Lo studio delle temibili avvezioni del passato è stata sempre fonte di analisi per confrontarle con quella prospettata.
Nella fattispecie ci troviamo di fronte ad uno scavo molto profondo delle correnti atlantiche con getto che si intensifica troppo a sud sull'oceano Atlantico. La risposta dall'Africa sahariana è impensabile senza quella supervulnerabilità atlantica, molto più evidente di quella della nefasta estate successiva, dove la vulnerabilità avvenne prima, in tarda primavera.
Quella del 2002 fortunatamente è una configurazione rarissima sia per la mastodonticità dell'avvezione, sia per l'intensità. In pratica ci furono due fasi: quella che ho accennato durò una settimana, poi l'azzorriana rimontò ad ovest chiudendo progressivamente i rubinetti del Sahara ma tenendoci per un altra settimana quello che già avevamo incamerato.
Per avere una configurazione di questo tipo
in cui la subtropicale africana viene catapultata verticalmente su di noi si può lavorare su questa
ma comunque la differenza sono una decina di gradi di latitudine est che potrebbero far ricordare situazioni di quel tipo al sud e alle adriatiche mentre il lato ovest e il nord sembrano eternamente posizionate sul tratto ascendente dellla rimonta che significa afa insopportabile ma caldo umido direi, diverso il discorso per sud e adriatiche con caldo veramente rovente.
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Andrea
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