento alle nuove intercettazioni depositate dai suoi legali e l’ascolto del teste Gamberini, cosa è emerso in aula?
«Per quanto riguarda le intercettazioni che ho depositato, devo ringraziare il lavoro straordinario di Nicola Penta che è riuscito a fornirmi l’intercettazione e la trascrizione della mia telefonata con Bergamo delle 17.43, in riferimento alla famosa telefonata Lecce-Parma delle ore 12.00, nella quale dico che se la partita sarà tranquilla io mi farò da parte, se invece sarà giocata mi metterò in mezzo. Perché nel finale di campionato si è verificato tante volte che le squadre se la giocano o non fanno dell’agonismo l’essenza della gara. Ho depositato appunto, la telefonata delle 17.43 con Bergamo a cui dico che nell’ultima mezz’ora la partita è stata fiacca ed io mi sono messo da parte ed ho fatto fare a loro; ho trovato le telefonate con Bergamo in riferimento alla partita Lecce–Juventus al quale dico che i giocatori volevano giocare ed una nella quale un dirigente del Lecce mi ha chiamato alle 10 di mattina per dirmi che il campo era stato sistemato e che era agibile; Fiorentina-Bologna è uscito fuori, detto da Gamberini e quindi non da uno di parte, che Petruzzi e Nastase erano i giocatori più ammoniti della squadra e che in quella partita il Bologna aveva 8 diffidati. Insomma, sta uscendo fuori tutto.Le indagini vanno fatte a tutela dell’indagato e non per costruirgli addosso un vestito per poi sbatterlo in prima pagina e dire: “ecco questo è il mostro!”, come è accaduto in questa indagine».
E per quanto riguarda le testimonianze di Del Piero e dell’osservatore degli arbitri D’Addato?
«La cosa eclatante è stata che i PM soltanto in due occasioni hanno posto domande ai testi chiamati da noi: a Del Piero sul discorso di Ibrahimovic, ma ormai penso che l’abbiano capito tutti che se io avessi voluto favorire la Juventus sarebbe bastato dire che avevo seguito l’azione e che avevo visto e la prova televisiva non sarebbe stata applicata. Del Piero l’ha spiegato benissimo.Ho ammirato Del Piero, come l’ho sempre ammirato da calciatore ed ancor di più come uomo: nel momento in cui in udienza si è voluto insinuare che Del Piero ricordava solo alcuni episodi e quindi si è cercato di mettere in dubbio la veridicità di quello che diceva, Del Piero ha ricordato che in Udinese-Juventus sono stato l’arbitro che lo ha espulso negli ultimi 16 anni e penso che in quel momento si è vista tutta la fragilità dell’impianto accusatorio ed il modo con il quale hanno lavorato gli inquirenti. D’Addato ha spiegato benissimo qual è stato l’andamento della partita. Lo stesso assistente Farneti di Parma-Juventus ha spiegato quello che è stato il dopo partita.Anche per le magliette regalate agli arbitri è stato chiarito che era una cosa consuetudinaria che facevano tutti in ogni partita.L’avv.Gallinelli è stato bravo a scandagliare tutte queste posizioni ed a tirar fuori dalle persone chiamate a testimoniare i ricordi di 4 anni fa. Ma se questi testimoni fossero stati chiamati a tempo debito dai PM o dai carabinieri, che cosa sarebbe uscito? La cosa agghiacciante, di cui le persone forse non si rendono conto, è che D’Addato è stato ascoltato dai carabinieri per sette ore durante le quali ha riferito le stesse identiche cose…».
Cosa le ha tolto calciopoli e cosa si aspetta dalla fine del processo?
«La riflessione che bisogna fare è dove si vuole arrivare con questo processo e soprattutto che il danno effettivo, per come stanno andando le cose, non l’ha fatto tanto la giustizia ordinaria, ma la giustizia sportiva: io ho perso la mia posizione di arbitro; le società con quello che gli è stato tolto; altri tesserati che sono in questo processo, con un giudizio sportivo sommario, hanno tutti subito un danno.Oggi, a fatica, perché se avessimo avuto tutto questo materiale nel 2006 il compito sarebbe stato più facile, grazie alla professionalità e la bravura degli avvocati, a Nicola Penta che è riuscito a tirar fuori le intercettazioni telefoniche, stiamo ricostruendo quello che in un processo serio in un paese civile non sarebbe mai avvenuto.Noi avremmo dovuto avere a disposizione tutto, nelle indagini avrebbe dovuto esserci tutto ed oggi se andiamo a vedere quelle informative, a distanza di anni.Mi ricordo nel 2006, all’indomani degli avvisi di garanzia, i titoli dei giornali, delle televisioni e tutto il resto: c’è stato un massacro verso di noi!Quello che c’è stato tolto non ce lo ridarà mai nessuno.Partendo dal principio sacrosanto che finché non ci sarà una sentenza da parte del tribunale penale a noi favorevole stiamo parlando del nulla, il momento importante sarà appunto quando arriveremo a sentenza in modo che si possa sancire quanto stiamo dicendo perché ne abbiamo viste davvero tante.Noi abbiamo fiducia nel Giudice Casoria perché sta facendo in modo che questo processo si svolga nel modo più giusto possibile».
