Molto spesso il tuo discorso vale al contrario. Nel senso che, in un'economia poco sviluppata, procurarsi beni che crescono lontani può essere impossibile. E allora l'unica cosa da fare è produrseli a costo di immani fatiche da soli. E' il caso, citato molte volte, delle limonaie del Garda, attive in epoche molto fredde. Quando fu possibile procurarsi limoni da climi più consoni furono abbandonate. Non ricordo chi ricordava uliveti che, in pieno periodo freddo, crescevano là dove oggi non ci sono più...
Per il discorso della Sicilia. Sempre in un'ottica di economie poco sviluppate, sarei curioso di sapere come potrebbero approvvigionarsi di acqua se, per un lungo periodo di tempo, le estati diventassero come il 2003. Se non più calde. Con conseguente, accelerata, evapotraspirazione.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Sono eventi di nicchia, creati come hai detto tu da situazioni particolari: ma che non possono certo oltrepassare certi limiti fisici. Sul Garda gli agrumi crescono ancora oggi, sicuramente nella PEG avranno avuto periodi difficili (vedesi inverno 1709), ma non eravamo certo in una vera era glaciale, né mancavano anni/decenni più miti in cui fiorissero tali coltivazioni (come nell'MWP non sono mancati periodi più freddi), né soprattutto veniva meno la mitigazione lacustre.
Ma non credo che in Inghilterra soffrissero, da un punto di vista alimentare, della mancanza di vino: anzi, tale coltivazione va fiorendo proprio nel periodo di massimi scambi tra Francia ed Inghilterra, dato che la prima era quasi un "possedimento" della seconda! E va poi declinando proprio con la Guerra dei Cent'anni, quando al contrario tale bisogno dovrebbe aumentare. Insomma, il vino non era certo irraggiungibile (il Basso Medioevo era tutt'altro che sottosviluppato e barbaro come vuole certa leggenda): vero, invece, che in assenza di condizioni decisamente favorevoli almeno per alcuni decenni la coltivazione della vite su vasta scala in Inghilterra non sarebbe stata sostenibile, per mancanza di capitali e di tecnologie/tecniche agricole, nonché per la lenta evoluzione della società dell'epoca.
Sulla Sicilia, devo scappare, ma presto (spero) cercherò i dati. Non mi sembra comunque si siano registrati simili problemi.
Che c'entra tutto questo con la mia contestazione all'articolo?
Questo è il passaggio dell'articolo a cui facevo riferimento:
"In Inghilterra prosperò addirittura la coltura della vite, con produzione abbondante di vino sulla parte meridionale e fino al 53° parallelo.
Per la coltura della vite, occorre che la temperatura media dei tre mesi estivi sia di almeno +18,5°C, mentre attualmente a Londra è di almeno due gradi inferiore."
L'articolo postato sostiene che per la coltivazione della vite occorre(oggi quindi) una t media di 18.5° nei tre mesi estivi mentre la temperatura di Londra non è oggi sufficientemente elevata da consentire la coltivazione, questo dimostra che chi ha scritto l'articolo non sà che la vite in inghilterra è coltivata dagli anni 50 del secolo scorso indipendentemente dal fatto che la causa siano le migliori tecniche di coltivazione/selezione genetica piuttosto che il clima.
Il link al sito è li solo per la storia recente del vino inglese in rapporto a quanto descritto dall'articolo e non per un paragone con il passato(che io non ho fatto!).
Per il resto non condivido granchè sia per quanto detto da Jadan sia l'estensione e produzione nettamente maggiori all'epoca, ma credo che dopo questa puntualizzazione sia il caso di tornare all'argomento del TD.
Ultima modifica di elz; 16/09/2009 alle 19:52
Guarda che a Londra non si coltiva la vite, infatti...da quel che si evince dall'articolo, semmai la si coltiva lungo le coste a sud e sud-est della capitale britannica.
Però "passo" sul valore medio estivo necessario alla coltivazione della vite: comunque è in effetti sbagliata la media estiva di riferimento per Londra, che per gli anni 2001-2006 è stata di +18.4°C (comprendendo le 3 caldissime estati inglesi del 2002, 2003 e 2006 - fonte dato METEO GIORNALE: Meteo Italia, Previsioni, Video, Blog, Forum, Facebook ), mentre nel sud dell'Inghilterra tale media è compresa storicamente fra +15.5°C e +17.7°C ( Climate of the United Kingdom - Wikipedia, the free encyclopedia ). In ogni caso inadatta ad una buona resa dell'uva, ma comunque superiore a quanto indicato nell'articolo.
