Al momento marzo ad anomalie siamo messi così:
ANOM2m_pastMTH_equir.png
Le differenze radiative saranno anche redicole, ma le implicazioni sono enormi, se consideriamo gli associati feedback. E l'amplificazione polare è un fenomeno ben messo in evidenza già nelle simulazioni di fine anni 60 (modello Budyko-Sellers), fisicamente fondato e oggi realmente osservato.
L'amplificazione artica è figlia della compresenza sovrapposta di più fattori, i più incerti e dibattuti dei quali sono riconducibili al contributo del trasporto atmosferico e oceanico, mentre i meno incerti fanno capo ai vari feedback. Il più evidente (ma non il solo e più importante) è il ben noto effetto di feedback estivo dell'albedo dato dalla minor presenza di superficie ghiacciata durante la stagione del sole alto e dal maggior assorbimento di calore da parte dell'oceano. Poi c'è l'effetto forse più importante (al TOA): quello di feedback del lapse rate, tipico di una troposfera fredda e fortemente stratificata come quella al di sopra dell'Artico, a cui si assomma quello di Planck (più potente in climi freddi che caldi, per ovvie ragioni). Da ultimo c'è quello dato dalla presenza di maggior vapore acqueo in atmosfera in conseguenza di terra e acqua più calda, cosa che tende a formare più nubi (feedback invernale nell'infrarosso). Nuvole che normalmente hanno un effetto misto, isolano la superficie sottostante e riflettono parte della luce solare in entrata, ma che nell'Artico - non essendoci la luce del sole per diversi mesi ed essendo la superficie spesso coperta di neve e ghiaccio - hanno un effetto isolante più grande rispetto a quello riflettente. La condensazione del vapore acqueo in nuvole rilascia sua volta calore, una parte dell'umidità viene però trasportata avvettivamente dalle latitudini più basse e d'altra parte il feedback nell'infrarosso è più debole a quelle latitudini (mentre è potente ai tropici) e perlopiù confinato nella parte bassa della troposfera.
Diversi studi hanno mostrato come il riscaldamento osservato nell'artico negli ultimi decenni è in larga parte compatibile con i meccanismi descritti sopra sia per distribuzione spaziale che stagionale. Non avrebbe senso un fenomeno simile (nella intensità) per spiegare gran parte del riscaldamento artico della prima parte del XX secolo limitato alla sola area euro-atlantica, alla sola stagione invernale ed esteso solo alle quote più basse.
Altri recenti studi hanno mostrato come l'attuale riscaldamento troposferico inter-stagionale (al di sopra degli 850 hPa) potrebbe essere imputabile al forcing remoto delle SST globali e tropicali, oggi decisamente più alte rispetto a 80 anni fa.
Fig2-18.jpg
Un ulteriore spunto viene da questo recente studio che ha proposto la possibilità che fossero le SST extratropicali a forzare l'atmosfera nell'artico: secondo questo lavoro il forcing remoto dettato dalle fluttuazioni naturali nelle SST al di fuori della regione polare sarebbe responsabile di circa metà del recente riscaldamento troposferico dell'Artico, per circa 1/5 il contributo sarebbe da ascrivere alla perdita di ghiaccio artico e per il rimanente quarto a variabilità interna.
Direi di tenere in considerazione i flussi di energia in gioco. La maggior parte del trasporto meridionale di calore dalle basse alle alte latitudini avviene mediante l'atmosfera, assai meno tramite gli oceani. Questi ultimi entrano maggiormente in gioco in modo indiretto (per es. gran parte del riscaldamento invernale sulla terraferma dell'emisfero boreale è imputabile al ruolo giocato degli oceani).rispetto alle immense quantità di calore e energia che determinano afflussi di acqua relativamente + calda dai due oceani
Atmospheric transports adjusted for spurious subterranean transports over land areas are inferred and show that poleward ocean heat transports are dominant only between 0 and 17N. At 35N latitude, at which the peak total poleward transport in each hemisphere occurs, the atmospheric transport accounts for 78% of the total in the Northern Hemisphere and 92% in the Southern Hemisphere. In general, a much greater portion of the required poleward transport is contributed by the atmosphere than the ocean, as compared with previous estimates.
The winter hemisphere atmospheric circulation is the dominant contributor to poleward energy transports outside of the tropics [6–7 PW (1 petawatt = 10^15 W)], with summer transports being relatively weak (3PW)—slightly more in the Southern Hemisphere and slightly less in the Northern Hemisphere. Ocean transports outside of the tropics are found to be small (<2 PW) for all months.
http://www.cgd.ucar.edu/staff/trenbe...ers/ochfJC.pdf
http://www.cgd.ucar.edu/staff/trenbe...21-10-2313.pdf
Qui il contributo di atmosfera e oceani al ciclo annuo del trasporto meridionale annuo di energia per latitudine e per periodo (prime 3 immagini: totale, atmosfera, oceano, in rosso e positivo: trasporto verso nord, in blu e negativo: verso sud), il grafico riassume il tutto (in PW, rosso: atmosfera, blu: oceani, nero: totale).