Durante l’udienza del 12 ottobre, l’Avv. Gallinelli ha chiesto formalmente l’incriminazione per falsa testimonianza del Col. Auricchio, è un atto che chiarirà ulteriormente il modo con cui sono state condotte le indagini?
«Ho puntato sempre il dito dall’inizio sulle indagini e su qualcosa che mancava anche per l’esperienza che avevo dal punto di vista lavorativo. Oggi si fanno tanti dibattiti sulla giustizia ed oggi proprio in questo processo stiamo vedendo che se degli inquirenti che non fanno bene il proprio lavoro o vogliono cucire addosso ad una persona un vestito che non è il suo ci riescono tranquillamente, ti distruggono la vita e poi devi fare un processo che dura cinque o sei anni per ristabilire la verità considerando anche che in alcuni casi ci si riesce ed in altri no. Comunque non si può ritornare indietro e farsi restituire tutto quello che ti è stato tolto. Non ci dimentichiamo che fu detto in aula di tribunale e non sui giornali, che non esistevano intercettazioni telefoniche di alcune società».
Come mai le “gole profonde” della procura partenopea non sono state sentite in aula dai PM come testimoni del loro impianto accusatorio, ma sono state convocate dalle difese degli imputati?
«Il primo teste dell’accusa doveva essere Franco Baldini e poi non so per quale motivo non è stato chiamato. E’ stata la difesa di Moggi a convocare Franco Baldini e sentirlo dire che ha fatto la ricerca dei testimoni che potevano contribuire a distruggere quelle persone e purtroppo ci sono riusciti, è stata una cosa che ha fatto male. Quando ci sono quei dati un cui dice che ha cercato tizio, ma era dopo marzo e poi questa persona è stata sentita ad ottobre e poi dice che la giornalista è stata sentita dopo aprile ed invece scopriamo che è stata sentita a settembre ed il periodo settembre-ottobre è l’apice di calciopoli».
Uno dei capi d’imputazione a suo carico è l’associazione per delinquere, come si spiega l’assenza dei presunti beneficiari del sodalizio e di altri soggetti “cupolari”che sono stati prosciolti? Quali altre situazioni sono emerse in aula che contraddicono il teorema accusatorio?
«Ricordiamoci che nasce tutto dal discorso di Palanca e Gabriele con il Messina e in quel momento la cosa più logica da fare era indagare sul Messina perché era quello il tema. Invece sul Messina non ha indagato nessuno. Quindi l’indagine è stata inspiegabilmente indirizzata solo verso Moggi, la Juventus e De Santis. E’ partita da De Santis e Moggi sui quali ci sono oltre 50 pagine di informative e poi tutti gli altri. Con me hanno sbagliato tutto, ci sono enormi lacune investigative: c’è la prova della indagini; il discorso di quando sono stato convocato in Olanda ed oggi ho depositato la lettera Uefa a conferma; il discorso sulla scheda svizzera che mi attribuiscono secondo cui sarei stato agganciato a Coverciano ed invece mi trovavo a Roma a frequentare un corso proprio con il Col. Auricchio! Ci sono troppe lacune sul mio conto.Ricordo anche che è vero che il Col. Auricchio ha condotto le indagini, ma non dimentichiamo che il Col. Auricchio in udienza ha portato un duro attacco ai PM dicendo: “Si, io ho fatto le indagini, ma gli avvisi di garanzia li avete firmati voi!”. E tutto questo dovrebbe far riflettere».