Ricordo inoltre, se non erro, che una piovosità non elevata, ovvero un elevato numero di ore di Sole, aiuta molto la coltivazione e la resa, al di là della temperatura media (se le minime estive non sono particolarmente basse, non ci dovrebbero essere particolari problemi - vedesi la Renania, la Boemia, le valli alpine nei versanti esposti al Sole): ed il sud-est inglese è proprio la zona più mite, non solo termicamente.
Comunque, nel Triveneto la vite non dovrebbe essere coltivata sopra i 600-800m d'altezza, ossia con una Tmed estiva <17-18°C.
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Ultima modifica di FilTur; 16/09/2009 alle 20:47
Bellissimo thread, Lucacomplimenti. Da tenere vivo!
Ci si vede al più tardi il 17 ottobre, magari anche prima (29 settembre, ci sei?)
Sulla viticoltura inglese:
~~~ Always looking at the sky~~~
Lamb parla genericamente del Nilo, supposto che questo dato sia corretto presumo non si riferisca all'intero fiume ma solo ad aree marginali come anche per il mare.
"That in 763-4 is the earliest winter to be documented from many parts of Europe, with enormous snowfalls and great losses of the olive and fig trees in southern Europe: there was ice on the sea in the Dardanelles. Another such winter in 859-60 produced ice strong enough to bear laden waggons on the edge of the Adriatic near Venice.
Finally, in 1010-11 there was ice not only on the Bosphorus but even on the Nile."
Ultima modifica di elz; 16/09/2009 alle 16:38
Grandissimo Luca, mi leggerò approfonditamente tutti i tuoi interventi!![]()
Giovanni Tesauro
Responsabile Rete Stazioni Meteorologiche MeteoNetwork-Meteo.it
Dati in diretta da Capiago Intimiano (CO, 375 m s.l.m.) http://www.dropedia.it/stazioni/intimiano_sud/index.htm
Lascerei perdere la già affrontata questione del vino inglese. E per ora anche quella dei ghiacci del Nilo; troppo lontani nel tempo e nello spazio dal Duecento alpino ...
A una vendemmia stile 2003 nel Medioevo giungeremo invece a breve. Al 1011, molto più in là ...
(x simo89) I ghiacciai alpini di maggiori dimensioni non sono scomparsi neppure nel "peggior" Olocene.
A margine: troppo caldo, e dunque troppi zuccheri, fanno male, anche al vino. E lo appiattiscono (il 2003 ha creato vini molto simili tra loro in regioni diversissime, in cui l'unica cosa riconoscibile alla fine è, per l'appunto, "il 2003" ...). Infatti in diverse regioni hanno provveduto alla dezuccherazione.
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"Talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti. Penso di aver dato qualcosa di più e di diverso alla gente"
ZDENEK ZEMAN
il ghiacciaio dela Marmolada ,che non e' piccolissimo , pero'non esisteva nel medioevo: si e' formato nella peg, ed e' in sofferenza da una ventina d'anni.Pero' non so niente di glaciologia anche se leggo mercalli su nimbus , per cui potrebbe essere la classica rondine che non fa primavera![]()
amo i records e poco i cambiamenti di configurazione dei forum.Stay human!
Current Weather Conditions at san martino di lupari,
Comunque a scanso di equivoci ripeto il mio pensiero: confrontare MWP e periodo attuale, con quell'obiettivo, è comunque sbagliato!
La ricerca sull'MWP è sicuramente importante, va fatta e affinata (attenzione però ai margini di errore ed alle incertezze nelle ricostruzioni, che si sommano non si elidono, e che troppo spesso vengono trascurati o persino dimenticati).
Tuttavia, il confronto "serrato" non ha senso, se lo intendiamo come si fa usualmente: un MWP "forte" non esclude in alcun modo l'AGW, e viceversa un MWP "debole" non conferma in alcun modo l'AGW; come i ghiacciai alpini e le temperature della Groenlandia non sono necessariamente sincronizzati ecc.
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