Schermata 2015-03-16 a 11.13.54.pngSchermata 2015-03-16 a 11.14.38.png
E qui il contributo dei vari oceani:
Schermata 2015-03-16 a 12.15.41.png
~~~ Always looking at the sky~~~
Una risposta articolata e mi trovi piuttosto daccordo su molti spunti ....
Il più evidente (ma non il solo e più importante) è il ben noto effetto di feedback estivo dell'albedo dato dalla minor presenza di superficie ghiacciata durante la stagione del sole alto e dal maggior assorbimento di calore da parte dell'oceano. Poi c'è l'effetto forse più importante (al TOA): quello di feedback del lapse rate, tipico di una troposfera fredda e fortemente stratificata come quella al di sopra dell'Artico, a cui si assomma quello di Planck (più potente in climi freddi che caldi, per ovvie ragioni). Da ultimo c'è quello dato dalla presenza di maggior vapore acqueo in atmosfera in conseguenza di terra e acqua più calda, cosa che tende a formare più nubi (feedback invernale nell'infrarosso).Ma infatti io quello che dicevo e' che la gran parte delle spiegazioni fisiche relative agli aumenti artici dei due periodi di massima (anni 30-40 e ultimi 20 anni) sono da ascriversi alle oscillazioni di ssta che hanno ampio contatto con l'oceano artico sul lato atlantico ma anche correnti sul lato nord pacifico. Va anche bene che la maggior parte del bilancio energetico di scambio avvenga in atmosfera, + veloce e rapida allo scambio ... pero' ti ho fatto vedere come erano analoghe le anomalie di meridional wind in quegli anni e in questi ultimi ... quindi un analogo meccanismo di scambio e avvezioni atmosferiche, con quel quid in meno certamente negli anni 30-40.Un ulteriore spunto viene da questo recente studio che ha proposto la possibilità che fossero le SST extratropicali a forzare l'atmosfera nell'artico: secondo questo lavoro il forcing remoto dettato dalle fluttuazioni naturali nelle SST al di fuori della regione polare sarebbe responsabile di circa metà del recente riscaldamento troposferico dell'Artico, per circa 1/5 il contributo sarebbe da ascrivere alla perdita di ghiaccio artico e per il rimanente quarto a variabilità interna.
http://forum.meteonetwork.it/attachm...365696&thumb=1
http://forum.meteonetwork.it/attachm...365735&thumb=1
Tu dici che solo il lato atlantico senti' le oscillazioni della AMO, ma non mi pare sia cosi:
icru_tmn_25_100-240E_60-75N_n_mean1_anom_30a.png
Sono le zone tra 60 e 75°N tra i 100 e 240E, siberia, alaska, canada ovest .. e si nota benissimo la salita dal 900 al 940 circa.
Le aree atlantiche:
icru_tmn_25_-80-30E_60-75N_n_mean1_anom_30a.png
Sul lato atlantico diciamo che e' + forte ovviamente, ma l'oscillazione e' stata globale.
Le ssta extratropicali responsabili secondo quel paper dettano quelle oscillazioni:
ihadisst1_0-360E_30-70N_n_mean1_anom_30a.png
E ti ho mostrato come abbiano un discreto sincronismo le aree nord atlantiche e pacifiche ...
Gli eccesi che abbiamo dal 2007 in poi sono ben giustificati dai valori assoluti delle ssta, + forti di questi tempi rispetto a 70 anni fa.
Ma mi sembra molto evidente che il fatto che siamo ai massimi AMO sia il maggior contributore alla esaltazione artica, peggiorata questa volta xche' abbiamo un trend di fondo che ha alzato di un 0,2° le medie oceaniche da quei tempi a questi, e poi c'e' stata un fattore particolare nei due anni precedenti il 2007, un afflusso anomalo che si e' sentito su west spitzbergen e misurato anche da ERA ... http://ic3.cat/wikicfu/img_auth.php/...ary_Change.pdf
afflusso.jpg
Quindi non riesco proprio a dar conto a quel paper che descrivevi secondo il quale l'attuale riscaldamento artico sia figlio di effetti radiativi a differenza del massimo precedente figlio di variabilità naturali, al massimo posso appoggiare il fatto che sia "peggiorativo" ma senz'altro non e' il fattore principale.
Il Clima è modulato anche da fasi cicliche Oceaniche ,
esempio tra gli anni '30 e '40 , DATI NOAA , ci sono stati frequenti eventi El Nino in particolare negli anni '30 . Negli States si sono registrate nel 1934 e 1936 le estati piu calde in assoluto , Luglio 1936 wich set all time extreme highest temperature records in fifteen U.S States.
http://notrickszone.com/wp-content/u...mate-Model.jpg
Veramente e' altamente improbabile che il Dust Bowl sia legato semplicemente all' ENSO.