fonte: Tuttosport
![]()
"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
Visto che si parla di De santis, andiamo un po' a vedere qualcosina che nessuno vorrebbe dimenticare:
questo è Ancellotti ,a differenza di altri un vero uomo di sport, così dichiarava qualche tempo fa:
Calciopoli, parla Ancelotti: rapporti Moggi-De Santis
#info_articolo{border-bottom:none;}Il tecnico al tribunale di Napoli: "Percepivo circostanze strane". L'arbitro De Santis? "Era portato ad avere rapporti confidenziali con allenatori e giocatori". Il processo riprende il 25: testimonierà Mancini
Napoli - "Percepivo circostanze strane. Penso che Moggi avesse rapporti privilegiati con De Santis": così Carlo Ancelotti al processo Calciopoli. "Non so se Moggi fosse in grado di stabilire gli arbitri", ha aggiunto l’ex tecnico del Milan. L’arbitro De Santis "era portato ad avere rapporti confidenziali con allenatori e giocatori. Caratterialmente - ha proseguito Ancelotti - era portato a manifestare confidenza". In apertura di udienza, il pm Narducci ha chiesto la trascrizione di 78 telefonate inedite.
Gattuso vide Moggi con De Santis Ancelotti ha poi affermato di non aver mai notato Moggi nello spogliatoio a colloquio con De Santis e ha spiegato che una volta, al termine di Juve-Milan, fu Gattuso a riferirgli di aver visto Moggi nello spogliatoio. Il pm è poi ritornato sulla presunta confidenza che Ancelotti avrebbe fatto a Meani sulla "torta che era pronta" per favorire la Juventus nel campionato 1999-2000. "No, non l’ho mai detto" ha risposto l’allenatore del Chelsea. Ancelotti si è infine soffermato sulla famosa partita Perugia-Juve giocata nel diluvio e che costò lo scudetto alla squadra bianconera all’epoca allenata dal tecnico emiliano. "Fu strano - ha detto Ancelotti - avevamo aspettato un’ora e mezza per riprendere il gioco, ma credo che l’interruzione fosse dovuta a ragioni di ordine pubblico. Non credo che fu un errore da imputare all’arbitro".
La partita Siena-Milan Il tecnico del Chelsea è stato invitato a ricostruire, anche dalla difesa dell’addetto agli arbitri per il Milan Leonardo Meani, imputato in questo procedimento, accadimenti legati alla partita Siena-Milan, del 17 aprile 2005, vinta dai toscani per 2-1, con un gol annullato ai rossoneri. Proprio l’episodio di un fuorigioco male interpretato dall’assistente dell’arbitro Pierluigi Collina, Baglioni, diventa il motivo conduttore di una conversazione tra Meani e Ancelotti, di ritorno in auto, insieme e da soli.
Testimonierà anche Mancini Il processo "Calciopoli" riprenderà il 25 maggio con l’esame degli ultimi testimoni citati dai pubblici ministeri Giuseppe Narducci e Stefano Capuano. Nella prossima udienza dovrebbe testimoniare l’ex allenatore dell’Inter Roberto Mancini, atteso già oggi. Poi toccherà alle parti civili che citeranno consulenti del Como, della Salernitana e del Bologna. Esame che potrebbe concludersi già nell’udienza del 25 maggio, come sollecitato dal presidente della nona sezione penale del tribunale di Napoli Teresa Casoria.
-----------------------------
ancor prima Repubblica riportava:
Tanto questa partita non la vincerete mai
Repubblica — 22 maggio 2006 pagina 12 sezione: SPORT
ROMA - Il secondino di Tivoli Massimo De Santis, con Jaguar in garage e Smart per muoversi e parcheggiare a Roma, riuscì a svelare l' esistenza di un' organizzazione a delinquere nel calcio direttamente ai giocatori del Parma. In quel Lecce-Parma ultima del campionato di calcio 2004-2005, di fronte alla reazione dei parmigiani (sei ammoniti, quattro del Parma, espulsi Contini e Morfeo), urlò in faccia all' attaccante Vignaroli, appena entrato in campo: «Datevi una calmata che tanto questa partita non la vincerete mai». Non la vincerete mai, disse l' arbitro. Finì 3-3, risultato perfetto per garantire la salvezza della Fiorentina, che nella stessa giornata aveva battuto (3-0) il Brescia e nelle ultime quattro ne avrebbe vinte due e pareggiate due. Con il pareggio di Lecce, la Fiorentina raggiunse Parma e Bologna e grazie alla classifica avulsa si salvò: le emiliane andarono allo spareggio, che condannò alla B il Bologna di Gazzoni Frascara. In un sussulto di memoria postuma, nel grande caos che ha seguito il disvelamento del sistema moggiano, riemergono ora quella partita, quell' arbitraggio e le dure polemiche che seguirono il 3-3 finale. Il panchinaro Vignaroli, oggi al Bologna, riferì la frase negli spogliatoi: «Tanto non vincerete mai». Il dirigente del Parma, l' amministratore Luca Baraldi, andò a Sky a urlare la sua rabbia. «Non possiamo accettare l' atteggiamento dell' arbitro - disse -, in una partita combattuta ma leale il Parma si è visto sventolare sei cartellini gialli e tutti contro i nostri diffidati. Un atteggiamento scientifico». Sembra di leggere le carte dei carabinieri, un anno prima. «Nello spareggio contro il Bologna non avremo sei titolari e mancheranno i due australiani impegnati con la loro nazionale». Baraldi rimediò 5.000 euro di multa. L' Ufficio indagini del generale Italo Pappa aprì un' inchiesta, ascoltò il giocatore Vignaroli, l' allenatore Carmignani e il dirigente Baraldi, che nel frattempo si era rimangiato lo sfogo: «La notte porta consiglio, credo nell' obiettività degli arbitri», rettificò. Pappa non trovò combine: tre a tre valido, De Santis applaudito dai designatori, Fiorentina salva. Gli inquirenti hanno ricostruito con attenzione quel Lecce-Parma che ha garantito avvisi di garanzia per Luciano Moggi, l' arbitro De Santis, il designatore Bergamo, ma anche per i dirigenti viola Diego e Andrea Della Valle e Sandro Mencucci. Nelle intercettazioni si ascolta l' arbitro parlare con Bergamo e sulla gara dire: «... Glie la do io l' impostazione... Il Lecce vuole giocare per vincere, il Parma pure, quindi a 'sto punto facciamo la partita, ci mettiamo in mezzo». I colloqui tra Moggi e i Della Valle sembrano chiari. Dice l' ex dg della Juve: «Il problema adesso... Voi dovete forzare... eh, la mano in una certa maniera per avere quanto meno un qualcosa di giusto...». Quindi, a lavoro fatto, De Santis relazionò il vicepresidente federale Innocenzo Mazzini: «Io m' ero messo avanti col lavoro... Capito? E qui è andata bene... Ho fatto tre a tre». Per poi vantarsi con il segretario di Mazzini: «Ho fatto un' opera d' arte». Massimo De Santis è coinvolto anche nel Reggina-Cagliari del 12 dicembre 2004, finito 3-2. Sostituì all' ultimo momento Rosetti. Il presidente del Cagliari Massimo Cellino, sfogandosi al telefono, di lui disse: «... Un bastardo tra i peggiori al mondo... E' un ******** e lo è sempre stato... Che vada ad arbitrare la Juve fisso. Gli faccia vincere il campionato... Sai quali sono le due squadre che hanno il più folto numero della Gea in Italia? Messina e Reggina». Anche Cellino sapeva. I carabinieri sono convinti, infine, che De Santis abbia partecipato attivamente alla creazione della "combriccola romana" degli arbitri. «E' un leader - scrivono nell' informativa - che ha catalizzato attorno a sé un centro di potere aggregando arbitri dalle serie minori. Era in grado di far lievitare i voti per i suoi assistiti in federazione e accelerare la loro carriera». Ecco, Massimo De Santis, prima di essere intercettato, stava preparando la sua successione a Pierluigi Collina. -
--------------------------------------
Nel mondo delle chiacchere tutto può essere :un caso, una coincidenza , delle falsità,....però dimenticare così facilmente risulta veramente difficile
![]()
A: "Inverno pesantemente sottomedia"
B: "Estate 2003!".
Non c'è nulla da fare!
Mi astengo da commenti perchè togliere la marmellata ad un bambino non è proprio il massimo.
![]()
"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
Intanto, ecco un'altra amnesia degli Auricchio boys.