Ci fu un NIno moderato fra il 1932 e il 1933, ma la grande siccita' inizio gia' da inizio anni 30, l estate 1930 fu tremenda e continuo' fin circa il 1941.
Il breve passaggio di un Nino moderato non puo' certo essere la causa di un decennio di siccita' straordinaria.
Ricordiamo che proprio le due estati tremende del Dust Bowl 1934 e 1936 furono precedute da inverni tremendi.
La causa del Dust Bowl sembra vada ricercata in una combinazione fra PDO, AMO e movimenti irregolari di una Jet Stream particolarmente debole, combinazione che ha ostacolato il flusso di aria umida dal Golfo del messico e creato condizioni bariche con "RRR" (alte pressioni testardamente persistenti).
Febbraio chiude come il secondo più caldo con +0.82°C sulla media del XX secolo per la NOAA (al primo posto il 1998 con +0.86°C).
L'inverno invece è stato il più caldo dell'intera seria con anomalia di +0.78°C (al secondo posto 2006/07 con +0.75°C).
Interessante invece questo grafico con i dati della NASA che mostra come il periodo di 12 mesi marzo 2014-febbraio 2015 ritocca ulteriormente il record massimo.
GLB.Ts+dSST (02.2015)A.png
Massima: +38,7°C 23/7/2009 e 8/8/2013
Minima: -8,3°C 21/12/2009
Neve: 2008=1.0cm 2009=6.5cm 2010=74.0cm 2011=1.5cm 2012=78.0cm 2013=19.5cm 2014=5.0cm 2015=0.0cm 2016=0.0cm
http://climarimini.altervista.org/index.html
" Indice MJO si e' portato su livelli molto alti il che accresce le quotazioni del Nino il che accresce le quotazioni del 2015 come probabilmente almeno o piu' caldo del 2014.
Secondo me e' abbastanza scontato come sara' la tendenza nei prossimi mesi sulla falsariga dei precedenti, sara' interessante valutare cosa succedera' dopo questa fase di ENSO +, sara' interessante vedere la PDO se tornera' in negativo.
Usciti anche i NOAA che, sostanzialmente, mi pare confermino il quadro già visto dagli altri.
Febbraio 2015, anomalia globale +0,82 (su media XX secolo), il secondo più caldo di sempre dopo il febbraio 1998. Per quanto riguarda la terraferma, l'anomalia è risultata pari a +1,68 (seconda di sempre dopo febbraio 2002) e, per gli Oceani, siamo a +0,51 (stavolta terzo della serie).
Un po' di mappe. La prima conferma quanto visto: con gli USA e il Nord America in generale divisi nettamente in due, con anomalie pesanti e di segno opposto sulle due sponde oceaniche.
201412-201502.gif
Questa mappa, invece, segnala i percentili ed è curiosa perché mostra come, spesso, siamo abbagliati. Nel senso che noi guardiamo molto al freddo dell'Est ma i veri record, quelli che hanno abbattuto tutti i valori precedenti, non sono quelli di freddo dell'Est, ma quelli di caldo nell'Ovest...
201412-201502.gif
e qui, infine, i grafici storici, riferiti ai soli mesi di febbraio
201502.gif
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Applicando l'analisi di Thompson(link sotto) al gisstemp , l'inverno appena passato a livello globale ha avuto un contributo positivo sia dall'enso (Tenso:+0.02°C) che dal pattern atmosferico nell'nh che ha favorito il riscaldamento delle aree di terra(Tdyn:+0.10°C), è il primo inverno con la somma di questi due contributi positiva dal 2006-07.
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Non spiega ovviamente il trend di lungo termine ed oggi anche un inverno come il 2010-11 con sia Tenso(-0.10°C) che Tdyn(-0.07°C) negativi è lo stesso più caldo di qualunque altro pre 1995 ma per il resto non è accaduto niente di nuovo ne sconvolgente, il caldo di questo inverno è normale variabilità interannuale(dopo una serie di inverni di segno opposto).
Fondamentale per l'impennata delle temperature di quest'anno e' stato il NE Pacifico, salito in due anni a valori notevolmente superiori ai record mai raggiunti ...
NPAC_v2_180-240E_60-30N_na.png
Cio' ha portato anche al record invernale di PDO nonostante una ENSO non notevole ma con una buona scaldata in zona 4, e abbiamo avuto anche record invernale di NAO che ha inciso notevolmente sulle terre euro-asiatiche portando un anno in controtendenza sulle terre dove era qualche anno che si stava scendendo.... (comunque le terre non hanno visto record, il record annuale e' degli oceani).
Quindi, si, certamente c'e' lo zampino della variabilità naturale xro' va capito come mai ci sia stato questo aumento folgorante nel NE Pacifico (che e' responsabile dei record e siccità americane in ovest e freddo in quello est) subito dopo la Nina 2011-12.
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