Pairetto sgrida Pieri per un favore alla Juve
![]()
Tra designatori: «Pregavo perché non segnassero». L’arbitro: «Ho sbagliato. Se avessi dato un rigore alla Juve, mi fucilavano»
NAPOLI, 26 ottobre - In principio fu Reggina-Juve, con la leggen*da metropolitana di Papare*sta rinchiuso; poi Roma-Ju*ventus, con gli errori di Ra*calbuto (oggi in aula a Na*poli parla il suo consulente arbitrale) che favorendo i bianconeri si beccò nove tur*ni di stop e le cazziate di Bergamo; ora viene il tem*po di Bologna-Juve: arbitra Pieri di Genova, carriera ab*battuta dalla condanna in primo grado all’abbreviato di dicembre due anni e quat*tro mesi per associazione. E nell’associazione, in versione bianconera, lui mette il cari*co arbitrando la gara del Dall’Ara in una cupa notte di dicembre del 2004. E fa*vorisce - effettivamente la Juve - diamine: prova prova*ta. Peccato che ora, spulcian*do i Pairetto’s file si scopra il prima e dopo delle gare in*criminate, telefonate aborti*te in fase preliminare che i consulenti difensivi “rivalu*tano”, nonostante brogliacci imprecisi, inesistenti, a volte fuorvianti. E’ davvero singo*lare che queste telefonate che sunteggiamo dopo aver*le ascoltate ieri non siano state prese in considerazio*ne, anche dal gup De Grego*rio in sede di sentenza a ca*rico di Pieri. Torneranno d’attualità per l’appello.
PENTITO&GUFO - Tanti mesi a caccia di un pentito, a Calciopoli, beh c’era: Pieri era proprio pentito di aver dato punizione alla Juve, quella sera del 12 dicembre. Scoppia il casino: contatto su Ibra, punizione inesistente, che Pairetto (archiviate le accuse ai danni dell’avvoca*to del Brescia, Catalanotti, da parte dell’ex designatore) e Bergamo gli confermano tale. Gli associati a far vince*re la Juve, Pairetto e Berga*mo dopo la gara hanno le orecchie basse (attori perfet*ti o non associati) e Gigi ad*dirittura prega perché quel*la punizione non finisse den*tro...
PAIRETTO-BERGAMO
12 dicembre ore 22.29 (5’ dopo il fischio finale)
BERGAMO: Una bolgia è stata nel se*condo. Undici leoni, anche nel primo tempo. Questi (quelli del Bologna, ndr) sono andati di già col nervosismo
PAIRETTO: Su quella punizione...
BERGAMO: Lui (Pieri, ndr) era molto lontano, uff.
PAIRETTO: Dice che ha tirato, è an*che vero. Però lui (Ibra, ndr) allarga il braccio.
BERGAMO: il primo fallo lo fa Ibrahi*movic.
PAIRETTO: Avevo detto: speriamo non segnino su questa punizione, te lo giuro.
BERGAMO: Io lo pensavo: sono quel*le fischiate che poi... E’ a trenta metri, che ti metti a fischiare. (...) Aspettiamo*ci una valanga di polemiche.
PIERI-PAIRETTO
13 dicembre 2004 ore 22.50
PIERI: Ho provato a chiamarti da ieri. Ho rivisto.
PAIRETTO: Minchia questo episodio
PIERI: Ho fatto questo fischio perché ho visto questo fallo.
PAIRETTO: Tu hai mimato la tratte*nuta
PIERI: Io ho visto... C’è Ibra... La since*ra verità: per quello che è successo non lo rifischierei. (...) Ho mimato quello che ho visto. Se non riesce a saltare uno di una stazza così, però tornassi indietro non lo rifischierei. Il discorso che ti ho detto io: non lo ripeterei quel fischio. Quel fischio e quella rete hanno offusca*to una buona gara.
PAIRETTO: Se facevi un ammonito di qua e uno di là, non avresti fatto male.
PIERI: Luci (l’osservatore, ndr) ha det*to: fino al 40’ avevi ragione te.
PAIRETTO: T’ha trattato male, forse era un eccesso.
PIERI: Pareva contento, quanto m’ha dato?
PAIRETTO: 8.20 (un voto molto bas*so, ndr)
PIERI: Mi dispiace per questo fischio che magari mettono in difficoltà voi
PAIRETTO: Io non ho problemi: io non brigo, mai rotture di cazzo, non mi chia*ma Carraro. Me ne batto, non so altri (...)
PIERI: Figurati se gli davo un rigore al*la Juve... Mi fucilavano.
fonte: Tuttosport
![]()
"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
Voglio l'estate del 2003!!!
Questo sedicente autunno ha rotto i maroni.
![]()
"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
Sito Meteo https://meteoinpuglia.it
Stazione Meteo http://meteoinpuglia.altervista.org/putignano.htm
Dopo l'intuizione di qualcuno, sono costretto ad abandonare la virtualità per svelare la mia vera identità da capo-popolo, sobillatore e provocatore.
YouTube - Attila: A come Atrocità, doppia T come Terremoto e Tragedia...
![]()
Ultima modifica di Pisky; 26/10/2010 alle 10:34
"We are all star people, from the dust we came and to the dust we shall return. So let's celebrate Love. Ciao Mamma.
Segnalibri